WTA e 2017: l’anno che verrà sarà l’anno della svolta?


“Anno nuovo, vita nuova” è il motto che spesso accompagna l’inizio del nuovo anno di molti, nonostante la maggior parte delle persone che pronuncia questa frase sia ben consapevole che difficilmente i successivi 365 giorni saranno caratterizzati da significative svolte. Questo augurio è lo stesso di quasi ogni atleta e, nel tennis in particolare, nuovo anno è sinonimo di nuova stagione, nuove sfide, nuovi obiettivi; in questo articolo andremo a vedere quali sono le tenniste della WTA che tanti appassionati sperano possano (finalmente?) compiere un definitivo salto di qualità.
Agnieszka Radwanska e Simona Halep
Per ragioni di classifica (hanno concluso il 2016 rispettivamente al numero 3 e 4 del mondo), di età (classe 1989 la polacca e 1991 la rumena) e di palmarès, ho deciso di parlare e analizzare la situazione di queste due atlete insieme. Da anni infatti fan ed appassionati di tutto il mondo si aspettano che queste due atlete riescano a passare dall’essere “semplici” giocatrici di piazzamento, in grado spesso e volentieri di arrivare in fondo ai tornei dello Slam (quarti e semifinali), a tenniste in grado di aggiudicarsi titoli ben più pesanti, ossia di portare a casa finalmente un trofeo del Grande Slam. La polacca è riuscita a scalare la classifica WTA rapidissimamente, assestandosi per anni tra le prime 15 del mondo; solo sul finire di 2011 però Agnieszka è riuscita a diventare davvero una giocatrice di livello, entrando tra le prime 10 con continuità e riuscendo ad ottenere piazzamenti di rilievo con encomiabile regolarità su praticamente ogni superficie. Dopo diversi titoli pesanti (3 Premier Mandatory e, soprattutto, le WTA Finals di Singapore 2015), ci si aspetta da lei il definitivo salto di qualità in grado di portarla ad alzare finalmente un trofeo del Grande Slam, traguardo appena sfiorato a Wimbledon nel 2012, edizione dei Championships in cui si arrese in finale a Serena. La mancanza di potenza e di un colpo killer, uniti allo scarso cinismo nel chiudere i match (specialmente quelli più importanti), sono fino ad oggi risultati fatali alla polacca nei tornei più importanti, ma riuscisse a trovare le due settimane giuste in cui riesce ad essere sufficientemente aggressiva e concreta anche contro le big in palcoscenici di tutto rispetto, la vittoria in uno Slam non sembra essere un risultato così fuori portata per lei.
Per quanto riguarda la rumena, è “solo” dal 2013 che si è affacciata ad alti livelli e quindi è da meno tempo che si parla di lei come possibile trionfatrice Slam. I suoi tanti tifosi però si aspettano da lei quelle vittorie importanti che si attendono i sostenitori della Radwanska: dopo la splendida finale persa al Roland Garros 2014 contro la Sharapova non è più tornata a giocare un match decisivo dello Slam, ma il suo talento, la sua capacità di colpire in modo pulito la palla, di muoversi in modo impeccabile e il suo tennis completo meritano davvero una vittoria prestigiosa come solo un torneo dello Slam può garantire. Come la polacca, anche Simona non possiede un gioco potente o un colpo killer, ma sembra reggere meglio il confronto contro le grandi picchiatrici: la chiave per ottenere vittorie “pesanti” per lei sarà il riuscire a credere in se stessa al fine di battere qualsiasi tipo di giocatrice si trovi ad affrontare, provando a non farsi sorprendere nei primi turni, risparmiando energie preziose per le fasi conclusive dei tornei e cercando di essere aggressiva quando le si presenta l’occasione. Non c’è torneo dello Slam nel quale non possa esprimersi al meglio, ma forse i primi due della stagione – Australian Open e Roland Garros – sono quelli in cui ha più chance di ottenere la vittoria di prestigio che tantissimi fan di tutto il mondo si aspettano da lei da almeno tre stagioni.
A queste due atlete si potrebbe aggiungere anche Caroline Wozniacki, il cui salto di qualità che possa permetterle di vincere finalmente un titolo dello Slam è atteso fin dal 2009. La sua classifica è decisamente più bassa di quella di Radwanska e Halep (oggi si trova al numero 19 del mondo), ma l’ottimo finale di 2016 fa ben sperare per l’anno che verrà.
Madison Keys
Sembra strano trovarsi a scrivere della speranza del salto di qualità da parte di una tennista capace di concludere il 2016 10 posizioni più in alto dell’anno precedente al termine di quella che è stata la sua miglior stagione in carriera. Madison è infatti stata capace di fare il proprio esordio tra le prime 10 del mondo WTA per la prima volta a giugno dopo la vittoria a Birmingham sulla sua amata erba e di concludere l’anno prendendo parte alle WTA Finals di Singapore, ma durante la stagione ha dato spesso la sensazione di dover compiere ancora quel salto di qualità che le può permettere di portarsi a casa titoli prestigiosi. Attendersi da lei la vittoria in tornei dello Slam nel 2017 forse è troppo, ma sperare che possa portarsi a casa almeno un Premier Five o Mandatory è assolutamente legittimo. Più che di tornei da portare a casa, il salto di qualità per la Keys consisterebbe nel riuscire finalmente a trovare il modo di uscire vincitrice da duelli con tenniste che fanno della difesa il loro punto forte come Kerber, Radwanska e Halep invece che cadere nel “solito” vortice di errori non forzati in scambi in cui le avversarie riescono a rispondere in modo convincente alle sue devastanti accelerazioni. Se riuscirà a portare a casa con costanza anche i match contro giocatrici principalmente difensive e a continuare a giocare in modo convincente il suo tennis basato su una potenza devastante, potrà aspirare a vincere trofei ben più prestigiosi di quelli vinti fino ad oggi
Caroline Garcia
Anche la Garcia ha appena concluso la miglior stagione sul circuito della sua carriera, anno nel quale ha vinto due titoli International a Strasburgo e Maiorca e raggiunto il best ranking di numero 23 (ad oggi si trova in 24esima posizione). La stagione appena conclusa non l’ha però vista effettuare il definitivo salto di qualità, o almeno quello in grado di portarla ad occupare con costanza una posizione tra le prime 20 del mondo. Nei tornei dello Slam ha spesso deluso (un primo turno, due secondi e un terzo) e nei tornei che contano ha ancora mostrato di non saper esprimere in modo continuo nell’arco dell’intero match il suo enorme potenziale. In Fed Cup è invece riuscita ad esprimere il suo miglior tennis, specialmente in finale contro la Repubblica Ceca dove ha battuto sia Pliskova che Kvitova, forse grazie alla presenza della capitana Mauresmo in panchina. La possibilità di consultarsi costantemente con una personalità così importante le ha sicuramente permesso di mantenere lo stesso (alto) livello di gioco nell’arco di tutto il match. Questa sarà la chiave dei progressi della tennista transalpina: se riuscirà a tenere la concentrazione dal primo all’ultimo punto, non abbattendosi mai e cercando di esprimere sempre un gioco aggressivo, un ingresso almeno tra le prime 20 del mondo non può esserle precluso.
Ana Konjuh
Anche la giovanissima tennista croata (nata a fine 1997) ha appena concluso la miglior stagione in carriera, ma la sensazione è che sia ancora ben lontana dai livelli che il suo talento può permetterle di raggiungere. Nel corso del 2016 ha raggiunto sì traguardi prestigiosi, su tutti i quarti agli Us Open, ma ha dimostrato ancora troppa incostanza, nonché una preoccupante tendenza a farsi male. Da junior ha vinto trofei davvero prestigiosi come Australian e Us Open, ma tra le pro è stata protagonista di (non troppi) alti e (parecchi) bassi: se riuscirà a raggiungere una preparazione tale da tenere lontani gli infortuni, potrà finalmente provare a giocare con sempre maggior costanza il suo tennis di grande aggressività, ma anche di talento. Per la Konjuh sarà importante trovare il team giusto con cui lavorare e maturare (ad oggi abusa spesso della palla corta e non sempre compie le scelte corrette all’interno dei match, specialmente nelle situazioni più delicate): nel momento in cui sarà in forma, lontana da problemi fisici e convinta al 100% che il suo tennis può risultare efficace su ogni superficie e permetterle di ottenere vittorie decisamente prestigiose, nessun traguardo sembra esserle precluso. Non ci si attende da lei una vittoria Slam nel 2017, ma almeno una stagione più continua di quelle scorse e che la vedano tra 365 almeno tra le prime 30 del mondo.
Camila Giorgi
A differenza di alcune giocatrici analizzate in precedenza, l’italo-argentina non ha concluso nel 2016 la sua miglior stagione. Purtroppo la tennista di Macerata è crollata in classifica all’83esimo posto del ranking dopo un paio di stagioni ad ottimo livello che l’hanno vista arrivare in top 30. Un tennis ancora troppo monocorde e scelte tattiche non sempre corrette all’interno dei match l’hanno portata a perdere molte partite che anche solo un anno fa non avrebbe perso e, sconfitta dopo sconfitta, la fiducia nei propri mezzi è sembrata latitare sempre più. Ormai da anni ci si attende da Camila un definitivo salto di qualità e i pochi punti da difendere nel corso del 2017 possono permetterle di disputare senza troppe pressioni ogni torneo della stagione che si appresta a cominciare. Non è facile capire cosa ci si può attendere da lei, quali sono i traguardi che può raggiungere e quindi come può essere valutato un suo eventuale salto di qualità: l’importante è che Camila torni a vincere con agio le partite che la vedono opposta a tenniste decisamente inferiori a lei in modo che la sua classifica risalga, permettendole di tornare almeno a ridosso delle prime 30 e di insidiare, perché no, le prime 20 del mondo. Forse non diventerà mai una numero uno o campionessa Slam, ma se una col suo tennis non dovesse mai riuscire ad entrare almeno tra le prime 15 giocatrici del mondo, sarebbe davvero un enorme peccato per tutti i suoi fan.

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