di Sergio Pastena
Dalla terra all’erba, per poi tornare all’amato cemento: è una Serena Williams con qualche certezza in meno quella che si presenta al via del torneo di Stanford, dopo che sia l’Open di Francia che Wimbledon le hanno regalato due inattese mazzate contro Garbine Muguruza e Alizè Cornet.
L’americana, quindi, riparte dall’America in un torneo che certo non ha una starting line facile: Radwanska, Kerber e Azarenka preannunciano battaglia, ma più in generale è il resto del tabellone a proporre ostacoli mica da poco, a partire dalla detentrice del titolo Dominika Cibulkova passando per le mine vaganti che rispondono ai nomi di Samantha Stosur e Venus Williams.
In altre parole, il lancio verso gli Us Open comincia alla grande, anche se non ci saranno pezzi d’Italia in giro: anche il tabellone di qualificazione era senza azzurre.
Washington provincia di Stanford
Italia assente anche a Washington, dove tuttavia le premesse del torneo sono totalmente differenti rispetto a Stanford: il montepremi è un terzo e a giocare non c’è nessuna Top Ten, ma tante outsider che possono vantare come motivazione aggiuntiva la possibilità di puntare a un posto nelle prime 16 del ranking.
A guidare la truppa è Lucie Safarova, ma il draw è ben bilanciato con presenze praticamente da ogni continente. Gli Usa si affidano alla loro pattuglia di giovani, con la Stephens e la Keys tra le teste di serie, mentre è stata omaggiata di una wild card Shelby Rogers. Makarova, Cornet e Pavlyuchenkova completano un tabellone non eccezionale ma comunque di tutto rispetto.
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