di Sergio Pastena
Dove eravamo rimasti? Ah, sì, a una considerazione scontata nel caso di Francesca Schiavone, ovvero che dopo tutte le sconfitte di questi mesi non era lecito essere fiduciosi ma era lecito sperare, visto il suo grande carattere. E la nostra leonessa, buttandosi alle spalle mesi di difficoltà e battute d’arresto, non ci ha smentiti: vittoria a Strasburgo, senza cedere un set in tutto il torneo.
Intendiamoci, la Schiavone non ha dovuto affrontare pezzi da 90, anche perché in Francia non ce n’erano: la prima testa di serie, Sabine Lisicki, era arrivata in extremis con una wild card ed è tornata a casa altrettanto rapidamente, battuta dalla Parmentier al primo turno. Il tabellone, comunque, conta poco per due motivi: innanzi tutto questa vittoria è fondamentale, perché era l’ultima occasione per recuperare morale, fiducia e condizione in vista del Roland Garros. Inoltre, se è vero che in giro non c’era la Azarenka, è altrettanto vero che la nostra leonessa ha vinto bene, lasciando alle avversarie le briciole: Cadantu, Lucic e Larsson hanno subito la stessa sorte, racimolando tre games per match. In semifinale l’enfant prodige Sloane Stephens ha lottato per un set, conclusosi 7-5 per Francesca, prima di mollare nel secondo. Infine l’ultimo atto, contro l’atleta di casa Alize Cornet: una che da qualche anno va a rilento, ma che non era da sottovalutare nonostante i precedenti dicessero 7-1 per Francesca, con l’unica sconfitta arrivata al Foro Italico in quel 2008 ricco di sorprese nel quale la francese si arrampicò fino alla finale. Infatti è stata una finale lottata, con la Cornet sempre sul pezzo ma costretta costantemente a rincorrere fino al 6-4 6-4 finale per la Schiavone.
Questa settimana si giocava anche a Bruxelles, dove ha vinto la più forte delle Radwanska, Agnieszka, battendo in finale la rumena Halep 7-5 6-0. C’è stata una parentesi di gloria anche per l’altra sorella, Urszula, arrivata fino ai quarti dopo aver fatto fuori una Bartoli che ultimamente sembra in condizioni disastrose. In quanto alla Halep, è stata doppiamente brava sia per la finale che per la rimonta contro la Cibulkova, compiuta dopo aver incassato uno 0-6 iniziale. La Radwanska, però, al momento era troppo per lei: l’unica a tenere testa alla polacca in qualche modo, pur senza riuscire a strapparle un set, è stata l’estone Kanepi in semifinale, mentre le altre avversarie non han raccolto quasi niente. Sorpresa del torneo la belga Van Uytvanck, che ha onorato al meglio la wild card arrivando fino ai quarti.
E ora si apre il sipario del Roland Garros e sui bei ricordi che ci porta alla mente il torneo francese: incrociamo le dita.
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