da Roma, Alessandro Mastroluca
Carla Suarez Navarro è la prima finalista di Roma, la prima spagnola a giocarsi il titolo al Foro dopo il successo di Maria Jose Martinez Sanchez nel 2010. Ma è più complicato del solito individuare oggi se la semifinale se pesino più i meriti della spagnola o le mancanze della rumena: insomma, l’ha vinta Carla o l’ha persa Simona?
Perché se da un lato è vero che Suarez Navarro, all’ottava finale in carriera, la terza stagionale (anche se a Anversa non è scesa in campo), ha vinto più partite di tutte, 31, e soprattutto ha portato a casa più match di tutte al terzo set, 15, e battuto 9 volte una top-10. Ma è anche vero che Simona per un set e mezzo è apparsa in grado di controllare il gioco con l’autorevolezza della campionessa arrivata ai quarti avendo ceduto solo sette game.
Molto ha contato lo smash sbagliato dalla rumena nel secondo game del secondo set, che ha avuto un effetto duplice. Halep si è irrigidita, è scesa a rete con circospezione ancora maggiore rispetto ai suoi standard, e in troppe occasioni nel terzo parziale si è avvicinata a giocare un colpo in avanzamento con i piedi nel rettangolo di battuta per poi decidere di tornare indietro e lasciare la doppia soluzione all’avversaria col campo aperto. E quando ha provato a sconfiggere la paura del gioco di volo, ha finito per squadernare una volée di rovescio insensata, con la presa ancora bimane, per il suo 50mo gratuito.
Nel terzo parziale, Halep ha perso il dritto, ne ha sbagliati quattro nel decimo gioco di un terzo parziale iniziato con otto break di fila prima che la rumena tenesse per la prima volta il servizio e salisse 5-4. Mentre Suarez Navarro, che ha continuato a giocare traiettorie molto cariche, anche se meno potenti rispetto al secondo set, ha mancato due match point ma nell’altalena dei break e controbreak ha sempre mantenuto una maggiore costanza nello scambio lungo da fondo. Così, quando Halep le ha tirato addosso una schiacciata di dritto e trasformato un vincente già scritto in un punto perso, per il passante lungolinea di rovescio d’istinto dell’avversaria, il destino della partita è diventato in un attimo lapalissiano, palese. I due match point mancati hanno solo rimandato l’inevitabile, il dritto a rete di Halep ha certificato l’ovvio e fotografato l’esistente.
Ora Suarez Navarro, che ha vinto l’unico precedente con Gavrilova e perso tre volte su quattro con Sharapova, può diventare numero 8 del ranking e salire, nella Race, al numero 4 (o addirittura 3 dovesse vincere il titolo). “L’8 è un bel numero” ammette la spagnola, “però è solo un numero, devi lavorare duro tutta la settimana per andare avanti nei tornei”. Mentre Halep perderà la seconda posizione in classifica a favore di Masha.
“E’ stata una partita molto dura” ha detto Suarez Navarro, “ci sono stati un sacco di break nel terzo ma entrambe rispondiamo molto bene. Abbiamo giocato un match di altissimo livello”. Un match che ha confermato tutti i suoi progressi, che non dipendono solo dalla nuova racchetta. “Giocare il doppio con Garbine Muguruza” ci dice, “mi aiuta moltissimo. Il doppio fa servire meglio, fa rispondere meglio, ti costringe a finire i punti a rete. E poi con lei parliamo molto di come possiamo migliorare il nostro tennis, anche in singolare”.
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