di Sergio Pastena
La scorsa settimana siamo andati ad analizzare il modo in cui è cambiato il ranking maschile negli ultimi vent’anni, riscontrando un generale invecchiamento delle classifiche. Per verificarlo abbiamo preso l’età in cui sono entrati per la prima volta nei primi dieci gli attuali Top Ten, quelli del 2003 e quelli del 1993.
Questa settimana ripetiamo l’esperimento per il tennis femminile, però con due avvertenze: innanzi tutto, oltre che alle classifiche del 2013 e del 2003, abbiamo preso quella del 1998. Inoltre, essendoci difficoltà a reperire dati precisi tramite i vecchi ranking del sito Wta, abbiamo deciso di considerare la prima volta che una tennista ha chiuso l’anno tra le Top Ten, approssimazione che, comunque, non falsa eccessivamente i dati.
Come la volta scorsa, vi proponiamo subito la tabella.
Le nipoti di nonna Steffi
Il ranking del 1998 mostra chiaramente come, all’epoca, il fenomeno delle teenager fosse la normalità più assoluta: le prime dieci dell’epoca, infatti, erano tutte entrate nella Top Ten prima dei vent’anni ad eccezione della Novotna, vicina ai 21, e del caso molto particolare di Natalie Tauziat: la francese in varie annate è andata vicina all’obiettivo ma ci è riuscita soltanto alla veneranda età di 30 anni, peraltro toccando il best ranking a 32 anni con la terza posizione in classifica.
In particolare nel 1998 avevamo la Seles, entrata nell’Olimpo ancora quindicenne, Graf e Hingis che ci erano riuscite a soli 16 anni, Martinez e Sanchez nelle dieci ancora da minorenni. Era minorenne anche Venus Williams, così come la sorella Serena, ma come detto, la tabella è approssimata al ranking di fine anno. Anche per la Seles, non a caso, è riportata l’età di 16.
Insomma, all’epoca una diciottenne che ancora non era entrata in classifica probabilmente non ci sarebbe entrata più o, quanto meno, avrebbe avuto grosse difficoltà. Ma facciamo un salto avanti di cinque anni…
Le nipoti di nonna Monica
Il ranking del 2003, in linea teorica, propone un ulteriore abbassamento dell’età media di ingresso nella Top Ten: 17,8 anni contro i 18,6 del 1998.
Tale dato, però, è soltanto apparente: se da un lato, infatti, è vero che quasi tutte le protagoniste hanno fatto il loro ingresso nelle dieci sotto i vent’anni, è vero anche che sono di meno le minorenni, che oltre alla Seles contengono il dato eclatante di Jennifer Capriati, entrata nelle prime dieci a soli 14 anni distruggendo ogni record.
In compenso, però, non c’è più la Tauziat e il suo “30” nella casella età pesa non poco, visto che escludendo le “veterane” il dato cambia sensibilmente: 17,3 di media nel 1998 e 17,5 nel 2003.
Niente di disastroso, ad ogni modo: qualche adolescente in meno ma ancora tante ragazzine. E oggi?
Le nipoti di nonna Serena
Se la media del 2003 parlava di 17,8 anni (circa 17 anni e 10 mesi) prima dell’ingresso nella Top Ten, quella del 2013 dice 21 anni e 9 mesi circa.
Il dato è interessantissimo, specie se paragonato con l’equivalente maschile, dove l’invecchiamento è stato di un anno eppure ha portato a conseguenze visibili. Nel campo femminile, invece, si può parlare di un vero e proprio tsunami che ha investito il circuito.
Uno tsunami del quale dovremmo essere, per inciso, più che felici: sì, perché la Pennetta è entrata nelle prime dieci a 27 anni, Francesca Schiavone ne aveva quasi 31 e Sarita Errani 25. Ma non sono le sole. La Stosur, ad esempio, di anni ne aveva 26 mentre Na Li, quando ha raggiunto le semifinali negli Australian Open del 2010, era a un passo dai 28. Altra cosa interessante da notare: tra le “Under 20” contiamo Serena Williams e la Sharapova, che proprio non sono nuove arrivate, mentre tra le tenniste di ultima generazione i record di precocità spettano a Radwanska e Wozniacki, comunque già maggiorenni e vaccinate.
Le nipoti di zia Victoria
Anche in questo caso c’è davvero poco da dire: se una volta era normale trovare teenager nelle prime dieci della classifica, al giorno d’oggi le nuove generazioni hanno non poche difficoltà.
Attualmente nelle prime cento della classifica c’è una sola minorenne, la croata Donna Vekic, mentre 18 anni li hanno compiuti da pochissimo Madison Keys e Yulia Putintseva. La migliore tra le giovani è Sloane Stephens, che però di anni sta per farne 20 e non entrerà tra le prime dieci nei prossimi quindici giorni. Più speranze di riuscirci ha l’inglese Robson, ma in generale sembra piuttosto complicato pensare a un abbassamento dell’età media nei prossimi cinque o sei anni.
E non è che le attuali aspiranti Top Ten siano poi così giovani…
Quali sono le cause?
Esattamente come fatto nel maschile, è bene interrogarsi sulle cause del fenomeno.
La prima osservazione che viene da fare è che, in fondo, lo scarto maggiore che c’è nel tennis femminile tra gli ultimi 15 anni è facilmente spiegabile con fattori biologici: mai nel tennis maschile si è visto un ragazzino di 14 anni avvicinarsi anche solo alla Top 100, è impensabile per questioni puramente fisiche.
Sotto questa luce, però, se da un lato si spiega il notevole invecchiamento delle Top Ten, dall’altro diventa anomalo il confronto tra tennis maschile e femminile oggi. In particolare le donne hanno raggiunto un’età media di ingresso nelle prime dieci molto simile a quella degli uomini. Troppo, decisamente troppo.
L’impressione è che, a differenza del tennis maschile che al momento pare iper-competitivo, quello femminile abbia avuto un abbassamento impressionante del tasso tecnico, cosa che ha consentito a tenniste brave di poter aspirare alle prime posizioni anche se non più giovanissime.
Le tante numero uno senza corona, le vecchie leonesse che tornano in campo e vincono prove dello Slam, Serena Williams che torna numero uno, la Date che a 43 anni è ancora perfettamente competitiva, la Navratilova che vince un match di singolare a Wimbledon a 47 anni. Tutto è lì a dimostrarlo: siamo di fronte ad un tennis femminile decisamente più scarso dove non è indispensabile farsi strada subito a spallate per emergere.
Non ci sono più le quindicenni di una volta…
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