di Giovanni Cola
Ancora prima che con i colpi il suo primo quarto di finale al Roland Garros l’ha vinto soprattutto con la testa. La giusta attitudine quando si è trovata sotto nel punteggio ha infatti regalato ad Eugenie Bouchard un successo (7-6 2-6 7-5) più che meritato contro una Carla Suarez Navarro eccessivamente sprecona, innocua con la seconda di servizio e troppo imprecisa anche con il suo straordinario rovescio ad una mano. La canadese invece, data per spacciata sia nel primo set (sotto 2-5 con doppio break) che nel terzo (1-4 in un batter d’occhio), ha saputo imporsi nel momento in cui il braccio dell’iberica ha visibilmente tremato. Imperdonabile, da questo punto di vista, la mancanza di lucidità della Suarez Navarro nel piazzare la zampata decisiva in entrambi i parziali nei quali si è trovata davanti. La resistenza di Genie, la sua efficacia in battuta ed un dritto sempre più penetrante hanno fatto realmente la differenza. Per lei si tratta della seconda semifinale Slam consecutiva dopo quella ottenuta a Melbourne. Le “physique du role” per diventare campionessa in un Major pare esserci tutto. Se anche non dovesse essere sulla terra rossa parigina, sarebbe comunque solamente una questione di tempo. Ora l’attende la sfida più complicata con Maria Sharapova, da cui perse l’anno scorso qui al secondo turno. Progressi incredibili compiuti in solamente dodici mesi.
“Sulla carta sarà un match proibitivo – ha confessato la Bouchard in conferenza stampa – ma se metterò in campo lo stesso spirito battagliero di oggi sono convinta di potermela giocare. Masha è fortissima ma non mi arrenderò fino all’ultimo quindici. Battere una specialista sul rosso come Carla mi ha dato ulteriore fiducia, staremo a vedere cosa succederà”.
E’ stata invece solamente ad un passo dalla gloria un’altra atleta emergente sul circuito Wta come Garbine Muguruza. Dopo aver estromesso a sorpresa la campionessa in carica Serena Williams, la spagnola ha dato l’idea, per un set e mezzo, di poter fare la stessa cosa anche con Maria Sharapova. Per oltre un’ora la ventenne iberica ha espresso un tennis meraviglioso, con risposte fulminanti, accelerazioni da ogni angolo di campo e un anticipo sulla palla degno delle primissime del mondo. Sul 5-5 del secondo set però il meccanismo perfetto si è inceppato e la siberiana è potuta nuovamente salire in cattedra come già era avvenuto nell’incontro con Sam Stosur. La Muguruza ha virtualmente alzato bandiera bianca dopo aver perso un lottatissimo quarto gioco del terzo set. Masha si confermadunque la favorita n.1 per la vittoria finale con l’ennesima prestazione di grande carattere.
“Me la sono vista davvero brutta dopo il primo set – ha ammesso Masha ai giornalisti – ma sapevo che la partita non era ancora finita. Avevo disperatamente bisogno di innalzare il mio livello di gioco. Fortunatamente per me tutto è andato per il verso giusto. A fine gara è stata quasi una liberazione aver potuto alzare le braccia al cielo”.
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