Errani: “Sono anni che ci provo a cambiare il servizio”

Errani Internazionali BNL Italia2015

da Roma, Alessandro Mastroluca

Una sconfitta che fa male. Fa male per il momento, già al secondo turno, prima ancora di affrontare Serena Williams. Fa male perché arrivata a Roma, dove difende la finale. Fa male perché la fa uscire di sicuro fuori dalle prime 15. Contro Christina McHale, che festeggia la decima vittoria in carriera contro una tp-20, la prima da Doha 2013 (allora su Safarova), a Sara Errani è mancata convinzione, è mancata la profondità e forse anche un po’ di spinta di gambe. Quel dritto carico che ha fatto la sua fortuna l’anno scorso, che l’ha portata in finale a Parigi, praticamente non si è mai visto. Così all’americana è bastato limitare gli errori e giocare di regolarità, sfruttando un dritto solido, costante, pesante, non straordinario ma continuo e profondo quanto basta. I 26 vincenti a 20 di McHale pesano ancora meno dei 33 gratuiti dell’azzurra contro i 9 della statunitense, che è riuscita a battere l’azzurra per la prima volta al quinto tentativo. “Oggi non sono riuscita oggi a dare forza ai colpi”, ha detto, “mentre lei mi ha messo sempre sotto pressione”.

Mancata l’unica chance, con le due palle break del possibile 4-2 nel primo set non sfruttate, l’azzurra è uscita dalla partita. Merito anche di una McHale che ha sorpreso dal punto di vista della reattività e della mobilità laterale. Il break al nono game, suggellato dal dritto vincente dell’americana, fa da preludio alla chiusura del primo parziale, e di fatto della partita. “Peccato non essere riusciti a concretizzare quella palla break. Sul 4-2 a mio favore poteva cambiare la partita.  E invece siamo sempre qui a parlare della mia battuta. Lo so che non è il massimo, ma  sono anni che provo a cambiarla invano.”

Il pubblico è tutto dalla sua, arrivano anche Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli, Dolcenera e Marco Mengoni. Ma è Sarita che manca, McHale vola 3-0, poi 5-1, e per l’azzurra non basta l’orgoglio della mini-rimonta, del parziale di tre giochi consecutivi che è poco più di un fuoco fatuo, di quelli che non lasciano cenere e non sciolgon la brina. “C’era davvero tantissima gente oggi. Noi italiani vogliamo sempre dare il massimo qui a Roma, ma qualche volta sentiamo troppo la pressione. Ci si distrae un po’  e alla fine tutto diventa più difficile”  ammette Errani, alla sesta sconfitte su 17 partite sulla terra rossa. La seconda eliminazione consecutiva al secondo turno non è certo il miglior viatico verso il Roland Garros.

 

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