da Roma, Alessandro Mastroluca
Il tris di Maria. Ha sofferto, ha giocato male per due ore, ma la forza mentale di Masha ha fatto la differenza. Sharapova, che tornerà numero 2 del mondo, batte Carla Suarez Navarro 46 75 61 e vince Roma per la terza volta (una tripletta che prima le era riuscita solo a Stoccarda). Conquista così il 35mo titolo in carriera alla 58 finale. Alla spagnola, la giocatrice che quest’anno ha portato a casa più match, che ha collezionato più successi al terzo set, ma ha vinto solo una finale sulle otto disputate, è mancata un po’ di energia nella parte finale del match
La spagnola, che contro Simona Halep ha conquistato il primo successo su una top-2 al decimo tentativo e la seconda vittoria di fila contro una top-2 sulla terra battuta, sarà comunque numero 8 del mondo, staccata 10 punti da Ana Ivanovic, e ottava testa di serie al Roland Garros. Roma rimane il suo miglior torneo, mai prima aveva sconfitto tre top-10 nella stessa settimana, e fino al 5-5 nel secondo set ha anche sognato di chiuderlo in bellezza. Sharapova, però, ha mostrato ancora la sua straordinaria competitività, che prescinde dai 53 gratuiti, che si nutre degli infiniti rimbalzi prima di servire, dei come on esasperati e delle urla (oggi per la frustrazione se l’è presa anche con un giudice di linea dopo una chiamata dubbia).
La russa ha così vinto la 21ma partita delle ultime 22 a Roma (26-3 in totale), la 62 sulle ultime 68 sulla terra rossa, superficie che ha “scoperto” a Strasburgo nel 2010 e su cui ha conquistato 11 titoli, eguagliato il record di Serena Williams per una giocatrice in attività.
Fondamentale, nel primo set, il quarto game: l’iberica salva tre palle break e poi strappa il servizio alla russa nel gioco successivo. Tiene poi a zero i successivi due turni di battuta e allunga 5-3. Masha salva due set point, prima con il drop vincente di dritto corretto dal nastro poi forzando l’errore di rovescio dell’avversaria, ma la conclusione è solo rimandata. Suarez Navarro va a servire per il set e stampa un parziale di tre punti consecutivi per completare il 6-4
Masha parte meglio nel secondo set, infila subito il primo break (3-1), ma gioca a strappi, sbaglia troppo. La spagnola sa come metterla in difficoltà, apre gli angoli, alza le traiettorie, la spinge fuori dalla “comfort zone”e recupera lo svantaggio. Qui viene fuori la determinazione della russa, campionessa bifronte tanto elegante sotto le luci glamour degli eventi mondani e del marketing quanto pronta a “sporcarsi” per trovare la maniera di raddrizzare le partite in cui non gioca poi così bene. Torna così avanti di un break, va a servire per il set ma ancora una volta non coglie l’occasione. Dopo il quarto game di fila ai vantaggi, Suarez Navarro ha firmato il nuovo aggancio sul 5-5. Sharapova, che non ha ancora avuto set point, fa quello che le riesce meglio, torna alle basi, back to basics che tradotto fa otto punti di fila per chiudere il parziale.
Al terzo set si arriva dopo l’intervento dei coach in campo. Hic et nunc, dice Budo a Suarez Navarro, che i tifosi hanno ribattezzato “Carletta”, qui e ora. “Se tieni nei prossimi 15′, allora lei sentirà la pressione”. Per poco l’indicazione funziona, e la spagnola si porta in vantaggio di un break. Ma l’effetto svanisce prima dei 15 minuti e Sharapova stampa un parziale da sei giochi di fila.
Una vittoria più di carattere che di tecnica, più di tigna che di lucidità. Un successo che comunque la porta con un altro spirito all’appuntamento con la difesa del titolo al Roland Garros.
In aggiornamento
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