di Big Lebowski
“E’ possibile essere obiettivi, impossibile essere neutrali” – Rino Tommasi
PRIMA PARTE
(da Witthoeft a Sharapova)
La nostra protagonista inizia il nuovo anno al novantottesimo posto del ranking: ha 671 punti, più della metà dei quali ottenuti in un solo torneo, gli U.S. Open. Ha compiuto 22 anni il 30 dicembre 2013 e ha giocato la sua ultima partita il 14 ottobre, perdendo nettamente nelle qualificazioni in Lussemburgo da una sconosciuta diciottenne tedesca che a distanza di un anno gioca ancora nel circuito minore e il cui cognome avete letto nel sottotitolo.
Da qualche mese è tornata in Italia e si allena a Tirrenia. Più che allenarsi cerca di guarire dal primo infortunio serio della sua carriera, una sorta di tendinite alla spalla destra che la condiziona da oltre un anno e che è ritornato a manifestarsi negli ultimi tempi, impedendole di fatto di praticare con la palla nel periodo di preparazione e quindi di procedere nel previsto lavoro di miglioramento tecnico, specialmente del servizio. Ha lavorato duramente sotto l’aspetto fisico, ha fatto anche molta fisioterapia, e parte per l’Australia avendo acciuffato per il rotto della cuffia un posto nel tabellone principale degli Australian Open.
Sono soldi e punti importanti e ci vuole provare, mancano una quindicina di giorni e il periodo di riposo sembra averle fatto bene, anche se la situazione è tutt’altro che risolta. Infatti si cancella dal primo torneo stagionale e invece gioca a Sidney, la settimana successiva, affrontando McHale (65) dopo circa tre mesi dall’ultimo match: perde lottando (57 75 63) come da pronostico. E’ fortunata nel sorteggio di Melbourne e pesca una wild card australiana, la numero 219 Storm Sanders; la batte a fatica con il punteggio di 46 61 64, incassa punti (70), dollari (44.327) e trova la Cornet (tds 25).
Gioca una partita bellissima, sebbene un po’ discontinua, contro una giocatrice caparbia e rognosa, vince un ottimo primo set con il punteggio di 63, subisce nel secondo in conseguenza di qualche passaggio a vuoto di troppo (46) e vola 42 40-15. Ma la maggior esperienza di Alize ha la meglio alla distanza sebbene la francese scoppi in un pianto nervoso in un momento del match in cui non riusciva a trovare una qualsiasi soluzione in grado di arginare lo strapotere di Camila.
Al ritorno in Italia i medici le sconsigliano di prendere parte a Parigi indoor anche perché le quattro moschettiere campionesse in carica di Fed Cup hanno deciso (tutte e 4 contemporaneamente) di non prendere parte alla prevista trasferta americana (Cleveland 7/8/9 Febbraio) per i più svariati motivi per cui la nostra indosserà per la prima volta la maglia azzurra. Saranno Giorgi e Knapp le vittime sacrificali delle americane, la altre due convocate sono Burnett e Matteucci, una sedicenne in gita premio.
Camila prende molto sul serio la faccenda, si allena con la maglia azzurra della nazionale di calcio e instaura un ottimo rapporto con Karin; Barazza ci mette del suo e si crea un ambiente molto sereno.
Le ragazze non hanno nulla da perdere e la tre giorni inizia con il match tra Knapp e la Numero 2 americana Riske, l’unico punto che i bookmakers ci assegnano; la nostra vince piuttosto agevolmente mandando in campo Camila in condizioni psicologiche favorevoli in un match contro pronostico con la Numero 1 avversaria Madison Keys , giovanissima e rampante numero 37 del ranking.
Camila entra in campo senza tradire la minima emozione e gioca la partita perfetta infliggendo una pesantissima lezione a Madison Keys (62 61). Madison è così tramortita che il capitano americano Mary Joe Fernandez decide di non schierarla il giorno dopo contro Karin preferendole McHale, ma ormai il vento gira dalla nostra parte ed è 3 a 0, gioco partita incontro.
Parte per Dubai con ranking 84. La programmazione prevede di provare le qualificazione in tre tornei di alto livello quali Dubai, Indian Wells e Miami, tutti categoria Premier.
Si comincia negli Emirati, dove al primo turno trova una giocatrice particolare come Marta Domachowska. La bella polacca, famosa anche per aver recentemente posato per Playboy, non è più una giocatrice nel senso classico del termine; si guadagna bene da vivere facendo la sparring di Wozniacki, o in alternativa gira il circuito in compagnia del suo connazionale e boyfriend Jerzy Janowitz. Si iscrive a qualche torneo ogni tanto per divertirsi e mette in difficoltà una Camila che non appare in fiducia e che vince un match che si stava per complicare salvando set point nel primo parziale. Poi gioca probabilmente migliore partita dell’anno, almeno statisticamente. Rifila un impressionante 61 62 alla Petkovic (36) giocando il suo best tennis, quello che quando lo gioca non c’è difesa che tenga.
Una persona presente (il match non è stato trasmesso) riferisce di un inizio in cui sbaglia qualche colpo di troppo, per poi trovare la misura e dominare prepotentemente un’avversaria sempre più frustrata che arriverà a sfasciare racchette per sfogare la sua impotenza.
Ma l’accesso al tabellone principale le viene impedito da una giovane rappresentante della Repubblica Ceca di cui risentirete parlare più avanti, Karolina Pliskova (51), che appare più consistente di lei. Le due vittorie, clamorose nel punteggio, contro due tenniste molto più avanti in classifica ottenute a febbraio, le danno quella fiducia che la consente la prima impresa dell’anno, l’epica vittoria contro la divina Sharapova nel successivo torneo di Indian Wells.
Per arrivare a sfidare l’avversaria che tutte le ragazze che iniziano a giocare a tennis vorrebbero incontrare, deve superare tre turni di qualificazioni; spazza via due americane di seconda fascia e si ritrova davanti Petkovic, che questa volta batte in rimonta.
L’avversaria del primo turno, la Cirstea (27), non la impensierisce più di tanto e così, Sharapova sia, sul campo centrale di Indian Wells davanti a spalti gremiti a giocarsi la partita più importante della sua breve carriera.
L’inizio del match è nervoso, con le giocatrici che si scambiano i servizi fino a quando Camila ottiene il break al contrario e chiude il set. Maria vince il secondo parziale e comincia il terzo con l’inerzia a suo favore.
Non capita spesso che la russa si lasci sfuggire questo genere di sfide, ma in questa occasione paga qualcosa a livello fisico. Camila sembra poterne approfittare quando ottiene il primo break nel quinto gioco e lo conferma nel gioco successivo. Da qui in poi la sfida diventa nervosa, Maria vuole indirizzarla in quella direzione e rischia i fischi del pubblico attardandosi oltremodo a difendere l’indifendibile.
Le telecamere indugiano spesso su Sergio Giorgi e il mondo del tennis conosce un personaggio indecifrabile, ma all’apparenza genuino, sicuramente borderline, ma che dà l’impressione di essere persona autentica, vera. Alcune reazioni emotive del padre paiono eccessive, ma il fatto è che lei sembra trarre energia da questo contatto quasi telepatico, il pubblico la incoraggia come solo gli americani sanno fare con gli underdog e la seconda volta che va servire per il match è presso che perfetta. Maria esce stizzita, per la prima volta in carriera Camila Giorgi batte una top5, 63 46 75 lo score.
Questo è il match completo, vederlo tutto è decisamente lungo, la parte migliore e sicuramente più interessante è dal minuto 1:57:45.
La partita del giorno dopo è contro la futura winner del torneo. La Pennetta gioca praticamente da sola, Camila non ne ha proprio più a livello fisico e mentale ed è una mattanza.
Lascia la California con un importantissimo gruzzoletto di punti, uno scalpo prestigioso e il ranking 67 che significa oltre 30 posizioni guadagnate in due mesi e mezzo.
Miami appare un’altra occasione da cogliere, ma il primo turno delle ennesime qualificazioni nasconde una insidia forse sottovalutata. La talentuosa Zarina Diyas, ventenne kazaka oggi numero 34, ma ai tempi 105, regola Camila in tre set.
Si torna in Europa dove, soprattutto in preparazione al match di Fed Cup contro la Repubblica Ceca, va a giocare un International indoor di recente istituzione in Polonia, vicino alla città natale delle Rad Sisters, precisamente a Katovice. Quota schiacciante per Agnieska vincitrice del Torneo che però viene fatta fuori dalla Cornet in semifinale.
Camila è dall’altra parte del tabellone e gioca un torneo pazzesco. Rifila un imbarazzante 60 61 alla malcapitata Piter, perde un set ma chiude addirittura 60 contro un frastornata Vinci prendendosi una rivincita psicologicamente importante, batte facile la Peer e offre una brillante prova di maturità contro la solida spagnola Suarez Navarro (17).
In questo contesto la Giorgi sembra fondersi con l’ovattata atmosfera del palazzetto indoor, la velocità della superficie esalta i suoi colpi piatti, l’assenza di fattori climatici esterni si addice al suo power tennis e il servizio funziona alla grande.
Si tratta della prima finale in carriera e sarà una delle partite più belle dell’anno in assoluto.
Deve rimandare la sua prima vittoria nel circuito, ma offre una prova maiuscola come d’altra parte la sua valorosa avversaria. Alcuni punti sono assolutamente spettacolari, uno in particolare diventa uno spot della WTA, ed è un concentrato di classe, di forza fisica e di caparbietà e trascina il pubblico in un applauso infinito.
Camila andrà a match point e perderà l’incontro nell’appassionante tie break di un infinito terzo set.
Raggiunge il suo best ranking al numero 54 e vola a Praga per un improbabile upset contro la Repubblica Ceca nella semifinale di Federation Cup.
Nel giardino di casa Kvitova, sul “ghiaccio” della CEZ Arena di Ostrava, gioca una partita gagliarda contro Petra in stato di grazia. Perde il primo servizio dell’incontro e tiene agevolmente tutti gli altri di un primo set in cui non riuscirà comunque più a rientrare; anche nel prosieguo una Kvitova “on fire” si rivela troppo superiore. Il punteggio sarà un netto 64 62.
Perdono anche Errani e Vinci, l’Italia è eliminata ed inizia la stagione sul rosso con buone sensazioni; arriva anche la notizia che per la prima volta in carriera, all’età di 22 anni e mezzo, la FIT la gratificherà con una wild card agli Internazionali di Roma, il torneo di casa dove in carriera non ha finora incredibilmente mai giocato il main draw.
(1. segue)
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