(Sara Errani e Roberto Commentucci)
di Alessandro Nizegorodcew
Excalibur è un libro di sport, nel senso più ampio (e bello) del termine. Non è solamente tennis, non si parla esclusivamente della racchetta che ha cambiato la vita a Sara Errani. Excalibur trasmette emozioni, quelle sensazioni che solamente un grande sportivo (anche qui, nel senso più ampio del termine) come Roberto Commentucci sa regalare a ogni singolo lettore.
È una storia di sport, un racconto che si discosta dalla classica autobiografia (o biografia) del momento, dedicandosi invece ad un lasso di tempo specifico e ben definito: i due anni che hanno reso grande nel mondo Sara Errani. Il rischio, grande, di cadere nel retorico o nell’esageratamente pomposo è stato evitato in maniera impeccabile da Commentucci, che esalta la figura della romagnola (e di coach Lozano) rimanendo però educatamente distante da «Sarita».
Le sezioni scritte dalla stessa Errani sono parte fondamentale del libro, in un’opera moderna che anche graficamente è stata studiata nei minimi dettagli. Si scopre anche il lato umano della campionessa azzurra, che poco traspare da interviste e conferenze stampa.
Il lavoro di Commentucci non è stato semplice: riuscire a raccontare (senza annoiare o risultare banale per i non addetti ai lavori) aspetti (spesso) prettamente tecnici mantenendo però alta la tensione è impresa ardua per chiunque, figurarsi per chi si cimenta con un’opera prima. Leggerlo in un solo giorno? Naturale e non forzato. Il libro scorre, è piacevole e regala momenti di rara intensità.
Excalibur, edito da Mondadori, ha avuto un enorme successo (10.000 copie vendute e ristampa già ufficializzata), tanto che in questi giorni si sta discutendo di possibili traduzioni in diverse lingue, dall’inglese allo spagnolo (e non solo).
La vera chicca del libro? La conclusione, dove Errani, Pennetta, Schiavone e Vinci si ritrovano tutte insieme e… E qui ci fermiamo per non rovinare la sorpresa.
Leggi anche:
- None Found