Il grande ritorno di Flavia Pennetta

Pennetta

di Salvatore Petrillo

Partiamo da questo, fondamentale, presupposto: nessuno, neanche il più ottimista dei fans di Flavia, si sarebbe aspettato un anno fa di vedere a fine 2014 la brindisina al numero 15 del ranking, con in tasca il torneo di IW e la possibilità, seppur remota, di giocarsi il Master di doppio.

Ma tant’è. E la rinascita di Flavia è passata attraverso una seconda parte di 2013 di altissimo profilo, a partire dall’ottavo di finale a Wimbledon, culminata con la semifinale di New York persa contro Victoria Azarenka. Si perché i problemi al polso accusati quel pomeriggio sul Pietrangeli contro Serena Williams a maggio 2012 sembravano aver lasciato un segno forse definitivo sulla carriera della 32enne pugliese, costretta a saltare praticamente un anno a causa dell’operazione allo scafo lunare subita in agosto.

Ma Flavia, che non ha mai negato di aver pensato al ritiro, risale, riparte da Bogotà, passa per qualche fisiologica sconfitta contro avversarie di non primissimo livello, e arrivano i primi risultati di livello dal suo ritorno, con i già citati ottavi all’All England Club e la splendida cavalcata di Flushing Meadows. Da qui sembra aprirsi una nuova carriera, quasi una seconda giovinezza.

La Pennetta sembra più matura, diventa più incisiva con il servizio, sa sempre quando attaccare, il rovescio lungolinea diventa un colpo fenomenale, e il 2014 che le si presenta davanti, con pochissimi punti da difendere, sembra proprio avere l’aspetto di una grande occasione.

E Flavia la coglie: arrivano i quarti a Melbourne, eliminata solo dalla fantastica Li Na di quelle due settimane, coglie un ottimo quarto anche nel ricco torneo di Doha, e a marzo la soddisfazione più grande. Per la prima volta in carriera conquista un Premier Mandatory, sul cemento americano che tante soddisfazioni le ha dato nell’arco della sua carriera, battendo in finale una (seppur menomata) Aga Radwanska.

Da qui in poi, però, ad un passo da quella Top-10 già raggiunta 5 anni fa, Flavia ha un piccolo calo, non raccoglie molto a Parigi e Londra, ma nel contempo arriva un’altra splendida sorpresa nella sua carriera: trova in Martina Hingis una inaspettata e fantastica compagna di doppio.

A Eastbourne la nuova coppia esordisce col botto, eliminando niente meno che Makarova e Vesnina, una delle coppie più forti del panorama mondiale. Qualche match di rodaggio, come è giusto che sia, ma Flavia già mette in mostra quanto di buono fatto con la amica e compagna di tante battaglie Gisela Dulko: colpi da fondo e ricami a rete, con l’aggiunta di una grande intelligenza tattica, rendono la Pennetta una doppista fantastica, arrivano i primi risultati, e a New York, nell’amata Grande Mela, Flavia disputa due splendidi tornei, in singolare e in doppio. Nel tabellone di singolare raggiunge per la quinta volta in carriera i quarti di finale, battuta solo da un’incontenibile Serena Williams, mentre con la svizzera, nel tabellone di doppio, arriva addirittura all’atto finale, senza lasciare neanche un set per strada. Questa volta però le russe Makarova e Vesnina si prendono una pesante rivincita, battendo in tre set la coppia italo-elvetica. La prima vittoria è però solo rimandata: nel ricco torneo di Wuhan, Flavia e Martina trionfano battendo Garcia e Black in tre set, issandosi ai primissimi posti della Race to Singapore.

Si iscrivono a Tianjin con la speranza di partecipare al Master di fine anno, ma l’eliminazione al secondo turno preclude alle due un risultato che per una coppia nata a giugno sarebbe stato qualcosa di straordinario.

E’ di queste ore, però, la notizia che Flavia prenderà parte a un Master, anche se non quello di Singapore: il forfait di Jelena Jankovic lascia libera una Wild Card, che gli organizzatori del WTA Tournament of Champions decidono di concedere alla nostra Pennetta, un risultato assolutamente meritato, al termine di una lungo e travagliato tragitto che ha riportato Flavia Pennetta, a 32 anni, nella elitè del tennis mondiale.

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