Diario di bordo dal WTA Praga: la domenica delle qualificazioni con Jasmine Paolini


La mia avventura al WTA di Praga non parte esattamente col piede giusto: prima il tassista a cui avevo indicato di portarmi al Tennis Club Sparta Praga mi porta allo stadio di calcio dello Sparta Praga e poi l’Ufficio Accrediti mi informa che la mia mail di richiesta non è mai arrivata (pur avendola inviata all’indirizzo presente sul sito ufficiale) e che mi avrebbero fatto sapere qualcosa in giornata.
Arrivo comunque sui campi per la domenica dedicata al secondo e penultimo turno di quali, in un circolo che sembra ben tenuto e ricco di campi (sia in terra che sul veloce, che di dimensioni ridotte per i bambini): molti di questi sono occupati da giocatrici del Main Draw che si stanno allenando mentre il Centrale ed i Campi 1 e 2 sono dedicati ai match di quali.


Mi soffermo sul campo 2 dopo c’è Donna Vekic impegnata nel primo torneo dell’anno su terra in un match contro la tedesca Lottner condizionato da pochi scambi e molti errori.


Qualità veramente bassa, Vekic che porta a casa il match 64 62 ma che dovrà innalzare il proprio livello se vorrà qualificarsi.


Sul campo adiacente primo set combattutissimo e ben giocato tra la brasiliana Haddad Maia e la slovacca Sramkova, che qualche mese fa distrusse a suon di vincenti la squadra italiana di Fed Cup. La brasiliana dimostra più solidità mentale alla fine del primo set (finito 6-4) e da quel momento alla slovacca si spegne completamente la luce: il secondo set sarà un rapido 6-0 condito da errori chilometrici di una disperata Sramkova.


Tempo di spostarsi sul centrale dopo la russa Kalinskaya è sotto 4-0 al momento del mio arrivo: l’avevo incrociata all’ufficio accrediti ed avevo notato una evidente medicazione alla caviglia sinistra. L’avversaria della russa, la ceca Allertova, conduce il gioco senza problemi e la russa è costretta a chiedere l’intervento del fisio sul 4-1 che le farà una ancora più evidente fasciatura: l’impressione è che di lì a poco la russa alzerà bandiera bianca. Inaspettatamente la russa pur continuando a manifestare problemi alla fine degli scambi riesce comunque a correre e come spesso succede l’idea di giocare contro un’avversaria infortunata manda in confusione la ceca, sostenuta a gran voce dal pubblico.


Il match si fa serrato con l’Allertova che fallisce alcuni set point e la Kalinskaya che addirittura ha delle occasioni per il 5-5 ma grazie alla spinta del pubblico di casa la ceca riesce poi a chiudere 6-4, consentendomi di spostarmi di nuovo sul campo 1 per seguire la nostra Paolini (Allertova vincerà 6-4 6-1).
Il primo set scorre via abbastanza veloce con la tedesca Barthel che fa valere la maggiore pesantezza di palla di fronte ad una Paolini fin troppo timida ed anche l’inizio di secondo set non è molto incoraggiante, con la tedesca che si trova ad avere la palla break per andare 6-2 2-0. Qua scatta qualcosa nella testa di Jasmine, che aiutata dal proprio coach che continua a chiederle di spingere, innalza il proprio livello ed inizia a fare sentire anche la proprio palla, aiutata anche dalla Barthel che si fa trovare impreparata a questa nuova situazione. In un baleno dal possibile 0-2 l’italiana si trova avanti 4-1 con due break.


L’ingresso in campo del coach della tedesca si rivela provvidenziale, visto che la sua giocatrice gioca due games perfetti e a suon di vincenti (soprattutto col rovescio lungo linea) si riavvicina all’italiana sul 4-3 e due palle break per il 4-4, Jasmine comunque non demorde e continua a lasciare andare il braccio: il pubblico è in gran parte per lei e l’italiana dimostra una grinta notevole e chiude 6-4 al terzo set point.
Devo dire che il livello di questo match è stato molto superiore a quello di altri visti ed indipendentemente da come andrà a finire spero che Jasmine faccia tesoro di questa esperienza e del fatto di aver giocato ad armi pari contro una Barthel che vale la pena ricordare è numero 81 del mondo ma è stata molto vicina alle 20.
Il terzo set inizia all’insegna dell’equilibrio e della tensione, complici anche della folate di vento improvviso che mettono in difficoltà entrambe le giocatrici.


Si susseguono ben 4 break consecutivi dall’1-1 al 3-3 ed è veramente impossibile farsi un’idea su chi vincerà il match anche se la Paolini sembra più determinata ma anche la più stanca dopo gli scambi lunghi (complice probabilmente il lungo match del primo turno di quali).


Sul 4-3 Barthel, con l’italiana al servizio la belga vince due punti che avrebbero steso un toro, un dritto scentrato della tedesca diventa un vincente sulla riga e un rovescio lungo linea della Barthel muore nel campo della Paolini dopo aver toccato il nastro: Jasmine non fa una piega e porta a casa un servizio fondamentale, che le dà la carica per giocare un game di risposta perfetto che le permette di andare a servire per il match.
Match che sembra prossimo alla fine con la Paolini che sale 40-0 ed ha a disposizione 3 match point ma qualcosa si blocca nella sua testa ed il tennis aggressivo che le aveva permesso di arrivare fino a quel punto si dissolve e gioca tre punti in modo passivo, attendendo l’errore della belga, che non arriverà.


Jasmine sul 40-40 si auto incita urlandosi “Coraggio!” ma non basterà ad evitare il break: il match ormai è pieno di tensione e sul 5-5 la Paolioni riesce comunque a portasi sullo 0-30 con le belga al servizio e dopo uno scambio gestito perfettamente si ritrova una comodissima palla a due metri dalla rete che chiede solo di essere spinta: purtroppo la palla dell’italiana finisce fuori e dal possibile 0-40 in un baleno la Barthel si porta sul 6-5. Le emozioni non sono finite perche Jasmine riesce a portarsi al tiebreak annullando un match point.


Nel tiebreak viene fuori tutta la differenza di esperienza a questo livello, con la tedesca che se lo aggiudica senza patemi.
Un match che lascia sicuramente l’amaro in bocca all’italiana ma che spero dia anche tanta convinzione di poter stare a questo livello, rimanendo aggressiva può sicuramente dire la sua contro giocatrici vicine alla top 100.


Un paio di note finali: durante il match Paolini-Barthel ho seguito l’allenamento di Wozniacki e Konjuh con la croata che ha letteralmente distrutto la danese a suon di vincenti, rimanendo poi da sola col proprio preparatore sul campo per una serie di lunghi e faticosi esercizi fisici e sempre durante il match dell’italiana sul centrale c’è stata la cerimonia di fine carriera della ceca Klara Koukalova, ferma da Wimbledon 2016.

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