Diario di Bordo da Palermo (2)

da Palermo, Giovanni Cola

Il mio esordio al Country Club oggi è stato contrassegnato dallo stop “forzato” nello stand di un’agenzia di scommesse. In cambio di un cappello di paglia, utilissimo sotto il sole cocente palermitano, ho dovuto fare un pronostico sulla vincitrice del torneo. Scelta che ovviamente non vi rivelerò…per evitare facili “gufate”.

Messo piede nell’impianto la prima sosta è stata sul campo 11 dove era in corso un buon doppio tra le nostre Dentoni e Grymalska contro Mladenovic e Piter. Le nostre portacolori sono state costrette a soccombere ma meno nettamente di quanto dica il 6-4 6-3 finale. Si sono arrese in tanti giochi combattuti terminati soltanto al punto decisivo sul 40-40. E’ mancata forse un po’ di esperienza.

Poi è stata d’obbligo una puntata sul centrale dove ad aprire il programma è stata la 18enne Alice Matteucci opposta alla spagnola Cabeza Candela. L’azzurra l’avevo vista l’ultima volta perdere male all’ITF di Salsomaggiore soltanto un paio di mesi fa. Qui in Sicilia il livello è nettamente più alto, ma la sensazione è che per lei la strada da compiere sia ancora tanta. Manca qualcosa soprattutto a livello di concentrazione. Un punto sbagliato, si rivela infatti un effetto domino anche per i quindici successivi. Su questo Tatiana Garbin, vista a fine gara rimbrottare la Matteucci (nella foto a sinistra), avrà ancora molto da lavorare. Da perfezionare anche la mobilità in campo che non pare ancora quella necessaria per competere con le prime 150 del mondo. Il tempo gioca comunque dalla sua parte. Oggi ha alzato bandiera bianca (6-4 6-1).

Buona la performance anche di un’italiana d’adozione come Polona Hercog che si è allenata per tanto tempo da noi, prima di ritornare in Slovenia per superare alcuni problemi fisici che l’hanno un po’ frenata nel circuito negli ultimi due anni. Ora è tornata in forma, sta riacquistando fiducia nel miglior modo possibile: vincendo partite sul circuito maggiore.
Ha regolato nel suo primo turno la ceca Birnerova con un perentorio 6-4 6-1.

Piacevole conferma quella di Karin Knapp che, almeno per ora, sta dando seguito ai grandi progressi messi in mostra a Wimbledon. Debutto non troppo ostico contro la brasiliana Pereira ma la nostra giocatrice è stata brava soprattutto a sedare sul nascere ogni tentativo di rimonta della sua avversaria carioca. Buono il dritto in avanzamento per Karin e l’attitudine mentale. La Pereira, inspiegabilmente senza aver ricevuto warning, ha imprecato pesantemente in tutte le lingue possibili. 6-3 6-2 lo score.

Peccato invece per Flavia Pennetta. La sua sconfitta lascia un retrogusto molto amaro. Non è bastato neppure l’incitamento incessante del pubblico di Palermo per consentirle di superare la ceca Zakopalova. Il match era duro e non era certo la brindisina la favorita. Ma dopo un primo set regalato con troppi errori, in particolare con il dritto, sparati fuori in lunghezza, l’azzurra era riuscita a far girare la partita con un incoraggiante parziale di 6-2 3-0, con almeno 3 games lottatissimi vinti ai vantaggi. A quel punto, con doppio break di vantaggio, alla Pennetta si è spenta completamente la luce, non ha più messo una palla in campo. È capitolata 6-2 2-6 6-3. Una sfida che con un po’ di partite in più nelle gambe, Flavia non si sarebbe probabilmente lasciata sfuggire.

Nella sessione serale infine tutt’altro che una formalità la “prima” di Roberta Vinci nel derby contro Giulia Gatto Monticone, qualificata, alla sua prima partita in un main draw Wta, visibilmente emozionata ma anche tremendamente concentrata. Dopo un avvio brusco 3-0 sotto, la 25enne numero 327 del mondo ha dato parecchio filo da torcere a Robertina che è stata portata fino al tie break dove la Gatto Monticone ha avuto pure un set point che non è riuscita a trasformare. Poi la tensione le ha giocato un brutto scherzo, dando via libera alla Vinci non apparsa tuttavia in una delle sue serate migliori. Raggiunge comunque il secondo turno con il punteggio di 7-6 6-3.

In chiusura vi confesso che ho rischiato di salire sulla stessa auto della transportation Wta verso Mondello con le sorelle Pliskova. È partita un secondo prima che arrivassi. Quindi mi sono dovuto adeguare facendomi dare uno “strappo” dalla successiva che trasportava oltre, al sottoscritto, il padre della Pennetta con due amici. Stessa cosa, insomma. Niente, il mio “sliding doors” è andato perso per sempre.

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