Come quando di un film si arriva alla terza parte, quanto segue può essere o di grandissima qualità (ad esempio il Signore degli Anelli) o un tedio incredibile (leggasi Harry Potter). I match di giornata erano però degni di attenzione e lasciavano ben sperare, soprattutto mentre ancora negli occhi di tutti c’era lo spettacolo dell’incontro tra Kerber e Sharapova.
Dopo le minacce ricevute da Simona Halep negli scorsi giorni, c’era molta curiosità nel vedere come avrebbe reagito mentalmente ad un tale stress, aggravato dai tanti membri della sicurezza ad accompagnare la rumena in tutti i suoi spostamenti qui a Stoccarda. A fine match avrebbe comunque detto: “Io sono qui per giocare a tennis, ci sono altre persone che si preoccupano della mia sicurezza, quindi non ha senso lo faccia io.”
In passato le due si erano affrontate solo due volte, con una vittoria a testa, ma in match a senso unico, tanto che le perdenti avevano racimolato solo 3 game in totale. Quest’oggi però sarebbe stato diverso ed entrambe lo sapevano. Se non è stato un record, poco ci è mancato, con 16 servizi persi su 20 giochi totali, ma soprattutto solo un servizio tenuto nel primo parziale.
Il game che poi si è rivelato decisivo per il primo set è stato quello di apertura, con la fresca numero 2 del mondo che ha tenuto la propria battuta con agilità e poi breccato per involarsi sul 2-0. A quel punto è stata brava la Errani a reagire e riaprire l’incontro con un break a 0 sfruttando a pieno le traiettorie lungo linea. Il servizio di entrambe però lasciava troppo spazio all’iniziativa in risposta dell’altra, tanto che come detto da lì in avanti nessun avrebbe portato a casa un game sul proprio servizio fin all’inizio del secondo parziale. Non deve però ingannare questo dato bizzarro, perché la qualità di gioco si è mantenuta altissima, con entrambe in spinta e, come in una partita a scacchi, pronte a prendere vantaggio di un’indecisione dell’altra e chiudere con un vincente.
Il solito stormo di tifosi rumeni rendeva il palazzetto più vivo del solito pubblico molto politically correct tedesco, senza però denigrare l’azzurra, spesso applaudita per le coraggiose soluzioni vincenti con cui rintuzzava le spinte da fondo della tennista di Costanza. Ciononostante il primo set si è chiuso a favore di quest’ultima, che dopo aver fallito nel chiudere sul proprio servizio, ha sistemato i conti nuovamente in risposta. La tattica di entrambe era piuttosto chiara: la Errani cercava di variare, spingendo lontano dal campo la Halep con il dritto carico, mentre quest’ultima anticipava molto, a costo di commettere qualche errore in rete, cercando la diagonale di rovescio prima di chiudere in lungo linea. La prima a tenere il servizio è stata nuovamente la rumena, che si è appigliata ad un ace di seconda pur di chiudere il terzo gioco, ma subito ha risposto a tono l’azzurra, che ha tenuto il proprio servizio, prima di dare inizio ad un’altra girandola di break. Non è riuscita però Sarita a sfruttare una giornata complicata al servizio per la Halep, che ha continuato a toccarsi la schiena e a coprirla nei cambi campo, tanto che è stata nuovamente la rumena a trovare un game conquistato al proprio servizio per decidere il match, pur chiusosi nuovamente con un break.
Nessuna storia invece nel secondo match di giornata, con cui Caroline Wozniacki ha archiviato Carla Suarez Navarro con un netto 6-0 6-3. Per diversi aspetti è stata però una vittoria sorprendente quella della danese, che nelle ultime due stagioni aveva racimolato solamente 2 vittorie sul rosso, a fronte di molte sconfitte, tra cui l’unica in carriera contro l’avversaria odierna, proprio su questi campi due anni fa. Inoltre, la Suarez Navarro aveva dato tanti segnali durante questa stagione di una nuova continuità di rendimento, tanto da essere la numero 4 della race.
Oggi però la spagnola sembrava lenta e forse provata dal match serale di ieri, fatto sta che per un set non ha visto palla, anche grazie ad un atteggiamento molto propositivo della danese, che ha mostrato varietà di intenzioni e un dritto solido, con maggior spin e profondità. Chiamato il coach a fine set, la numero 10 del mondo ha provato a cambiare atteggiamento e grazie all’aiuto di un piccolo passaggio a vuoto della ex numero uno del mondo ha prodotto un ultima fiammata di orgoglio, trovando un break inaspettato, ma che comunque non ha cambiato le sorti del match.
In un certo senso, il momento più divertente del match è arrivato alla fine, quando alla danese è stato dato il compito di lanciare tre palline tra il pubblico, così che un fortunato potesse provare a rispondere al suo servizio e vincere una vacanza in Turchia. Il vincitore è stato un uomo di Detroit che nonostante l’evidente inconsuetudine nell’impugnare una racchetta ha messo in campo una specie di dritto che gli è valso il viaggio, nonostante la sua totale ignoranza dell’esistenza di una città chiamata Ankara.
Tutto facile, o quasi, anche per la beniamina del pubblico casalingo Angelique Kerber, che ha sofferto solo per tre giochi contro Ekaterina Makarova, in un match dove la componente mentale era sicuramente il fattore più complesso per la tedesca. La tennista di Brema arrivava a questo match dopo la splendida vittoria di ieri sulla Sharapova e con un record positivo contro la mancina russa, oltre che da tre vittorie consecutive su di lei.
Nonostante un’evidente fasciatura alla coscia e una partenza in sordina con cui è subito scivolata sotto 3-0, la tedesca ha fatto suo il primo set con un parziale di 6 giochi consecutivi, con cui ha subito messo in chiaro alla Makarova che se voleva fare punti, doveva trovare le righe, sicché a lungo andare questo ha demolito la russa. Nel secondo parziale le due sono rimaste vicine per i primi game, ma la confusione tattica della numero otto del mondo si è palesata non molto più tardi, con errori dozzinali, tra cui un orribile tentativo di palla corta in risposta che non ha nemmeno raggiunto la rete. Con un ultimo sprint finale, la teutonica ha quindi chiuso il parziale 6-3 6-2, concedendosi un po’ di riposo in vista della seconda semifinale consecutiva, dopo quella vittoriosa di Charleston.
Il match di giornata è stato però quello che meno ti aspetti, perché Caroline Garcia è la predestinata che sta esplodendo, perché ha battuto in maniera convincente la Ivanovic e nessuno si aspetta che Madison Brengle possa fare l’impresa, non di nuovo. Ma l’americana è entrata in campo con un’altra idea: ha già battuto Petra Kvitova, quindi sa come affrontare la gran colpitrici e sa che può metterle in crisi. L’inizio è un braccio di ferro al servizio, nonostante il metro e 63 l’americana ha servito bene e non ha lasciato grandi possibilità alla Garcia, che invece ha sfruttato tutta la sua statura per scaraventare diverse cannonate oltre i 190km/h. Ma come disse molto intelligentemente una volta Elena Dementieva, che effettivamente non è il primo nome che viene in mente quando si pensa ad un esempio di buon servizio, ‘un buon servizio non è dato dalla sola velocità’. Così la minuta statunitense ha chiuso il match con un numero di ace simile alla transalpina, nonostante questa abbia servito l’ace più veloce del torneo a 197km/h. Il primo set è comunque andato alla francese, che però poi ha perso l’inerzia dell’incontro nel momento di chiudere i conti nel secondo parziale, in cui nel quinto gioco ha avuto quattro palle break, di cui tre consecutive, ma che non è riuscita a sfruttare, dando fiducia alla Brengle, che ha poi vinto i due giochi consecutivi portandosi sul 5-2. Lì la Garcia ha trovato l’ace di cui parlavo sopra per chiudere un game complicatissimo, ma questo non ha intimorito l’americana che con personalità ha chiuso il set, tra lo stupore generale di un pubblico che ha cominciato a sperare nella sorpresa. Il gioco particolare e poco ortodosso della giocatrice del Delaware, fatto di palle senza peso, dritti in slice e accelerazioni improvvise ha così conquistato il pubblico e fatto impazzire la giovane francese, che è andata su tutte le furie nel sesto gioco, quando appena subito il break ha avuto sei palle per ristabilire la parità, ma se le è viste cancellare dalla Brengle con la calma di una veterana. Calma che è stata centrale poco più tardi, quando sul 4-3 ha trovato un’ottima prima di servizio per assicurarsi la chance di servire per il match, dopo un brutto doppio fallo. Non ne ha avuto bisogno però l’americana, che ha breccato ancora una volta Garcia, la terza su tre occasioni, grazie a tre lob che hanno forzato altrettanti errori.
Ultima nota in chiusura, nell’intervista a fine match, la Brengle è rimasta terrorizzata dal cronista che ha tradotto la sua risposta in tedesco, poiché pensava gli stesse facendo un’altra domanda ma in una lingua che non capiva.
PS. Non so se sapete, ma non sono proprio un grande estimatore del tennis di Maria Sharapova, e quando credevo di essermene liberato grazie alla Kerber ecco che il suo fantasma mi appare in colorate formazioni zuccherine, altresì dette “caramelle gommose”. Eh sì, una collega della sala stampa non ha resistito al richiamo delle note Sugarpova, e così anche io mi sono abbandonato ad un assaggio. Beh, non erano poi così male…
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