Sono stati ben 29 i tornei WTA 250 disputati nel 2021, la stagione delle novità. Dall’Australia all’Europa, passando per le Americhe. Tra nuove stelle e campionesse affermate, addirittura 14 giocatrici hanno alzato al cielo il loro primo titolo dimostrando, ancora una volta, il grande equilibrio che regna nel circuito.
Un viaggio iniziato con le temperature bollenti del Phillip Island Trophy di Melbourne (disputato in via eccezionale durante gli Australian Open), vinto dalla russa Daria Kasatkina, e terminato al riparo dal rigido autunno austriaco di Linz, riscaldato dalla vittoria della statunitense Alison Riske, al terzo titolo in carriera dopo quelli di Tianjin e ‘s-Hertogenbosch.
Tra i volti nuovi c’è Jasmine Paolini, che sul veloce outdoor di Portoroz ha raccolto i frutti del duro lavoro portato avanti negli anni insieme a coach Renzo Furlan. C’è Leylah Fernandez, che con la vittoria di fine marzo in quel di Monterrey lasciava presagire che presto si sarebbe affacciata su palcoscenici ancor più prestigiosi. Ci sono anche l’americana Ann Li e la colombiana Camila Osorio, che hanno visto brillare i loro occhi giovani e pieni di entusiasmo dopo aver messo le mani sui trofei in palio a Tenerife e Bogotà.
Italia sugli scudi, in campo ma non solo. Il Bel Paese, infatti, ha fatto da cornice a due nuovi tornei in grado di ricevere apprezzamenti da giocatrici e addetti ai lavori: l’Emilia-Romagna Open di Parma, andato in scena dal 16 al 22 maggio ed il Courmayeur Ladies Open (25-31 ottobre). Incoronata regina sulla terra rossa del Tennis Club Parma la teenager americana Cori Gauff, che in finale ha lasciato appena quattro giochi alla cinese Qiang Wang. Ai piedi del Monte Bianco, invece, è tornata al successo dopo quattro anni la croata Donna Vekic, protagonista di un cammino esaltante dal primo all’ultimo punto.
La stagione sull’erba ha visto la britannica Johanna Konta vincere in casa, a Nottingham, l’ultimo titolo prima del ritiro dalle scene. Quindi si è lustrata gli occhi con le magie della tunisina Ons Jabeur, prima tennista araba della storia ad entrare in top-10 e autentica mattatrice del Viking Classic di Birmingham. Infine ha respirato un po’ d’aria vintage a Bad Homburg, dove Angelique Kerber ha nuovamente assaporato quel gusto dolce di vittoria che mancava da Wimbledon 2018.
A Belgrado si è fatta conoscere meglio la spagnola Paula Badosa, già vincitrice quest’anno del ‘500’ di Sydney, che qualche mese più tardi si è definitivamente consacrata nel deserto californiano di Indian Wells. Primi squilli anche per l’indomita spagnola Sara Sorribes Tormo a Guadalajara, per l’australiana Astra Sharma a Charleston, per la romena Elena-Gabriela Ruse sul mattone tritato di Amburgo e per la guerriera americana Danielle Collins in occasione del Palermo Ladies Open.
Infine ma non da ultimo, spazio a chi addirittura di “250” ne ha conquistai due. La danese Clara Tauson, classe 2002, che ha vinto a Lione (da qualificata) e in Lussemburgo; l’estone Anett Kontaveit, settima nel ranking mondiale anche grazie agli acuti nel Tennis in the Land di Cleveland e del Transylvania Open di Cluj-Napoca; la ceca Barbora Krejcikova, autentica rivelazione della stagione, che prima e dopo il Roland Garros ha scritto il proprio nome nell’albo d’oro dei tornei di Strasburgo e Praga.
Spettacolo, colpi di scena, delusioni cocenti e memorabili imprese. Il 2021 lascia in dote quanto di meglio si potesse sperare. Il 2022? Se queste sono le premesse…
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