Walkover Serena, le Williams salutano Roma

Serena Williams Roma
da Roma, Alessandro Mastroluca

Serena Williams non specifica le ragioni del walkover a Roma. “Fatemi fare prima gli esami medici” spiega con fare criptico. “Ho parlato col coach, non sarebbe intelligente per giocare. Dobbiamo prendere la giusta decisione per il futuro. Difficile non giocare difendendo la finale. Penso che la decisione sia stata giusta”.

E’ il secondo ritiro di giornata, dopo quello di Andy Murray, vincitore a Madrid che pure ieri non aveva dato segni di difficoltà con Chardy ma ha accusato stamattina un forte senso di stanchezza, anche per il caldo di ieri. “Purtroppo ci sono due tornei di fila in due settimane, dobbiamo cercare di fare il meglio. 90 pc è esperienza, basata anche su quello che è successo gli anni prima”. “Non mi sentivo bene giá a Madrid” aggiunge, ma rassicura: “non è a rischio comunque il Roland Garros”. “Adoro Roma” conclude, “mi piace essere qui, adoro questo posto, ho tanti amici qui, spero che si capisca che non è stato facile per me”.

Saluta anche Venus. Non è praticamente mai iniziata nemmeno la partita di Venus, sconfitta 62 61 in un’ora da Simona Halep, decisamente più brillante in ogni distretto del gioco. Ha variato benissimo al servizio, raccolto il massimo dallo schema prima esterna-attacco sull’angolo opposto, e approfittato dei troppi errori di Venus anche nei colpi di costruzione, dal centro. Così la maggiore delle sorelle Williams può solo evitare il bagel nel secondo set, ma perde gli ultimi quattro punti del match, e del suo torneo, su un Pietrangeli sbilanciato in favore della rumena.

Suarez Navarro, vittoria surreale. Ha dell’incredibile il match che ha aperto il programma sulla Supertennis Arena tra Carla Suarez Navarro e Eugenie Bouchard, di cui confesso ho visto solo il secondo set e il tiebreak del terzo. Vinto 7-2 il tiebreak del primo set, Bouchard è la prima a firmare il break nel secondo set, salendo 4-3. E’ l’inizio però della seconda “partita nella partita”. Seguono cinque break consecutivi, con Genie incapace di concretizzare l’occasione di servire per il match sul 5-4, anche per un gran passante stretto di rovescio in cross della spagnola. Non si vedono, però, i miglioramenti di Suarez Navarro nei colpi di inizio gioco. Si vede, invece, tutta la poca fiducia della canadese, che quest’anno si è fatta più criticare per le scelte fuori dal campo, e per la mancata stretta di mano in Fed Cup, che per le vittorie in campo. E tutti i dubbi della giovane chiamata a confermarsi, che si ritrova invece travolta dall’insicurezza, emergono in campo. Suarez Navarro gioca una partita, Bouchard una serie di colpi, anche spettacolari, a sprazzi tiene anche bene sulla diagonale sinistra, ma è Suarez a interrompere la successione di break, allungare 6-5, prima di togliere ancora il servizio a Bouchard per il 7-5. Il meglio, però, deve ancora venire. Perché il successivo tiebreak del terzo set è un concentrato di illusioni e disillusioni, di allunghi e speranze, di prove ed errori difficile da ripetere. La spagnola va avanti 6-2, manca quattro match point di fila, e deve rimpiangere soprattutto il rovescio sciagurato che porta Bouchard al 5-6. Suarez ne sbaglia anche un altro, facile, che vale il sorpasso: 7-6 Bouchard che ha due match point a disposizione. Sembra finita, ma la canadese trema come non mai. Due doppi falli consecutivi firmano la sua condanna. Suarez non concede altre chances e chiude col dritto in cross dopo oltre tre ore di gioco.

 

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