Suzanne Lenglen nasce a Campiegne, una cittadina a nord di Parigi il 24 maggio 1899. Da bambina soffre di svariati problemi di salute e tutto si poteva pensare tranne che diventasse una sportiva. E invece diventerà la più forte tennista di tutti i tempi e una delle sportive che hanno fatto la storia. Perché Suzanne Lenglen non è stata solo una sportiva ma è stata una persona capace di cambiare il modo con cui le donne facevano sport, avvicinando per la prima volta nelle storia lo sport femminile a quello maschile.
A lei hanno dedicato diversi libri, tra gli altri, in lingua italiana, citiamo quello di Gianni Clerici: “Suzanne Lenglen, la più grande tennista del mondo”, una storia romanzata, che, attraverso le sue vicende sportive, racconta il mondo dello sport e del tennis in particolare tra le due guerre mondiali.
Suzanne quindi inizia a praticare questo sport tipicamente maschile nel 1910, quando suo padre la invitò a giocare nei campi di sua proprietà per provare a rafforzare quel suo corpo minuto e fragile. Incredibilmente Suzanne riuscì in pochi giorni a fare con successo quello che tanti uomini non riuscivano a fare. Le cronache mondane dell’epoca raccontano che i tennisti si allenavano cercando di colpire fazzoletti lasciati a terra dalla parte opposta del campo e Suzanne era l’unica a riuscire a farlo, mentre quasi tutti gli uomini che si allenavano con lei ne mancavano parecchi.
Nel 1914, quattordicenne, Suzanne partecipò al primo torneo di tennis, e poco dopo partecipò ai Campionati Francesi (che divenne Roland Garros), dove arrivò in finale, perdendo con la campionessa uscente Marguerite Broquedis in tre set molto combattuti. Quello fu l’ultimo incontro di tennis perso da Suzanne, che da quel momento in poi restò imbattuta per un periodo straordinariamente lungo, dal 1914 al 1926, con la sola eccezione di una esibizione negli Stati Uniti.
Proprio nel giorno del suo quindicesimo compleanno vinse i campionati Internazionali di terra battuta a Parigi e quando sembrava avviata ad una grande carriera arrivò la Prima Guerra Mondiale a sospendere ogni attività sportiva.
Le attività internazionali ripresero nel 1919 con il Torneo di Wimbledon. Per Suzanne era la prima volta che giocava sull’erba. Arrivò in finale vincendo facilmente e trovò la sette volte vincitrice del torneo, l’idolo della famiglia reale inglese Dorothea Douglass Chambers. Suzanne, salvò due match point e alla fine vinse 10-8 4-6 9-7 vincendo così il primo dei 25 titoli del Grande Slam che portò a casa. Quella finale di Wimbledon del 1919 resterà per sempre nella storia degli appassionati di tennis. Intanto è stato uno dei risultati più clamorosi, perché nessuno si sarebbe aspettato la sconfitta dell’inglese, che stava dominando da anni sull’erba, ma soprattutto perché in quel torneo, simbolo della compostezza e della tradizione nacque un nuovo modo di giocare a tennis e di vivere questo sport.
Suzanne si presentò in campo con un abito ben lontano dai canoni classici e formali che adottavano tutte le giocatrici. Per la prima volta aveva avanbraccia scoperte e la gonna sopra il polpaccio, un abito elegante con pizzi e merletti ben lontano da quegli scafandri che coprivano completamente le tenniste dell’epoca. Ma c’è di più. Nelle pause tra un set e l’altro Suzanne era solita sorseggiare brandy o cognac e sorridere divertita e un po’ maliziosa al pubblico delle prime file come se fosse ad una sfilata di moda più che ad una partita di tennis.
Anche nel modo di giocare Suzanne rivoluzionò quello che era lo standard per il tennis femminile. Serviva dall’alto, tirava palle violente e precise e veniva a rete con continuità mostrando grande coordinazione nelle volee anche grazie ai movimenti imparati dalla danza.
Arrivarono feroci critiche dalla stampa e dal mondo conservatore inglese, ma anche inviti a feste, ricevimenti, incontri mondani. Tutti volevano conoscere questa donna che aveva osato sfidare l’establishment britannico.
Ma soprattutto Suzanne era nettamente la più forte sui campi da tennis, quello del 1919 fu il primo dei 6 titoli di Wimbledon vinti consecutivamente senza mai perdere un set con l’eccezione del 1924, edizione a cui non partecipò per problemi di asma che la tennero bloccata a letto.
Nello stesso periodo Suzanne vinse anche 6 titoli al Roland Garros sempre senza mai perdere un set.
In mezzo vinse anche due medaglie d’oro (singolo e doppio misto) alle Olimpiadi di Anversa del 1920 Nel 1920, 1922 e 1925 vinse nella stessa stagione singolare, doppio e doppio misto a Wimbledon, record ancora imbattuto. Complessivamente vinse 81 titoli di singolare e 75 di doppio e soprattutto fece una serie impressionante di 171 vittorie consecutive.
L’ultima grande rivale fu per Suzanne l’americana Helen Wills, che l’avrebbe emulata nel successivo ventennio. L’incontro con la Wills, che avvenne nel febbraio del 1926 al Carlton Club di Cannes, fu uno dei più combattuti e seguiti del secolo, la solenne consacrazione del tennis femminile. A spuntarla fu Suzanne, ma a fatica in tre set combattutissimi. Alla fine della partita addirittura svenne, sfinita dalla tensione e dai ritmi di gioco.
La carriera e la popolarità di Suzanne Langlen finì nel 1927, quando a Wimbledon, favoritissima per il settimo titolo, non si presentò all’ora corretta, forse per un disguido, e il fatto di aver fatto attendere la regina Mary fu interpretato come uno sgarbo troppo grave da parte di tutti. Fu costretta a ritirarsi dal torneo e quella fu la fine della sua carriera di tennista dilettante, come erano tutte a quei tempi.
In realtà da quel momento in poi inizio una serie di esibizioni a pagamento, e anche da quel punto di vista fu la prima a farlo e in breve tempo i suoi cachet aumentarono a dismisura diventando più alti di quelli degli uomini con cui faceva le esibizioni e la sua popolarità riprese a crescere in maniera esponenziale soprattutto negli Stati Uniti dove si era trasferita.
In particolare fece una turnee in giro per gli Stati Uniti per giocare in diverse città contro Mary Browne, ex vincitrice degli US Open e venne pagata la cifra record di 75000 dollari. Quell’incontro, di tennis femminile, per la prima volta nella storia, catturava più interesse e pubblico di altri incontri maschili programmati nelle stesse giornate e nelle stesse esibizioni. La Lenglen, vinse tutti e 38 i match disputati contro la Browne in quella tournée statunitense.
Nel 1927 poi rientrò in Francia e fondò una scuola di tennis a Parigi, vicino al Roland Garros, in cui venivano bambini e bambine da tutta la Francia per potersi allenare con la “Divina”. Anche nel dirigere la scuola tennis applicò metodi assolutamente nuovi e non convenzionali, facendo ampio uso di tecniche di allenamento prese dalla danza.
Morì nel 1938 a soli 39 anni, di leucemia fulminante, malattia che l’aveva resa cieca negli ultimi mesi della sua vita. Ai suoi funerali partecipò una folla oceanica, mai vista prima per le esequie di un personaggio pubblico e poco dopo la sua morte, la città di Nizza le dedicò un importante viale cittadino.
Nel 1994, al Roland Garros venne inaugurato il Court Suzanne Lenglen, uno splendido stadio da quasi 10.000 posti, secondo per importanza solo al Centrale.
Per concludere la ricordiamo con la citazione che il grande Rino Tommasi le dedica “Suzanne è stata la prima atleta professionista dello sport moderno. L’unica tennista che a Wimbledon abbia solo e sempre giocato sul campo centrale, abbia regolato la presenza in tribuna della Famiglia Reale, sposando due antiche passioni della società britannica, quella per la monarchia e quella per il tennis”
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