Naomi Osaka, 19enne giapponese, è una delle giovani più promettenti a livello internazionale. Nasce ad Osaka (seconda città più grande del paese, anche se lei preferisce Tokyo), in Giappone, il 16 ottobre 1997, da padre haitiano e madre giapponese.
La sua famiglia decide di spostarsi negli Stati Uniti quando lei ha tre anni e, quindi, cresce lì; inizia ad allenarsi a Fort Lauderdale, in Florida, ed ottiene la doppia cittadinanza: “Non ricordo come ho iniziato a giocare, di sicuro è stato mio padre a spingermi – racconta – però ad un certo punto mi sono accorta di essere brava, così ho deciso di andare avanti”. Inizialmente seguita dal papà, poi decide di spostarsi presso l’Accademia di Solomon ed esordisce nel circuito ITF nell’ottobre del 2011, nel tabellone di qualificazione del torneo 10mila dollari di Montego Bay in Jamaica.
Nel 2012 riesce a raggiungere la prima semifinale Itf della carriera ad Amelia Island dove perde, curiosamente, dalla sorella maggiore Mari, anche lei giocatrice di tennis, per 6-2 6-3. Nel luglio del 2012, ottiene il suo primo punto WTA grazie ad una bella vittoria nel primo turno del torneo Itf di Evansville negli Stati Uniti e termina l’anno con l’ingresso ufficiale nel ranking WTA, piazzandosi 1019esima, a soli 15 anni. Nel maggio 2013, nel torneo Itf 25mila dollari di El Paso in Messico, Naomi parte dalle qualificazioni e, superando nei sedicesimi la testa di serie numero 1 e in semifinale la testa di serie numero 5, si spinge fino alla sua prima finale dove viene sconfitta dall’americana Sanaz Marand in due set.
Grazie a questo risultato entra nella top-500 e, a settembre, gioca per la prima volta le qualificazioni per il main draw di due tornei WTA, prima quello di Quebec City e poi quello di Tokyo ma, in entrambi i casi, esce di scena al primo turno e chiude l’anno al numero 430 della classifica mondiale.
Nel 2014, continua a percorrere la strada del professionismo, ma non può giocare tanti tornei a causa della “norma Capriati” che regola il numero di tornei per le minorenni; a livello Itf raggiunge la seconda finale della carriera a Irapuato (Messico), dove viene sconfitta al terzo set. Sempre nel 2014, gioca altre qualificazioni WTA: Acapulco, ma esce all’esordio per mano della Barty, numero 154 del ranking; a Stanford, vince la sua prima partita nelle qualificazioni e vince anche al secondo turno, ottenendo la prima qualificazione al tabellone principale di un torneo WTA.
Al primo turno estromette, a sorpresa, la Stosur (ex numero 4 del mondo) per 4-6 7-6 7-5 in una partita durata due ore e mezzo. Questo successo coincide con la sua prima vittoria nel circuito WTA. Nel turno seguente viene estromessa, con un doppio 6-2, dalla Petkovic. Dopo questo exploit raggiunge la top-300. Riesce a partecipare al torneo WTA International di Osaka dove supera il primo turno, prima di perdere dalla Svitolina in tre set. Termina l’annata alla posizione numero 250.
Nell’aprile 2015, raggiunge la terza finale della carriera a Gifu, in Giappone, contro la Zheng, ma anche in questo caso, si deve accontentare del secondo gradino del podio. Nel giugno 2015, arriva la sua prima partecipazione ad un torneo del Grand Slam ma, sui campi in erba londinesi, esce al primo turno del tabellone di qualificazione per mano della Cirstea con lo score di 2-6 6-1 6-4. La seconda partecipazione ad un torneo del Grand Slam arriva alla fine di agosto dello stesso anno; sui campi di New York, supera il primo turno del tabellone di qualificazione ma esce di scena nel turno successivo per mano della Konta, allora numero 97 del ranking.
In tutto il 2016, la sua presenza sul tour è sempre molto viva: sedicesimi ad Hobart; la bellissima partita giocata in Australia contro Victoria Azarenka al terzo turno del tabellone principale del suo terzo Grand Slam, dopo essere partita dalle quali; la partita di terzo turno contro Simona Halep sui campi parigini del Roland Garros; la partita di terzo turno contro la Keys durante gli Us Open, persa negli ultimi punti per 5-7 6-4 6-7; la vittoria in finale contro la Garcia nel torneo a inviti di Singapore, una sorta di esibizione destinata alle più giovani, corollario alle Wta Finals; la finale del Wta di Tokyo, persa contro la Wozniacki per 7-5 6-3, dopo aver sconfitto al secondo turno la Cibulkova e in semifinale la Svitolina.
Attualmente numero 52 della classifica WTA, Naomi, per la sua tenera età, ha già ottenuto tante bellissime vittorie e soddisfazioni ma, il suo obiettivo è solo quello di continuare a viaggiare in giro per il mondo e di continuare a fare ciò che ama. Il suo 2017 è iniziato ad Auckland, poi Australian Open, Dubai e la settimana scorsa Indian Wells, dove è uscita al terzo turno per mano della Keys per 6-1 6-4.
I giapponesi vorrebbero tanto una giocatrice di alto livello da affiancare a Nishikori, una degna erede di Kimiko Date. Lei si descrive come una giocatrice aggressiva da fondocampo, e fonda il suo tennis soprattutto sul dritto. E’ cresciuta nel mito di Serena Williams (ma l’emozione più grande l’ha avuta quando ha parlato con Venus: “Non facevo altro che balbettare…”). Si tratta di una ragazza molto timida, delicata, e soprattutto molto rispettosa: “E’ la parte giapponese del mio carattere, se non devo mostrare troppe emozioni non lo faccio, anche se dentro sono un vulcano….”.
E, come ogni vulcano, anche Naomi potrebbe eruttare da un momento all’altro e raggiungere qualcosa di veramente importante. 4 lunghi anni la dividono dalle Olimpiadi di Tokyo; 4 lunghi anni durante i quali potrebbero cambiare tante cose. Ma, siamo sicuri che la sua umiltà e la sua semplicità la porteranno lontano, molto lontano.