Di Federico Principi
Battendo due insidiose spagnole come Lara Arruabarrena e Silvia Solar-Espinosa negli ultimi due turni, Irina Falconi si è pochi giorni fa aggiudicata il suo primo titolo WTA in carriera, l’International di Bogotà su terra battuta ma in condizioni di elevata altitudine. L’americana ha così fatto un passo decisivo per riavvicinarsi al best ranking di numero 64 del settembre 2015, riassestandosi al numero 67.
Nata a Portoviejo (in Ecuador) il 4 maggio 1990, Irina Falconi ha acquisito la nazionalità statunitense iniziando ad allenarsi a New York ad appena 4 anni, sotto la guida di suo padre Carlos, ex calciatore professionista. Come tantissimi suoi connazionali la Falconi ha completato la propria formazione tennistica all’Università: sotto la guida di Bryan Shelton la ragazza di origini ecuadoriane si è allenata al Georgia Insitute of Technology ad Atlanta, prima di passare professionista a 20 anni nel 2010, in ritardo rispetto alla media dei colleghi come spesso accade agli statunitensi (vedere Isner e Johnson).
Quello di Bogotà di qualche settimana fa è il primo titolo in carriera su terra battuta per Irina Falconi. L’americana aveva raggiunto la finale in doppio nel 2015 e ha perfino migliorato il risultato finale: non sembra un caso che i picchi di rendimento sulla terra siano giunti in un torneo caratterizzato dalla forte altitudine. Spulciando il curriculum di Falconi spiccano infatti 5 titoli ITF tutti su superfici dure – tra cui il 50.000 $ di New Braunfles – e ben 8 finali ITF perse, la più prestigiosa delle quali nel 100.000 $ di Midland nel 2011 contro Lucie Hradecka. Anche in doppio, escluso Bogotà 2015, tutti i successi e le finali WTA e ITF sono giunti su terreni duri, con un best ranking di numero 70 anche nella specialità del doppio.
Dalla tecnica di esecuzione dei colpi di Irina Falconi si capisce perché il suo tennis sia più efficace su superfici generalmente più rapide. La statunitense ha aperture brevissime su entrambi i fondamentali e tende a colpire la palla piuttosto vicino al corpo sia con il rovescio che con il dritto, che esegue con il gomito piegato per accentuare la rotazione del braccio/tronco. Non si segnala per una particolare spinta sulla palla e di conseguenza nemmeno per la pesantezza, ma Falconi possiede comunque un buon timing senza tuttavia eccellere negli spostamenti laterali.
Il 2015 è stata la stagione in cui Falconi ha compiuto un ulteriore salto di qualità: in un’intervista a lastwordonsports.com la statunitense ha evidenziato un’eccellente maturità e professionalità che l’ha portata ad «analizzare dettagliatamente le strategie e il gioco per migliorare il più possibile». La sua qualità principale è infatti la lucidità tattica con la quale sopperisce a colpi piuttosto leggeri: in questo modo ha messo in difficoltà Venus Williams al secondo turno dell’ultimo US Open, garantendosi anche una certa popolarità che – a giudicare dalla maturità in cui approccia le sue interviste – non è comunque la sua priorità rispetto al lavoro quotidiano. Anche Bryan Shelton ha affermato che «Irina ha una grande senso dell’anticipo e vede il gioco come se fosse un’osservatrice esterna». In una parola: lucida.
Irina Falconi ha recentemente spiegato (nella stessa intervista) che una delle chiavi del suo riuscito salto verso il professionismo sia stata la giusta dose di ingerenza del padre, con il quale iniziò ad allenarsi da piccola: «Quando avevo 14 anni mio padre andò in Florida per cercare un’abitazione dove ci saremmo trasferiti. Per tre mesi nessuno mi forzò a giocare a tennis e in quei tre mesi ho capito che amavo veramente questo sport e avrei voluto giocare, a prescindere se fosse o meno presente mio padre». Un ambiente sano, estremamente differente a quello che si crea attorno a molte sue colleghe (mi limito a citare i casi celebri di Graf, Dokic e Bacsinszky) e decisamente importante per una crescita progressiva, consapevole e non affrettata, che potrebbe ancora non essere conclusa, a 26 anni e dopo la sua migliore stagione.
A seguito del violento e terribile terremoto che ha colpito la terra natia, la Falconi ha lanciato una raccolta fondi per aiutare il suo paese a ripartire, come mostrato in questo tweet, a testimonianza di una ragazza generosa anche fuori dal campo.
Guys, we are at $3500 of the $5000 goal for Ecuador Earthquake relief!! We are almost there! Please share! https://t.co/aiDFjjwO4h <3
— Irina Falconi (@IrinaFalconi) 25 aprile 2016