di Sergio Pastena
Diciamoci la verità, tanto non è peccato: quando la Schiavone ha perso dalla Lepchenko ben pochi si aspettavano che anche quest’anno potesse esserci un’italiana in finale al Roland Garros. La nostra atleta più in forma, la Errani, aveva avuto un 2012 straordinario ma i precedenti contro le Top Ten alla vigilia erano a dir poco disastrosi e i quarti di finale erano già ritenuti un ottimo traguardo. E invece… troppa grazia, Sarita!
Per chi ancora non lo sapesse, la tennista emiliana è appena volata in finale all’Open di Francia battendo in tre set Samantha Stosur, fascio di nervi e muscoli volato in Europa dall’Australia per ricevere ancora un biglietto di ritorno con timbro italiano, come due anni fa quando perse in finale con la Schiavone. Per batterla la Errani ha giocato una partita da antologia, senza mollare mai la presa, neanche dopo un secondo set che avrebbe steso un cavallo.
Ma andiamo con ordine: il primo set è stato estremamente equilibrato, con un break per parte fino al cinque pari e l’australiana che teneva il pallino del gioco in virtù della sua propensione offensiva e della maggior potenza. A quel punto, però, arrivava il break della bolognese alla terza occasione e l’occasione di servire per il match: occasione colta puntualmente e primo set in cassaforte per 7-5.
All’inizio del secondo set arrivava il classico game che svolta la partita: la Stosur soffriva tantissimo ma, alla fine, riusciva a tenere il servizio e Sara aveva un passaggio a vuoto concedendo il break. Il vantaggio galvanizzava l’australiana, capace di aumentare a dismisura il numero dei vincenti e di ridurre i gratuiti, fino a chiudere con un secco 6-1. Partite dall’andamento di questo genere sono ben note e generalmente si concludono con la vittoria della favorita al terzo. Se dall’altra parte della rete, però, c’è una lottatrice nata come Sara niente è certezza.
E infatti… al terzo cominciava un match totalmente diverso, con Sara capace di mettere quasi sempre la prima rendendo la vita difficile alla Stosur, impossibilitata ad aggredire diretamente sulla risposta. Il 3-0 con un break di vantaggio sembrava lanciare verso la finale Sarita, ma l’australiana ancora una volta riusciva a rientrare, seppur soffrendo, fino al 3-3. Un fuoco di paglia, anche se in quel momento faceva paura: Sara rimaneva solida e concentrata mentre Sam diventava via via più fallosa, fino a spedire di nuovo l’azzurra a servire per il set, per il match e per la finale. Servizio tenuto a zero, con un diritto vincente in contropiede a suggellare un’impresa storica. Era dal 2005 che un’atleta con una testa di serie così alta non raggiungeva la finale: all’epoca, sempre con il numero 21, ci riuscì Mary Pierce, che però in passato era stata numero 3 del mondo. Stavolta la piccola Sara si lancia nelle Top Ten con la più bella delle vittorie.
Perché ancora oggi non sempre vince chi tira più forte…
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