di Giovanni Cola
Più che una giovane giocatrice di talento sembra a tutti gli effetti una predestinata. Eugenie Bouchard, la 19enne canadese autentica rivelazione di questi Australian Open, ha davvero le “physique du role” per diventare una campionessa affermata e di successo.
Ha battuto in tre set (5-7 7-5 6-2) Ana Ivanovic e si è conquistata con pieno merito un posto in semifinale “down under”. Quello che colpisce, e pare realmente fare la differenza rispetto alle sue coetanee, è proprio la sua maturità. Dentro e fuori dal campo. Sempre contenuta nelle esultanze, misurata nelle interviste. Lei stessa ha dichiarato di sentirsi più avanti rispetto alla sua età anagrafica.
Ha lavorato duro, Genie. Volto pulito, da brava ragazza, senza tante velleità da star di copertina nonostante ne potrebbe avere tutte le carte in regola e le caratteristiche necessarie. Vuole rimanere concentrata sul suo gioco e per il momento questa tattica ha dato ampiamente i suoi frutti. Servizio molto solido, discese a rete per abbreviare il punto non appena ne capiti l’occasione, buon anticipo soprattutto quando colpisce di dritto. Tutto questo per l’orgoglio del suo coach Nick Saviano.
E’ la prima canadese ad andare così avanti in tabellone nello Slam australiano. La sensazione è che i margini di miglioramento siano tuttavia ancora piuttosto significativi. Questo exploit le permetterà di fare un bel salto anche in classifica, prima d’ora non era mai andata oltre il terzo turno in un Major. Dice tanto pure il fatto che guadagnerà con questo traguardo della semifinale più di quanto non ammontasse il suo intero “prize money” da quando è diventata professionista Wta. L’anno scorso le hanno assegnato il premio come miglior giocatrice emergente.
Il tempo è senza dubbio dalla sua parte. Genie inoltre si rivela sapiente anche nell’utilizzo dei social network, non è mai sguaiata come altre sue colleghe. Rivedibili invece i gusti musicali: ha ammesso proprio al termine del match con la Ivanovic di gradire ed apprezzare il connazionale Justin Bieber. Ma d’altronde qualche piccolo difettuccio anche lei dovrà pur averlo. La sua carta d’identità ci ricorda che è ancora una teenager. Con sacrificio e abnegazione siamo certi che potrà togliersi grandi soddisfazioni. Scommettiamo che vince uno Slam entro tre anni? O magari persino entro tre giorni. Tutto è relativo.
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