di Giovanni Cola
Stilisticamente è un piacere vederla giocare. Mai un movimento scomposto nell’esecuzione dei colpi, un talento forse ancora un po’ acerbo ma che potrebbe definitivamente sbocciare e compiere il salto di qualità più importante proprio in questo Wimbledon. Caroline Garcia ha un potenziale enorme da cui attingere. 21 anni ancora da compiere e un futuro da predestinata, con Murray che un paio di stagioni fa al Roland Garros prevedeva per lei un avvenire sicuro da n.1 del mondo.
Quello che conta tuttavia è andare per gradi. Intanto in questi Championships si è aggiudicata il pass per il terzo turno. Sembrerà un obiettivo minimo, ma per lei è la prima volta in carriera che riesce a vincere due partite consecutivamente in uno Slam. Nonostante un ruolino di marcia nei Major ancora piuttosto scarno, è in ogni caso posizionata già al n.46 del ranking Wta. L’assalto alle prime 20 pare dietro l’angolo.
Sull’erba inglese in particolare è stata bravissima prima a neutralizzare il tentativo di rimonta della nostra Sara Errani al primo turno, un match giocato in due giorni, con la francese avanti di due break nel terzo, prima di farsi riprendere sul 5-5. Con piglio da veterana la transalpina non ha tremato e, facendo leva su un gioco sempre molto profondo, avvalendosi soprattutto di un dritto davvero insidioso, ha costretto l’azzurra ad alzare bandiera bianca.
Una prova di forza non del tutto impronosticabile ma che le ha consentito di acquisire ulteriore sicurezza. Fiducia ben riposta nei suoi confronti perché pure al secondo turno è stata protagonista di un’ottima performance imponendosi con autorità sull’americana Varvara Lepchenko, dovendo fare i conti con qualche difficoltà solamente nella prima frazione (7-5 6-3). A disposizione della francese ci sono senza dubbio un fisico scattante, un servizio di difficile lettura ed una notevolmente migliorata solidità nei colpi di rimbalzo, oltre che nella fase difensiva. Al prossimo turno Caroline sarà opposta alla russa Ekaterina Makarova, vecchia volpe sui campi verdi. Una prova del nove che potrebbe sancire la tanto attesa consacrazione della Garcia. E se la Francia avesse davvero trovato l’erede ideale di Amelie Mauresmo?
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