“Quella partita è stata un punto di svolta, poiché ho capito che potevo reggere un ritmo alto anche sul cemento. Da quel momento la mia convinzione è cresciuta tantissimo e sono riuscita a liberarmi dai pregiudizi che avevo su me stessa”. Parole di Jasmine Paolini, che ha confidato qualche settimana dopo la sconfitta contro Vika Azarenka agli Us Open quale sia stato il turning point della passata stagione.
Perché se delle volte i click possono scattare anche dopo una sconfitta, è altrettanto vero che non arrivano mai per caso. Il risultato colto a Portorose della toscana – il primo e finora unico titolo WTA della carriera – è stato il coronamento di un processo graduale. Un percorso lungo anni, sotto l’attenta supervisione di coach Renzo Furlan, nei quali nulla è stato lasciato nelle mani del fato. Una cura maniacale dei dettagli, un’apertura al dialogo sempre più marcata, un sodalizio ormai cementato con il proprio allenatore e una spasmodica voglia di uscir fuori dal guscio sono alcuni dei principali ingredienti che hanno trascinato l’azzurra a ridosso della top 50.
D’altronde, ancor prima di partire per la memorabile trasferta slovena, i segnali che qualcosa potesse succedere entro breve c’erano eccome. Già a maggio, sulla terra francese di Saint-Malo, Jasmine aveva raggiunto una finale di pregio in un 125K. E non satolla, un mese più tardi, si è aggiudicata sul mattone tritato di Bol il primo titolo in un torneo di suddetta categoria. La battuta d’arresto poi contro una grande campionessa come Azarenka ha dato il via alla nuova versione di Jas. Le speranze sono diventate convinzioni. Al titolo di Portorose sono seguiti altri risultati di spicco come il quarto a Linz e la semifinale a Courmayeur. È cresciuta la consapevolezza nei suoi mezzi. Di pari passo anche la gestione delle partite è migliorata in modo esponenziale così come il dritto che ha iniziato a recitare un ruolo ancor più determinante (sebbene già fosse l’arma in più del suo repertorio).
La seconda metà di stagione vissuta da Paolini, in senso figurato e con molta fantasia, la potremmo immaginare così: avete presente quando un genitore insegna al figlio ad andare in bicicletta? Mamma Vika le ha dato una bella spinta (motivazionale) e Jas, dal canto suo, ha afferrato senza esitazione alcuna il manubrio viaggiando più libera e sicura rispetto al passato. La piccola Jas è diventata grande, conosce oramai benissimo la sua bicicletta ed è pronta in questa stagione a pedalare ancor più forte di prima.
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