Dopo il primo set Sara Errani sembrava andare spedita verso la finale del Veneto Open promoted by Regione del Veneto. E invece dopo una partita molto intensa, fisicamente, tecnicamente ed emotivamente, a staccare il pass per l’ultimo atto è stata Bernarda Pera. Che, insieme ad Alycia Parks, darà vita a una finale tutta a stelle e strisce che assicura la permanenza oltreoceano del titolo dopo il successo targato 2023 di Ashlyn Krueger. Due semifinali piuttosto diverse, quelle che si sono giocate di fronte alle tribune gremite del Campo Centrale del Tc Gaiba, con due tratti in comune: lunghezza e incertezza del verdetto. La beffa per l’Italia e per i tanti tifosi e aficionados di Sara Errani si è consumata nella seconda delle due semifinali. Perché la 37enne romagnola pareva poter gestire il tennis mancino della 29enne americana, che però ha “riassunto” in un match tutta la sua settimana a Gaiba. “Mi sto abituando sempre più a questa superficie e sto prendendo molta confidenza”, aveva detto. E in campo lo ha fatto vedere, specialmente al servizio, con ben 16 ace messi a referto nell’arco dell’incontro e con una sicurezza invidiabile con il diritto, specialmente per chi confessava di non essersi mai sentita a proprio agio sul verde prima d’ora. Eppure la tennista di origini croate, che in carriera ha già incamerato 2 titoli del circuito WTA (Budapest e Amburgo, entrambi nel 2022), ha saputo tirarsi fuori da diverse situazioni complesse. Come a fine del secondo parziale, quando Errani è stata vicina a piazzare la zampata che le sarebbe valsa la seconda finale qui (dopo quella persa nel 2022). Oppure all’inizio del terzo, quando l’azzurra aveva tentato la fuga sul 2-0 prima di essere ripresa e poi superata di slancio fino al 4-2, preludio al 4-6 7-5 6-3 definitivo in un due ore e 29 minuti.
Se Bernarda Pera sorprende, Alycia Parks dà proprio spettacolo. Tira forte, serve benissimo, copre la rete con autorità e ha un grande atletismo. Peccato che fa e disfa, entra ed esce dalla partita con facilità e alterna colpi di pregevole fattura a errori molto evidenti, fasi di trance agonistica e passaggi a vuoto lampanti. Ecco perché non ci si annoia a guardarla giocare. Più complesso, anche frustrante, è affrontarla. Lo sa bene Susan Bandecchi, che nella miglior settimana in carriera l’ha affrontata nella prima semifinale del Veneto Open promoted by Regione del Veneto. Un match ondivago, che in fin dei conti è girato proprio sul finale quando l’interruttore della statunitense si è posizionato sulla modalità “Top 50” (lei che è stata n.40 nell’agosto del 2023, oggi è n.148). Per Bandecchi, a quel punto, c’è stato poco da fare. E sì che, dopo aver perso il primo set e dominato il secondo, la 25enne ticinese aveva rimesso in carreggiata anche il terzo, dopo che era andata subito sotto di un break. Accorciate le distanze sul 3-4, Susan ha provato a dare la spinta decisiva ma la 23enne di Atlanta, Georgia, proprio nel momento più delicato, ha inanellato una serie di colpi vincenti estraendo magie da tutto il repertorio: ace, servizi vincenti, diritti, discese a rete. È lì che Alycia ha messo fine alla favola del torneo. “Siamo molto soddisfatti della settimana – ha detto Andrea Turco, membro del Gruppo Tecnico del Tc Milano Alberto Bonacossa dove Susan si allena -. L’unico rammarico è per quel dolore al pettorale destro spuntato proprio ieri”. Niente alibi, però, “nel tennis funziona così – aggiunge – quando arrivi in fondo a un torneo molto dispendioso qualcosa inevitabilmente paghi”. La finale è in programma alle 15.45, in diretta su Supertennis Tv, nonostante qualche preoccupazione legata al meteo che su Gaiba pare in procinto di guastarsi. Non abbastanza da smorzare l’entusiasmo dell’unico torneo in Italia su erba naturale.
RISULTATI
Singolare, semifinali: Parks (Usa, Q) b. Bandecchi (Sui, Q) 6-3 1-6 6-3, Pera (Usa, 8) b. Errani (Ita, 4) 4-6 7-5 6-3.
Doppio, finale: Baptiste / Parks (Usa) b. Kolodziejova / Siskova (Cze, 2) 7-6(4) 6-2.
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