Come il rintocco di una campana, Amanda Anisimova torna a scuotere il mondo del tennis. Proprio quelle campane che in Russia, la terra delle sue origini, smettevano di suonare oltre un secolo fa. Allora il paese era nelle mani di pochi e quei pochi volevano che la gente restasse sorda, priva della possibilità di conoscere ciò che le accadeva intorno, guerre o festività che fossero. Ci ha pensato l’imprenditore Valery Anisimov a farle suonare di nuovo, a distanza di oltre cinquant’anni, lui che con Amanda non condivide il sangue ma solamente il cognome. E una storia curiosa.
Nel 1998 Konstantin Anisimov e la moglie Olga decidevano di emigrare da Mosca negli Stati Uniti dove il 31 agosto 2001, in una clinica della città di Freehold, nasceva Amanda. Giusto il tempo dei primi vagiti e poi giù a colpir palle notte e giorno. Diciassette anni dopo, sotto il sole cocente della California, tutto l’universo tennis stringeva virtualmente la mano a papà Kostantin ringraziandolo per aver preso, senza possibilità di smentita, la decisione migliore per la figlia. È lei la più giovane a raggiungere gli ottavi ad Indian Wells dal 1994.
Nel 2019 centra gli ottavi agli Australian Open ed un incredibile semifinale al Roland Garros. In mezzo il primo titolo WTA, sulla terra rossa di Bogotà, superando in finale l’australiana Astra Sharma. Il mondo osserva e più arditi iniziano a paragonarla a Maria Sharapova. Kostantin se ne va ad agosto, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di Amanda. La cosa migliore da fare è tornare subito in campo per provare a lenire anche solo di un briciolo un dolore così forte.
Dopo due anni passata a lottare e a porsi tante domande sul futuro, l’americana è tornata a veder splendere il sole nel cielo di Melbourne. La vittoria ai danni della bielorussa Sasnovich le ha consegnato un nuovo titolo e tanto altro ancora. Il lavoro svolto nella off season insieme a Darren Cahill, ex coach di Simona Halep, ha subito avuto risvolti positivi. “Siamo appena agli inizi – le parole di Amanda durante la premiazione – e ci stiamo conoscendo. Vedremo come andrà e speriamo possa diventare presto una cosa a lungo termine”. Sorrideva, nel frattempo. E ascoltava di nuovo il suono delle campane.
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