Dai muscoli di gomma di Novak Djokovic, numero uno del ranking mondiale e fresco di 22esimo titolo Slam all’Australian Open, a quelli carichi di speranze dei ragazzi del Tennis Club Crema, il passo può essere breve. Il collegamento è nel nuovo progetto lanciato dal circolo del presidente Stefano Agostino, che ha inaugurato un’ambiziosa collaborazione con Marco Panichi, il 58enne romano preparatore atletico del campione di Belgrado. Una figura di enorme esperienza che prima di approdare alla corte di Djokovic, seguito per un anno fra 2017 e 2018 e poi dall’estate 2019 a oggi, ha lavorato con numerosi tennisti di alto livello, fra i quali una buona fetta degli italiani più forti dell’ultimo ventennio. “La collaborazione – spiega Matteo Tognon, coordinatore tecnico del Tc Crema – nasce dall’idea di inserire delle consulenze nei nostri programmi, che possano avvicinare la scuola tennis all’eccellenza. Per questo ci siamo rivolti a un professionista di altissimo profilo: Marco è una persona fantastica, che condivide il suo sapere unendo tanta esperienza e grande umiltà”. Con Panichi è stato lanciato un progetto di un anno, che lo impegnerà sui campi del Tc Crema per tre o quattro volte, ciascuna per un paio di giorni come avvenuto fra lunedì e martedì. In più, l’accordo prevede anche sei settimane – la prima a febbraio – nelle quali a Crema sarà presente un suo collaboratore, che si occuperà di svolgere test fisici sulla progressione degli atleti.
Ma non è tutto: al lavoro con Panichi è stata integrata la collaborazione con la moglie Manuela Caputi, mental coach che a sua volta collabora con Djokovic. “Insieme – continua Tognon – Marco e Manuela lavorano sul concetto di mente e corpo intesi come un’unica entità, con flessibilità ed equilibrio come pilastri. Il lavoro rimbalza costantemente fra questi due punti focali”. Come accennato, i ragazzi del settore full time del Tennis Club Crema hanno già avuto un primo assaggio del progetto fra lunedì e martedì, lavorando sia in aula con Manuela sia fra campo e palestra con Marco, accompagnato dal preparatore atletico del club Alessandro Cè. “Per i nostri ragazzi – dice ancora Tognon – sono state due giornate intense e stimolanti. Abbiamo iniziato con gli atleti del settore full time, ma l’obiettivo è che il progetto possa gradualmente portare effetti positivi su tutti gli allievi e anche sullo staff e i frequentatori”. Non a caso, è prevista la supervisione di Panichi sull’attività del preparatore atletico, affinché certi concetti possano essere portati avanti quotidianamente e a tutti i livelli. “Ognuno di noi – chiude Tognon – deve imparare ad aprire la mente ed essere sempre pronto ad attingere informazioni, per crescere e migliorare la propria professionalità. Tanto che per il futuro, se ce ne sarà la possibilità, non perderemo l’occasione di valutare altri progetti di questo genere”.
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