L’ultimo weekend ha dato tantissimi spunti interessanti, dal punto di vista tecnico, dei valori espressi in campo dalle varie nazionali impegnate nel World Group e per quanto riguarda le sorprese. Chi di solito si lamenta dell’assenza di spettacolo o quantomeno di sorprese nel mondo del tennis femminile deve, ancora una volta, lasciar da parte i pensieri negativi riguardo alle tenniste WTA in seguito all’emozionante weekend di Fed Cup che si è appena concluso. Detto della sconfitta che sa tanto di disfatta dell’Italia, non tanto per punteggio o avversarie, quanto per le prospettive tutt’altro che rosee della nostra nazionale per quanto riguarda i playoff di aprile per rimanere nel gruppo mondiale e, a lungo termine, in generale per il movimento femminile che ci ha regalato tantissime gioie negli ultimi 10 anni, occorre approfondire il discorso relativo altri tre incontri del World Group.
La Francia partirà senza dubbio favorita durante il weekend del 16 e 17 aprile contro l’Olanda, apparentemente la squadra “cenerentola” del World Group, che però si è resa protagonista di una delle vittorie più impronosticabili della storia di questa competizione. La Francia di Mladenovic, Garcia e Cornet (sempre che quest’ultima dia la propria disponibilità a tornare a giocare per la propria nazionale) ospiterà le sorprendenti olandesi, che sembrano non riuscire più a perdere: dal 2014 hanno conosciuto solo vittorie e sono riuscite a passare dall’inferno dei gruppi zonali (superando Croazia, Belgio, Lussemburgo e Bielorussia) e a vincere i Playoff per rimanere nel gruppo mondiale contro il Giappone. Nel 2015 hanno superato nazionali sulla carta più quotate come Slovacchia e Australia per poi vincere, al primo turno del gruppo mondiale 2016, una sfida sulla carta per loro chiusissima contro la corrazzata russa. Detto della solo apparente disponibilità della Sharapova, desiderosa di non scendere in campo per evitare complicazioni in seguito agli infortuni di fine 2015 ma obbligata a partecipare ai fini dell’eleggibilità olimpica per Rio 2106, Makarova e Kuznetsova hanno combinato un bel disastro: la prima non è mai entrata in partita contro la Bertens, facendosi travolgere dalla pressione di aprire le danze sabato e commettendo un sacco di errori, sfruttando al minimo la diagonale del suo dritto mancino e del solitamente insicuro rovescio della tennista orange, sulla quale avrebbe sulla carta dovuto costruire la vittoria. Ottima la prestazione della Bertens, apparsa centrata e capace di giocare a braccio sciolto consapevole di essere giunta a Mosca come leader di una squadra senza davvero nulla da perdere. Il secondo singolare è stato però quello che ha segnato simbolicamente la sconfitta della Russia: la Kuznetsova è tornata ad essere una tennista imprevedibile (nel senso negativo del termine) accettando i lunghi scambi della non trascendentale Hogenkamp, bravissima a recuperare subito la posizione nel corso dei lunghi scambi e a stancare il più possibile la ben più blasonata e forte tennista di San Pietroburgo. Il match point annullato alla Kuznetsova, che ha preceduto un risentimento alla gamba per la tennista vincitrice di Us Open 2004 e Roland Garos 2009, è un’ulteriore beffa all’interno di un weekend assolutamente da dimenticare per le cosacche. La sconfitta per 10-8 al terzo (match record in Fed Cup per quanto riguarda la durata, pari ad esattamente 4 ore) non ha comunque convinto la Myskina a non schierare la Kuznetsova anche nella seconda giornata, costringendola a uscire nettamente sconfitta in due set contro un’esemplare Bertens. Detto della superba prestazione delle olandesi, non può fare impressione il parziale di 6 set a 1 (3-0 nel computo totale degli incontri) per le olandesi, per le quali la vittoria di un solo parziale sarebbe potuto già sembrare un mezzo miracolo. Tanti rimpianti e critiche per la Myskina (che si aggiungono a quelle legate alla finale persa a Praga contro la Repubblica Ceca in autunno), non abbastanza coraggiosa per opporsi all’egoistica scelta della Sharapova di non giocare e per rischiare la carta Kasatkina nel primo singolare di domenica; per quanto giovane ed inesperta, la giovane russa classe 1997 rappresenta uno dei prospetti più interessanti di tutto il circuito WTA e la sua buona forma era di certo superiore a quella di una esausta e zoppa Kuznetsova. Bertens, Hogenkamp, Rus e una quarta tra Kraijcek e Burger andranno allora in primavera a fare visita alle transalpine, provando ad arrivare in finale e rendendersi protagoniste di un’impresa che avrebbe davvero del clamoroso.
A Lipsia invece si è registrata la splendida vittoria della Svizzera contro una Germania che sembra non riuscire a lasciare davvero il segno in una competizione che potrebbe vincere da anni. Nemmeno l’apporto della neo-campionessa Slam Kerber è stato sufficiente per le teutoniche per battere le vicine di casa rossocrociate: il talento cristallino della Bencic, unito allo straordinario apporto della Hingis sono state le chiavi del successo delle Svizzere, capaci di tornare in semifinale nel gruppo mondiale per la prima volta dal 1998. La prima giornata non ha regalato troppe sorprese, con la Kerber vincitrice con agio su una Bacsinzky lontana dalla migliore condizione a causa dell’infortunio di fine 2015 e ancora indietro con la preparazione e con una Bencic partita contratta contro la Petkovic (anch’essa non nel periodo migliore della carriera), ma capace infine di emergere vincitrice in due set. Domenica è stato dunque il giorno della verità, apertosi con l’eccezionale successo della Bencic contro la numero 2 del mondo Kerber: i 6 set vinti su 6 in carriera da parte della talentuosissima svizzera contro la top player tedesca sono emblematici del dominio della più giovane delle due tenniste, capace di giocare al meglio nei punti importanti per emergere vittoriosa per 76 63. Il quarto singolare ha presentato ancora una volta una Bacsinzky fuori fase e battuta come a Melbourne da una sempre più convincente Beck, chiamata in causa al posto della Petkovic e capace di imporsi in due set sulla numero 2 rossocrociata. È servito quindi il doppio decisivo per decidere le sorti dell’incontro: la coppia Bencic-Hingis ha impiegato 5 games prima di trovare il ritmo, ma una volta entrate in partita per Groenefeld e Petkovic non c’è stato nulla da fare. La superiorità della tattica e del gioco d’anticipo delle due svizzere è parso ampiamente superiore rispetto al gioco di potenza ma troppo incostante delle tedesche. Ancora una volta quindi il sogno delle teutoniche di riportare a casa l’insalatiera deve aspettare, mentre la Svizzera si prepara ad ospitare le Ceche; se la Bacsinzky ritroverà la miglior condizione, le rossocrociate possono davvero ambire a battere le campionesse in carica e candidarsi alla vittoria finale della competizione.
Infine, soffertissima vittoria della Repubblica Ceca sulla neo-promossa Romania: per la rima volta da quando la Kvitova è convocata dal suo capitano, la due volte campionessa di Wimbledon è uscita sconfitta in entrambi i singolari. Particolarmente deludente è stata la prima contro la Niculescu, match nel quale la ceca ha sbagliato all’inverosimile ed è parsa davvero troppo discontinua per provare a scardinare la difesa ammirevole della tennista di casa (si giocava a Cluj). Per sua fortuna, la Pliskova aveva battuto la Halep per la prima volta in carriera dopo 3 sconfitte in straight sets: la tennista ceca classe 1992 è stata l’eroina del weekend per le campionesse in carica e, come la Bencic per la Svizzera, è stata protagonista di tutte e 3 le vittorie della sua nazionale nel corso del weekend. Alla sconfitta della Kvitova per mano di una Halep anch’essa tutt’altro che al top della condizione ma sufficientemente attenta nello sfruttare i cali e i mille errori della mancina ceca, la Pliskova ha replicato con un successo sofferto e non troppo convincente contro la Niculescu, imponendosi per 63 al terzo e rinviando le sorti della contesa al doppio finale. In coppia con la Strycova, con la quale era già stata protagonista del successo decisivo in finale di Fed Cup in autunno contro la Russia, ha dominato la specialista Olaru e una non troppo convincente Mitu, apparse poco centrate e inesperte per poter davvero ambire ad un successo finale. Ecco così che le ceche hanno potuto accedere all’ennesima semifinale degli ultimi anni, nella quale faranno visita nel match di cartello del weekend del 16/17 aprile alle svizzere.