di Sergio Pastena
Atp e Wta sono mondi dominati da logiche a parte, totalmente differenti in certi casi. Nei tornei Atp, infatti, gallina beccami se un Top Ten scende in campo la settimana prima di uno Slam. Questo fa sì che anche in caso di adesioni last minute comunque queste arrivino da giocatori bravi ma non proprio imprescindibili per il torneo e che, come a Winston Salem, questi giocatori siano gentilmente invitati a passare per le qualificazioni.
Differente lo scenario a New Haven, dove si gioca il Connecticut Open: all’ultimo secondo si sono presentate Cibulkova, Petkovic, Stosur e Flipkens, tre ex Top Ten e una che ci è andata vicino. E cosa vuoi fare allora? A giocare il nutritissimo tabellone di qualificazione si accomodano un po’ tutte, con un taglio degno dei migliori tornei se pensiamo che tutte quelle dal 40 in poi il tabellone principale se lo sono sognato.
L’Italtennis, per fortuna, anche se ha visto cadere nelle qualificazioni Knapp e Schiavone, aveva abbastanza fieno in cascina per inserire una pattuglia nutrita ai nastri di partenza anche in tornei dal taglio basso come questo. Prime tra tutte, ovviamente, Flavia Pennetta e Sara Errani, sesta e settima testa di serie: la brindisina ha battuto la Koukalova mentre Sarita se la vedrà con la Muguruza. In tabellone anche la Giorgi, che ha già superato la Vandeweghe, mentre Robertina Vinci è caduta all’esordio contro Ekaterina Makarova. Tanta roba, la russa, per un primo turno.
D’altro canto qui ci sono big con la B maiuscola: Simona Halep e la già citata Kvitova in primis, seguite da Genie Bouchard e da una Wozniacki pimpante come mai si era vista negli ultimi due anni. Insomma, a dispetto dei magri salatini forniti come antipasto dai colleghi maschili, nel tennis in gonnella la settimana prima degli Us Open dispensa caviale e champagne.
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