di Giovanni Cola
Se le sono date di santa ragione per oltre tre ore in una battaglia senza esclusione di colpi. Per fare la cronaca dettagliata di tutte le emozioni di questa straordinaria finale femminile del Roland Garros 2014 servirebbe forse l’Ulisse di Joyce. Impossibile circoscriverle in poche righe. Quello che resterà negli annali sarà certamente il trionfo di una solidissima Maria Sharapova che ha battuto al fotofinish una generosissima Simona Halep (6-4 6-7 6-4). I due superlativi non sono casuali.
Entrambe infatti hanno profuso uno sforzo sovrumano per cercare di mettere le mani sul trofeo. Per Masha si tratta del quinto titolo dello Slam, il secondo conquistato a Parigi dopo quello del 2012. La rumena era invece al debutto nell’atto conclusivo di un Major. Nonostante questo ha giocato con un piglio da veterana, non ha mai tremato dal punto di vista emotivo. Ha compiuto un capolavoro nell’aggiudicarsi il tie break del secondo set, costringendo la sua avversaria a 4 errori consecutivi dal 5-3 in favore della russa. Ha inoltre deliziato il pubblico con recuperi prodigiosi, rovesci lungolinea fulminanti e uno spirito indomito che ha conquistato tutti gli spettatori presenti.
Sottolineare tutto ciò è necessario anche per rendere al meglio l’idea di quanto talento e della dose di carattere da cui ha dovuto attingere la Sharapova per iscrivere ancora una volta il suo nome nell’albo d’oro parigino. In più si è confermata implacabile quando la partita arriva al terzo set. Da antologia il parziale di 8 punti di fila, dal 4-4 fino alla gioia incontenibile del primo match point trasformato. Badate bene, in quel frangente non ha demeritato la Halep, Masha è semplicemente salita in cattedra. Quando serviva davvero fare la differenza.
Dal punto di vista tecnico, se proprio dobbiamo rimproverare qualcosa alla rumena, bisogna citare il servizio che in alcune circostanze è stato troppo ballerino e le accelerazioni di dritto che sono state eccessivamente imprecise nel momento in cui era imprescindibile sferrare il colpo del ko. Ma per lei ci saranno tante altre chances di rivincita. Per la siberiana invece la soddisfazione è sprizzata da tutti i pori. E’ andata subito nel suo angolo a congratularsi con tutto il team. Nei ringraziamenti durante la premiazione non ha dimenticato veramente nessuno. E’ lei la nuova regina della terra rossa nel circuito Wta. I progressi compiuti da Masha su questa superficie sono ai limiti dell’incredibile. Simona tuttavia si consolerà con la terza posizione nel ranking da lunedì prossimo e con la certezza che le lacrime sgorgate a fine match saranno sicuramente il preludio a qualcosa di più grande.
“Quando ho iniziato a giocare a tennis – ha dichiarato la campionessa del Roland Garros 2014 – non avrei mai immaginato che questo sarebbe stato il primo Slam che avrei vinto per due volte in carriera. Se poi penso che solamente sei mesi fa stavo ancora recuperando da un grave infortunio, questa felicità acquisisce ulteriore valore. Vuol dire che tutti i miei sacrifici sono stati ripagati alla grande. E’ stata probabilmente la finale più impegnativa che abbia mai disputato dal punto di vista atletico. Venivo da altre rimonte importanti, sono stata brava a non cedere e a non perdere la concentrazione dopo aver perso il secondo set. Credo sia stato quello il momento chiave di tutto l’incontro in cui ho fatto sentire a Simona molta pressione. Devo in ogni caso fare i complimenti anche a lei, resterà a lungo tra le più forti del mondo”.
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