Non è stato facile e forse non è stato bello, ma sicuramente è stata una vittoria meritatissima quella che oggi ha portato Lucie Safarova alla prima finale di un major della sua sempre più importante carriera. La ceca non aveva che raggiunto un solo quarto di finale in tantissimi anni nel circuito, prima di raggiungere la semifinale a Wimbledon l’anno scorso. Oggi però si è superata e ha superato grandi difficoltà emotive per poter approdare a quella che sarà la più importante finale della sua carriera ad oggi.
L’anno scorso, in quella semifinale a Wimbledon giocò una bella partita contro Petra Kvitova, perdendo ma mostrando grandi capacità di gioco, oggi invece, forse schiacciata dalla consapevolezza di essere la favorita, ha faticato a trovare il suo miglior tennis, trovandosi vicina a perdere il controllo della partita già dai primi punti. Ana Ivanovic, che proprio 12 mesi fa perse al terzo turno dalla Safarova, non aveva nulla da perdere, trovandosi alla prima semifinale slam dopo 7 anni, proprio quel 2008 quando vinse questo torneo. Forse forte di questa consapevolezza di essere la sfavorita fuori dai blocchi, la serba è scesa in campo con grande tranquillità, mostrandosi solida con tutti i fondamentali, soprattutto il tanto agognato rovescio. Incoraggiata da una Safarova bloccata dalla tensione, che le impediva di muoversi con agilità e che le ha fatto sbagliare tanti colpi facili, la Ivanovic si è involata sul 4-1 e sul servizio della ceca ha avuto una chance di allungare sul 5-1. Quel game però si è dimostrato fondamentale perché la Safarova ha tenuto il servizio al termine di un gioco combattuto ma non giocato al massimo.
La numero 7 del seeding si è spinta fino al 5-2, ma lì si è alzato il livello di gioco della ceca, mentre la calma che ha contrassegnato l’inizio del match della Ivanovic è sparita, lasciando spazio a tutta l’agitazione che ha caratterizzato molte delle sue performance nei grandi eventi. Chiamata a servire per il set sul 5-3, la serba ha subito il primo break del suo incontro su una letale risposta di rovescio incrociato della Safarova, che poi ha pareggiato con freddezza i conti. Il treno della tennista di Belgrado si è poi deragliato, con due doppi falli e un dritto sbagliato che hanno consegnato un secondo break consecutivo alla ceca, che non si è fatta pregare e ha chiuso a zero il primo set 7-5.
Riordinate le idee durante la pausa tra i due parziali, la Ivanovic è partita nuovamente bene, tanto da insidiare nuovamente la 13a testa di serie al servizio, avendo due palle break nel secondo gioco. La ceca però ha risposto a tono e ha chiuso il game con quattro ace, prima di andare a strappare il servizio alla propria avversaria nel gioco successivo.
La qualità dell’incontro è andata a singhiozzo, ma è stata quasi sempre la ceca in controllo degli scambi, tanto da avere una nuova chance ti allungare ulteriormente nel quinto game, ma invano. Il match ha seguito l’ordine dei servizi fino al decimo gioco, quando i nervi hanno nuovamente assalito la ceca, che li aveva fugati a metà del primo set: il braccio si è irrigidito e le gambe bloccate, ciononostante si è issata a match point, salvo servire un doppio fallo, il terzo del game. La Ivanovic ha faticato, ma alla quarta chance, aiutata da un nastro che ha portato in corridoio il colpo della Safarova, ha riacciuffato la parità.
Forse scossa da questa occasione sprecata, la ceca ha reagito nel miglior modo possibile, ritrovando la tranquillità e strappando nuovamente il servizio ad una serba di nuovo nervosa e fallosa. Chiamata a servire per la seconda volta per approdare alla prima finale slam della sua carriera, la Safarova si è fatta trovare pronta questa volta, chiudendo con un magnifico dritto a sventaglio al terzo match point, il secondo nel game, lasciandosi scivolare a terra, mentre le emozioni la sopraffacevano.
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