Wta, cosa fanno le top 100 contro le top 10?

Il tennis è ancora fermo e lo sarà almeno fino al 13 luglio a causa del Coronavirus, che continua a sconvolgere il mondo, ma nulla ci impedisce di disquisire su quanto accaduto fino alla pausa, risalente ormai a circa un mese fa. In particolare, dopo aver trattato il comportamento dei top 100 quando si trovano di fronte un top 10, oggi parleremo di quanto succede nella medesima situazione ma in campo femminile. Andremo perciò a valutare gli aspetti più interessanti per ciò che concerne questa speciale classifica.

LE “TOP 10” VS TOP 10

Come fatto in campo maschile andremo come primo parametro di questa speciale classifica andremo a delineare quelle che sono, tra le prime 100 del mondo, le dieci migliori giocatrici vs Top 10 (in percentuale e su una base di almeno dieci match giocati).

Con il 72,73% (8-3) è Bianca Andreescu, vincitrice agli Us Open del 2019, ad avere la miglior percentuale W/L contro una giocatrice classificata tra le prime dieci posizioni del ranking WTA. Seppur la statistica della classe 2000 canadese si basi su un numero di match ancora piuttosto esiguo, la sua strepitosa percentuale è una delle tanti dimostrazioni dell’eccezionale rendimento avuto nel 2019 e di quelle che sono le sue potenzialità. La diciannovenne di Mississauga, oltre allo splendido successo ottenuto a New York con Serena (la più importante delle otto vittorie vs top 10), durante la scorsa stagione ha infatti ottenuto altri due tornei decisamente importanti, ossia i Premier di Indian Wells e Toronto, il successo nel 125k di Newport Beach ed infine ben otto vittorie di fila ai danni di top 10. La prima vittoria contro una giocatrice classificata tra le prime 10 del mondo è arrivata nel primo torneo della passata stagione, nel torneo di Auckland, in cui la Andreescu, proveniente dalle quali e allora 152 del ranking, sconfisse al secondo turno la prima testa di serie di quell’edizione del torneo neozelandese, ossia Caroline Wozniacki, con un perentorio doppio 6-4. Quel match è stato una sorta di apripista nella fenomenale stagione della giovanissima nordamericana, che poi nei quarti di quel torneo sconfisse anche una certa Venus Williams ed approdò fino alla finale, dove si arrese in tre set alla Goerges. Cinque delle rimanenti sei vittorie poi la Andreescu le ha ottenute nei due Premier vinti: due ad Indian Wells (in semifinale contro Elina Svitolina e in finale contro Angelique Kerber) e Premier casalingo di Toronto (in ottavi contro Kiki Bertens, in quarti contro Karolina Pliskova e in finale ha usufruito del ritiro di Serena sul 3-1 in suo favore). L’altra vittoria l’ha ottenuta nell’altro Premier nordamericano primaverile, ossia al terzo turno del Miami Open ancora contro Kerber. Il suo score contro top 10 era quindi pari al 100%, 8/8 appunto, fino ai quarti di finale del torneo di Pechino, quando a sconfiggerla, in rimonta (5-7 6-3 6-4) fu Naomi Osaka, che interruppe anche un’incredibile striscia di diciassette successi di fila del prodigio nordamericano. Ad essa poi vanno ad aggiungersi le due sconfitte rimediate al Master di Shenzhen, in cui però bisogna sottolineare quanto Bianca fosse tutt’altro che al top. Si ritirò, infatti, dopo aver perso il primo parziale (3-6) con Pliskova e non era certo al meglio nemmeno nel match con Halep, in cui comunque riuscì a procurarsi un match point sul 6-3 6-5, prima di subire la rimonta della rumena. Nel 2020 la tennista canadese non è mai scesa in campo, proprio a causa dei problemi fisici già palesati nel finale di stagione scorso, e non ha avuto quindi possibilità di affrontare top 10. La sua statistica, quindi, lo ripetiamo, seppur decisamente giovane e perciò soggetta a notevoli variazioni future, resta strepitosa, nonchè la migliore del circuito su una base minima di dieci match.

Sul secondo gradino del podio troviamo quella che a detta di tutti è la miglior giocatrice della storia, ossia Serena Williams. La classe ’81 statunitense, infatti, oltre ad aver ottenuto ben 23 successi a livello Slam in carriera vanta anche un incredibile rapporto W/L quando si è trovata di fronte una top 10. La più piccola delle sorelle Williams detiene, difatti, il 70,9% di vittorie, che si traduce in 173 W e 71 L. Numeri strepitosi per Serena, che mantiene praticamente la medesima percentuale (70,59) W/L vs top 10 anche negli Slam, dove ha ottenuto 60 vittorie su 85 partite. Tra le 43 top ten battute dalla 38enne di Saginaw nella sua eterna carriera, quella sconfitta il maggior numero di volte è di gran lunga Maria Sharapova, battuta in ben diciassette casi (sulle venti vittorie totali). Subito dietro di lei ci sono la sorella Venus e Vika Azarenka, superate per ben 12 volte.

Sul gradino più basso del podio e con una percentuale decisamente inferiore troviamo, invece, la più grande delle sorelle Williams, che detiene un rapporto W/L vs top 10 del 56,12%, ossia 133 W e 104 L. Nella disamina di questa statistica della quasi quarantenne nordamericana bisogna però tenere in considerazione un aspetto fondamentale: la sindrome di Sjogren, che ha condizionato la sua carriera dalla fine del 2011 in poi. Dal 2012 in poi, difatti, la Venere Nera detiene una percentuale decisamente inferiore a quella generale, ossia del 44,64%, tradotto in un totale di 25 W su 56 match disputati vs Top 10. Le uniche annate con score positivo contro giocatrici classificate tra le prime 10 dal 2012 in poi sono: il 2015 (dove ha ottenuto 7 successi a fronte di dieci match giocati) e lo splendido 2017, in cui, oltre ad aver disputato due finali Slam (in Australia e a Wimbledon) e la finale alle Finals, ha vinto anche 7 dei 12 match disputati con top 10.

Appena fuori dal podio troviamo poi giocatrici con percentuali molto simili alla Williams: la migliore è Belinda Bencic, che detiene il 52,17%, cioè 24 W e 22 L. Il dato curioso riguardante la ventitrenne svizzera, numero 8 del mondo, è l’incredibile incremento di questa statistica nella sola stagione 2019. Nella scorsa stagione la classe ’97 di Flawill ha difatti affrontato ben 19 volte una top 10 (anche più della numero 1 Barty, che ne ha affrontate 18), ottenendo un ottimo 11-8. Questi numeri, come detto riferiti alla passata stagione, testimoniano il ritorno ad altissimi livelli della Bencic, capace di vincere il torneo Premier 5 del Dubai (grazie a 4 vittorie consecutive su top 10) e il Premier di Mosca. Inoltre la tennista svizzera ha ottenuto anche la prima semifinale a livello Slam, agli Us Open, e la prima partecipazione al Master di Shenzhen, in cui ha raggiunto la semifinale (ritiro nel terzo con Svitolina).

In quinta posizione, con il 50,72%, troviamo la finalista degli Australian Open 2020, nonchè numero 16 del mondo, Garbine Muguruza. La ventiseienne di Caracas, ex numero 1 del mondo, ha uno score W/L di 35 vittorie e 34 sconfitte contro top 10, piuttosto positivo considerando la discontinuità che negli anni ha caratterizzato la sua carriera e che l’ha fatta scivolare anche ben fuori dalle top 30 nell’ultima parte di 2019.

In questa speciale classfica, dalla posizione 6 alla posizione 10, troviamo tante giocatrici con percentuali vicinissime fra di loro. In sesta posizione si attesta con un preciso 50% (12 W/12 L) la numero 11 del mondo Aryna Sabalenka, che riesce a mantenere un’ottima percentuale, nonostante gli alti e bassi avuti nella stagione 2019 e nella prima parte di quella 2020. Subito dopo troviamo la giocatrice che segue nell’attuale classifica WTA (congelata a causa del Coronavirus) la bielorussa, ossia Petra Kvitova. La ceca, due volte vincitrice di Wimbledon (2011, 2014), ha difatti una percentuale W/L vs top 10 del 49,56%, tradotto in 56 W e 57 L.

Successivamente in ottava posizione troviamo un’altra ex numero 1 del mondo, che dopo diversi problemi di varia natura resta comunque tra le prime 60 del ranking (esattamente numero 58). Stiamo parlando di Victoria Azarenka, detentrice di due Australian Open (2012, 2013), che sinora in carriera detiene una percentuale del 48,57% vs top 10, ossia 68 W a fronte di 72 L. Sicuramente però un certo peso, nella valutazione della statistica, è occupato da 5 delle ultime 6 stagioni della bielorussa. Vika, infatti, escludendo la stagione 2016 (in cui torna in top 10 e poi anche in top 5, dopo due anni di assenza e dove registra un ottimo 4-1 nel rapporto W/L vs top 10), dal 2014 fino al 2019 ha registrato un totale di dieci successi su un totale di trentatré match giocati: una percentale quindi del 30,3%, in decisa controtendenza rispetto al dato generale.

Infine in nona e decima posizione troviamo rispettivamente la numero 7 del mondo Kiki Bertens e l’indiscussa numero 1 Ashleigh Barty. L’olandese detiene, infatti, una percentuale del 47,92%, corrispondente a 23 W su un totale di 48 match mentre la vincitrice del Roland Garros 2019 e del Master di Shenzhen vanta una percentuale del 47,37%, ossia 18 W e 20 L, quando si è trovata di fronte una top 10. Una posizione certamente sorprendente quella della attuale numero 1 del mondo ma pienamente comprensibile. La Barty, infatti, prima dell’assurda esplosione avuta la passata stagione vantava un pessimo rapporta W/L (5/14, 26,32%). Dal 2019 in poi la percentuale della tennista australiana è del 68,42% (13 W E 6L), ossia molto simile a quello di Serena e Andreescu, che si trovano nelle prime due posizioni di questa speciale classifica.

Nella top 10 di questa classifica mancano nomi altisonanti, in primis Simona Halep e Naomi Osaka. La prima, vincitrice del Roland Garros nel 2018 e di Wimbledon 2019,  è poco al di fuori dalle prime 10: regista, infatti, una percentuale del 44.94% (40 W e 49 L) e si attesta in 13esima posizione, preceduta da Johanna Konta (46,67%) ed Elina Svitolina (45,83%). La tennista giapponese, vincitrice degli Us Open 2018 e degli Australian Open 2019, si attesta, invece, solamente in ventunesima posizione con uno score W/L di 12/20, ossia il 37,5%. Peggio di lei, tra le attuali top 10 della classifica WTA, vi è solo la vincitrice degli Australian Open 2020, nonché numero 4 della classifica, Sofia Kenin, che registra un totale di 8 vittorie su 22 match giocati con top 10.

 

LE ITALIANE VS TOP 10

Nella top 100 della classifica congelata nella seconda settimana di marzo, quando il tennis, come tutti gli altri sport, è stato costretto a fermarsi, vedeva la presenza in top 100 di due tenniste azzurre. La prima, attualmente numero 89 del mondo, è Camila Giorgi, da sempre definita come una giocatrice in grado di poter battere chiunque in una giornata particolarmente positiva. Una definizione sicuramente corretta, sostenuta anche dai numeri ottenuti da Camila nelle prime 8 sfide vs top 10. La classe ’91 marchigiana ha difatti ottenuto ben 5 successi, tra cui la bellissima rimonta al terzo turno degli Us Open 2013 con Caroline Wozniacki e “la partita da sogno” sempre al terzo turno di Indian Wells 2014 con Maria Sharapova (in entrambi proveniva dalle quali). Questa definizione sembra, tuttavia, essere meno appropriata nelle ultime 6 stagioni, in quanto la tennista marchigiana ha ottenuto solamente 4 successi a fronte di 20 match giocati con top 10. Lo score finale è quindi di 9 vittorie a fronte di 18 sconfitte, ossia una percentuale del 32,14%. Il dato resta sicuramente positivo (lo stesso di Flavia Pennetta, migliore delle altre magnifiche tre azzurre ed il sesto migliore dalla 50esima alla 100esima posizione) ma, come detto, in deciso calo nelle ultime annate.

Oltre alla Giorgi in top 100 vi è, come sappiamo, anche Jasmine Paolini (numero 95 del ranking WTA), che ha disputato un unico match con top 10 in carriera: lo scorso anno nei quarti di finale del WTA International di Palermo, in cui è stata sconfitta in tre set (6-4 1-6 6-1) dall’olandese Kiki Bertens. Una statistica, quella che riguarda la tennista toscana, quindi giovanissima, che certamente verrà incrementata quando si potrà tornare a giocare. Per ora è comunque uno 0-1 di tutto rispetto, in quanto la ventitreenne di Bagni di Lucca ha dato molto filo da torcere in quel quarto di finale alla Bertens.

 

LE PEGGIORI VS TOP 10

Dopo aver analizzato le migliori giocatrici contro top 10, non potevamo non citare coloro che invece hanno ottenuto nulla o le briciole quando si sono trovate di fronte una giocatrice classificata tra le prime dieci posizioni del ranking.

In questa valutazione partiamo analizzando le due uniche top 50 che, ad oggi, non hanno ottenuto successi vs top 10. Le due hanno una cosa in comune: la nazionalità polacca. Infatti parliamo della numero 36 del mondo Magda Linette e della classe 2001 Iga Swiatek, numero 49 del mondo. La nazionalità, tuttavia, è l’unico aspetto che le accomuna. Le statistiche sono difatti decisamente differenti. La Linette ha affrontato una top 10 in ben 12 occasioni, vincendo solamente tre set mentre la sua giovane connazionale ha affrontato solamente 2 giocatrici classificate tra le prime 10 del ranking, ossia la Halep al Roland Garros della passata stagione e Naomi Osaka agli Us Open del 2019. Una base di riferimento, perciò, decisamente diversa. Quella di Linette ci permette di comprendere i limiti dalla classe 92 di Poznan ad altissimi livelli mentre lo 0/2 di Swiatek non spiega affatto quelle che sono le potenzialità della 18enne di Varsavia. Nonostante la giovane età e i pochi match disputati la statistica andava comunque riportata, in quanto comunque eccezionale rispetto a 48 delle top 50.

Rimanendo tra le prime 50 del ranking, statistiche da incubo vs top 10 anche per la numero 45 del mondo Polona Hercog. La ventinovenne di Maribor ha ottenuto, infatti, solamente una vittoria su 31 match disputati in carriera contro una top 10, una percentuale del 3,23%. L’unico successo della tennista slovena risale al WTA di Charleston in cui sconfisse in tre set (6-4 1-6 6-4) l’allora numero 7 del ranking mondiale, Marion Bartoli. Negli altri 30 match contro top 10 ha raccolto la miseria di 10 set su un totale di 70 giocati (il 14,29%).

Infine, sempre rimanendo nell’ambito “peggiori statistiche” ma allargando il raggio di valutazione alle top 100, troviamo la giapponese Misaki Doi, attualmente numero 76 del ranking. La ventottenne di Yokohama contro giocatrici classificate tra le prime 10 ha un incredibile record negativo: 0 vittorie su un totale di 17 match giocati, per un totale di appena 5 set conquistati su 39 giocati (12,82%).

 

COME SI COMPORTANO LE NEXT GEN?

A differenza del maschile, nelle donne non viene utilizzato il termine Next Gen e non vi è un torneo dedicato alle nuove leve. Nonostante ciò è comunque interessante osservare cosa combinano, a livello statistico, le ragazze dalla classe ’99 in poi vs top 10. Innanzitutto bisogna dire che in top 100 ci sono 8 Next Gen, esattamente come al maschile. Poi è giusto sottolineare che ben 5 tra loro sono top 30 (al maschile 3). Tra loro ovviamente spicca la vincitrice degli Us Open 2019 Bianca Andreescu, di cui abbiamo già parlato a proposito delle migliori percentuali contro top 10 ma non solo. Infatti, poco fuori dalla top 15 (17esima attualmente) troviamo la classe ’99 russa naturalizzata kazaka Elena Rybakina, autrice di un inizio 2020 assolutamente incredibile, che l’ha portata appunto in top 20. La 20enne, nativa di Mosca, sinora ha registrato uno score di 4 W e 4 L vs top 10, ossia il 50%, che stranamente va ad abbassarsi se si tiene in considerazione solo l’inizio di questa stagione. Nei cinque match disputati vs top 10, in questo prima parte di 2020, ha difatti ottenuto 2 W e 3 L. Strano, appunto, in quanto l’inizio di questa annata l’ha vista come assoluta protagonista del circuito WTA e lo dimostrano il titolo di Hobart (il secondo in carriera a livello WTA) e le finali a Shenzhen ma soprattutto nei due Premier di San Pietroburgo e quello del Dubai (sconfitta da Bertens e Halep).

Subito dopo (in diciottesima posizione) troviamo la sorprendente finalista del Roland Garros 2019, Marketa Vondrousova. Lei, classe ’99 come la Rybakina, però ha un rapporto W/L assolutamente insufficiente vs top 10, anche tenendo in considerazione la posizione di classifica occupata. La 20enne di Sokolov ha infatti ottenuto solamente due successi (entrambi con Halep durante la passata stagione) contro top 10, su un totale di 11 match disputati, che in percentuale si traduce in un pessimo 18,18%. In top 20 solo Petra Martic (4 W/29 L, 12%) ha una percentuale di vittorie vs top 10 inferiore alla sua. Ciò detto, la ceca ha comunque ancora tanti anni di carriera dinanzi a sè ed avrà certamente modo di invertire questo score non certamente positivo. Discorso molto simile si può fare anche per le altre due Next Gen presenti in top 30, ossia la 2000 ucraina Dayana Yastremska (26 del mondo), che ha ottenuto 2 vittorie su 10 match giocati (20%), e la semifinalista del Roland Garros 2019 Amanda Anisimova (28 del mondo), che ha uno parziale di 3 W e 7 L (30%) contro le prime 10 del ranking.

Al di fuori della top 30, poi ci imbattiamo nelle altre 3 Next Gen. In ordine di classifica ritroviamo Iga Swiatek, già citata precedentemente, l’astro nascente del tennis mondiale, ossia Coco Gauff (classe 2004 e già numero 52 del mondo) ed, infine, ben distante da quest’ultima (in 84esima posizione), c’è Anastasia Potapova (classe 2001). Il prodigio statunitense vanta già due successi contro top 10: nei quarti di finale a Linz (torneo vinto), quando sconfisse per 7-6(1) 6-4 Kiki Bertens e soprattutto nel terzo turno degli Australian Open di questa stagione quando ha battuto con un perentorio 6-3 6-4 la giapponese Naomi Osaka. Cori vanta perciò un totale di 2 vittorie su un totale di 4 match (50%) contro top 10: nelle prime due sfide è stata difatti sconfitta nettamente (da Halep al quarto turno di Wimbledon 2019 e da Osaka al terzo turno degli Us Open 2019). Numeri incredibili per la sedicenne di Delray Beach, tra i tanti indici delle sue incredibili potenzialità.

Anche la dicianovvenne di Saratov ha giocato 4 match contro top 10 ma a differenza di Cori ha vinto un match, al primo turno del Roland Garros dello scorso anno quando sconfisse con un netto 6-4 6-2 la tedesca Angelique Kerber, allora numero 5 del ranking WTA.

Come detto in ambito tennis maschile, la valutazione di queste statistiche non spiega appieno il valore o le potenzialità di un giocatore, in quanto nel tennis ci sono tantissimi fattori che fanno la differenza durante una singola carriera. Tuttavia, queste analisi, fatte anche un po’ per svagarsi in un periodo così difficile, ci permettono di capire un aspetto fondamentale di alcune giocatrici che giungono ad un livello alto come la top 100, ossia il loro comportamento con l’elite del tennis mondiale (la top 10, appunto).

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