Da Sydney 2000 a Rio de Janeiro 2016, Fabian Mazzei è sempre in campo. Il 43enne bolognese, tesserato per Active Sport, ha già in tasca un piccolo record ancor prima di iniziare la sua quinta Paralimpiade: mai nessuno, in Italia, ne aveva disputate così tante consecutivamente. Ma il Fabian tennista ai primati è abituato, da quando nel 1994 un incidente sugli sci l’ha obbligato alla sedia a rotelle, riservandogli però un futuro da leggenda del tennis in carrozzina. Il curriculum parla di oltre cinquanta scudetti fra singolare e doppio, e almeno altrettanti titoli nel circuito internazionale, esplorato per oltre vent’anni e in quattro continenti diversi, fino a raggiungere la posizione numero 18 della classifica mondiale. Ma la Paralimpiade è un’altra cosa: un’emozione senza pari, sempre uguale alla prima volta, rincorsa e acciuffata in extremis. “Ho avuto il pass nell’ultima settimana disponibile – ha detto il bolognese -, grazie a un torneo in Lituania. Dovevo vincere per forza e ce l’ho fatta”. E pensare che dopo Londra 2012 aveva meditato il ritiro, ma il richiamo della racchetta è stato troppo forte: “La mia è una storia di amore e odio, ma il tennis è come una ragazza, è difficile lasciarla. Prevale sempre l’amore”. Ora viene il bello: un torneo atteso per quattro anni, ma anche un’esperienza Olimpica da vivere di nuovo. “Spero di godermela con tutto l’entusiasmo del mondo: è la realizzazione di un sogno per migliaia di persone, migliaia di ragazzi che hanno sudato per quel momento, per essere lì, dentro lo stadio, a vedere accendersi la fiaccola e respirare emozioni uniche. La Paralimpiade è una comunità di sportivi, con l’obiettivo della medaglia d’oro, ma anche la voglia di stare insieme. Si seguono altri sport, c’è un’atmosfera che altrove è difficile trovare”.
Disputare cinque Paralimpiadi è un risultato straordinario, ancora di più nel tennis in carrozzina, vista la crescita esponenziale del livello degli atleti e delle attrezzature sportive, che nell’ultimo decennio hanno cambiato il gioco. Ma Mazzei c’è ancora, grazie alla perseveranza che lo accompagna da sempre. Una volta dominava grazie all’immenso talento, poi si è accorto che non bastava più ed è tornato “sui libri”: studiare, osservare gli altri, cambiare e allenarsi tantissimo. “Per essere qui – spiega – ho dovuto lavorare un sacco, ogni giorno, con tecnici e preparatori atletici. Il gioco ha fatto progressi enormi, diventando sempre più aggressivo. Una volta si poteva aspettare, ora chi aspetta perde. Bisogna anticipare”. L’esordio di Mazzei sui campi dell’Olympic Tennis Park di Rio è previsto per venerdì 9 settembre: “Spero in un buon sorteggio, e di riuscire a giocare il mio miglior tennis. Al risultato non ci penso, vedremo cosa arriverà”. Insieme all’emiliano spera tutta Active Sport, che dal 2014 ha deciso di puntare su di lui, trovando un testimonial perfetto per la diffusione del tennis in carrozzina. Due anni dopo ecco i Giochi Paralimpici. “Siamo orgogliosi di avere Fabian nel nostro team – ha detto il presidente Marco Colombo – e siamo onorati di essere a Rio de Janeiro con un nostro atleta, al quale va il merito di essersi impegnato al massimo per restare ad altissimi livelli. A Fabian il più grosso in bocca al lupo da parte di tutti noi”.
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