di Giovanni Cola
Per farvi capire chi è davvero Simona Halep vi devo raccontare un piccolo aneddoto di cui sono stato direttamente testimone.
Roma 2013. Ultimo turno di qualificazioni al tabellone principale contro la Hantuchova. La giocatrice rumena sconfigge abbastanza agevolmente la sua avversaria al calar della sera. Pochi spettatori sono rimasti sugli spalti fino a quell’ora, la temperatura era infatti già scesa di diversi gradi e quello era l’ultimo match ancora in fase di svolgimento. Simona, dopo la vittoria, si ferma almeno un quarto d’ora sul campo a firmare autografi, scattare foto e scambiare qualche battuta in italiano con il pubblico, soprattutto tanti bambini. Gli inservienti del campo la esortano a guadagnare la via degli spogliatoi, nel frattempo i campi erano già stati sistemati. Lei se ne va dopo aver regalato polsini e cappellino ad un bimbo di 7-8 anni che per la felicità non smetteva più di urlare “Simona-Simona!”. In quel torneo la Halep sappiamo che arriverà poi fino in semifinale cedendo il passo solamente a Serena Williams.
Questa lezione di umiltà serve per vedere con occhi diversi il suo trionfo di oggi. Il titolo più prestigioso finora della sua carriera, un Wta Premier, conquistato con tantissimo merito (6-1 6-3) a Doha dove ha avuto la meglio di una Angelique Kerber apparsa opaca e meno brillante delle precedenti apparizioni.
Simona è stata comunque perfetta. Negli ultimi mesi ha maturato una crescita sensazionale, non solamente in classifica. Solidissima da fondo, un servizio molto insidioso su cui si vedono i progressi compiuti in tante sessioni di allenamento. Senza dimenticare il dritto incrociato, vero marchio di fabbrica con il quale riesce ad essere letale. Ma ad essere cambiato in positivo è stato proprio il suo atteggiamento in campo. Una forza mentale che è in grado di esprimere su tutte le superfici, dalla terra rossa al veloce. Non dimenticandoci dell’indoor. La tennista di Constanta ha così marciato spedita verso la top 10 e da domani sarà la nuova n.9 del ranking.
Una cavalcata che forse nemmeno lei, nei suoi migliori auspici, si sarebbe augurata potesse essere così repentina. E a 23 anni ancora da compiere la sensazione è che davvero il meglio per lei debba ancora venire. Intanto si gode la gloria. A Doha prima della Kerber aveva dominato la Radwanska e la nostra Sara Errani. Non esattamente due comprimarie, insomma.
Finalmente, ci sarebbe da aggiungere, possiamo parlare della Halep non soltanto come una ex maggiorata.
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