di Silvia Disderi
In America il tennis è più veloce. I maestri insegnano un gioco molto più aggressivo rispetto a quello su cui ci si allena in Italia. C’è la tendenza a cercare la rete, a chiudere lo scambio con due o tre colpi. I campi sono rapidi, l’assetto mentale di giocatori e coach è aggressivo.
La differenza sta anche nel modo di impostare un allenamento. Il “cesto” negli Stati Uniti può contenere oltre 250 palle ed è “mandatory”, obbligatorio, in alcune accademie, fare almeno 3 cesti prima di permettere agli allievi di fare punti. Il giovane tennista americano colpisce palle a go-go.
Per non parlare di quando piove. Nella sua accademia in Florida Rick Macci non ferma le lezioni se arriva la pioggia. Il cemento dei suoi campi non diventa scivoloso ma chiaramente le palle si bagnano: il bambino colpisce, l’acqua “esplode” dalla sfera ma viaggia ugualmente. Impossibile fare punti, ma una volta caduta la prima goccia dal cielo Rick soffia nel fischietto per far capire a tutti i maestri dell’accademia di dover passare, tornare o restare al cesto. Il concetto è che a inizio settimana paghi: a quel punto non è previsto alcun rimborso, così l’obiettivo è perdere meno lezioni possibile. E la “mission” è agevolata dal clima: quando piove ci sono comunque circa 25 gradi, non è come in Italia.
Paragrafo a parte meritano i genitori. Non essendoci campi coperti, qui i genitori stanno all’interno dell’accademia e seguono le lezioni dei figli. Ma non solo. La lezione privata di un’ora costa più o meno 150 dollari, di conseguenza tempo non ne vogliono perdere. Allora, per ottimizzare, noi maestri permettiamo ai genitori di stare in campo durante la lezione a raccogliere le palle: in questo modo il bambino non si ferma mai e gioca 60 minuti consecutivi.
L’aspetto più bello di questo sistema è che vedere affiatamento e intensità su 15 campi ti porta a spingere, a non risparmiarti. Nessuno va piano. L’entusiasmo è la cosa migliore che puoi trovare qui. Nessuno si permette di sciogliere l’allenamento. È le peculiarità del tennis a stelle e strisce.
Silvia Disderi è stata numero 329 del mondo in singolare e 196 in doppio. Biellese classe ’83, ha indossato la maglia della Nazionale insieme a Roberta Vinci e Stefania Chieppa in diverse prestigiose manifestazioni giovanili prima di diventare professionista. Due i suoi titoli ITF in singolare (oltre a 12 in doppio), entrambi in tornei da $10.000 (Albufeira e Casale) ed entrambi nel 2003. Dieci anni più tardi, terminata la carriera internazionale e fatta un’esperienza da coach federale in Liguria, il trasferimento negli Stati Uniti, dove ha lavorato alla Rick Macci Academy and Tennis Center per poi passare al Royal Palm Yatch & Country Club
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