di Alessandro Nizegorodcew
Un sogno che si realizza, tre vittorie ottenute quasi in sordina, un risultato conquistato nell’ombra. L’ombra di un sottobosco tennistico che poco regala e tanto, in genere, toglie. Ma questa volta no. Questa volta il coraggio ha premiato Giulia Gatto-Monticone e il suo coach (nonché fidanzato) Dario Bellino, che torneranno da Kuala Lumpur con la gioia di un secondo turno (partendo dalle qualificazioni) in un torneo Wta.
Prendere e partire per la Malesia non è una scelta semplice, soprattutto dal punto di vista economico. Giulia e Dario sono partiti con la consapevolezza di poter fare bene, con la chance di superare le qualificazioni. Una trasferta come questa non si prepara in due minuti. La programmazione, per chi non ha montagne di soldi dagli sponsor (nonché personali), è una vera e propria arte. Bisogna mediare tra campionati a squadre (introiti fondamentali), tornei in Italia o nei paesi europei confinanti e, ovviamente, una crescita tecnica, tattica e fisica evidentemente necessaria. Per poi sfoderare l’attacco al mondo Wta appena possibile.
Come una formichina, Giulia ha costruito il suo tennis negli anni, mettendo nel suo bagaglio sempre qualcosa in più. Per prima cosa il fisico, un tempo molto gracile e oggi… meno gracile, poi un livello tennistico sempre più alto, adatto a poter competere contro avversarie di ben altro spessore rispetto a quelle (perlatro insidiose) che si affrontano nei 25.000$. Il gioco della Gatto-Monticone è piacevole a vedersi, quasi sempre condito da colpi piatti e penetranti, infallibili quando riesce ad appoggiarsi alle accelerazioni avversarie. A Kuala Lumpur ha superato le qualificazioni battendo Erika Sema e, soprattutto, ha battuto nel main draw Ons Jabeur, tennista tunisina vincitrice nel 2011 al Roland Garros Junior (battendo Puig, Garcia e Gavrilova). Al secondo turno è stata Zarina Diyas, astro nascente kazako, a fermare la sua strada.
Classe 1987, Giulia Gatto-Monticone raggiungerà lunedì prossimo le prime 220 del ranking Wta, ovvero la sua miglior classifica di sempre. Le qualificazioni a Parigi sono (quasi) una certezza ma, ciò che conta, è una nuova consapevolezza di sè, di un tennis pronto a far male anche a livello Wta. I tanti sacrifici stanno pagando. L’importante è crederci sempre perché nel tennis, sarà lapalissiano dirlo ma è così, il lavoro paga sempre.
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