di Sergio Pastena
Esordienti, ritorni inaspettati, sorprese impreventivabili. Le qualificazioni maschili degli Australian Open sono state a dir poco “insolite”: solo sei delle teste di serie hanno raggiunto il main draw, lasciando spazio ad atleti su cui nessuno o quasi puntava. Guardiamo questi “magnifici sedici”: difficilmente qualcuno andrà oltre il secondo turno, ma il palcoscenico è tutto loro in attesa dell’inizio.
Florent Serra (FRA): quasi trentunenne di Bordeaux, ex numero 36, due titoli in carriera, era scivolato al numero 156 delle classifiche nel corso del 2011. A Noumea aveva dato segnali di ripresa e li ha confermati, arrivando a qualificarsi a spese di Ginepri, Teixeira e Molchanov.
Peter Gojowczyk (GER): numero 248, sconosciuto al grande pubblico, 22 anni, il tedesco è all’esordio in uno Slam e non ha mai battuto un Top 100 in carriera. Il doppio 6-1 rifilato a un de Bakker ancora in cerca d’autore, tuttavia, ha destato molta impressione.
Danai Udomchoke (THA): trentenne thailandese, ex numero 77, una carriera vissuta all’ombra di Srichaphan. Sembrava un ex giocatore, ad inizio 2011 era tornato a giocare i Futures. Ora è in tabellone, dopo aver fatto fuori Brands e Polansky.
Andrey Golubev (KAZ): un altro che prova ad uscire dal periodo peggiore della sua carriera. Chvojka l’ha fatto penare al primo turno, poi è andato in crescendo fino a lasciare quattro games a Mertens. In questo momento gli servono punti ad ogni costo.
James Ward (GBR): l’altro inglese competitivo, impronosticabile semifinalista al Queen’s l’anno scorso. Sta provando a dare continuità ai suoi risultati con l’obiettivo di entrare nei primi 100. La qualificazione a spese di gente come Minar e Sijsling lascia ben sperare.
Jesse Huta Galung (OLA): ha esordito negli altri tre Slam, gli mancava solo Melbourne. Carriera di seconda fila, punta alla prima vittoria a livello Slam e l’esordio contro l’argentino Berlocq gli lascia più di una speranza. Comunque vada sarà un successo.
Lukas Lacko (SVK): unico sopravvissuto allo sterminio delle prime teste di serie, è andato giù molto regolare, lasciando per strada pochissimi games e palesando un ottimo stato di forma. Sicuramente il meno sorprendente tra i sedici qualificati.
Denis Kudla (USA): ha sofferto tanto contro Ciric e Ball, mentre l’incontro più facile è stato quello che in teoria doveva essere il più ostico, contro Schwank. Per il teenager americano una qualificazione che fa morale e un primo turno a dir poco affascinante contro Haas.
Jurgen Zopp (EST): un passo alla volta, questo estone continua a salire con la regolarità del passista. Ora è arrivata la prima qualificazione Slam, sempre lottando alla morte: 9-7 al terzo a Ignatik, 11-9 al terzo a Rodrigues, tre set anche contro Smyczek. Tanto di cappello.
Matteo Viola (ITA): come Zopp, più di Zopp, perché recuperare da 0-5 0-40 va oltre l’epico. Con Veic e De Voest altre due mini-maratone, col sudafricano che si era trovato due volte in vantaggio di un set e un break. Ha iniziato il 2012 come aveva chiuso il 2011: alla grande.
Alexander Kudryavtsev (RUS): altro “aficionado” dei tre set: prima contro Yang, poi contro tale Schuettler (mica pizza e fichi), quindi contro il portoghese Joao Sousa. Primo Slam a 26 anni, all’undicesimo tentativo. Non ha chance contro Federer, ma la passerella è più che meritata.
Roberto Bautista-Agut (SPA): altro esordiente, il 23enne spagnolo è meno sprovvisto di quanto dico lo sguardo spaesato sul suo profilo Atp: cresce con costanza e si è qualificato bene, lasciando solo un set per strada contro uno “tosto” come Ricardas Berankis.
Frederik Nielsen (DAN): si è trovato sulla sua strada Ram, Luczak e Bolelli, non proprio un tabellone facile per essere le qualificazioni. E’ andato avanti lottando ed ha conquistato il primo tabellone Slam al nono tentativo, alla veneranda età di 28 anni. Mica male.
Alex Kuznetsov (USA): uno di quelli con un brillante futuro dietro le spalle, a Melbourne passò un turno nel 2007. Dopo qualche anno torna protagonista e anche per lui c’è un primo turno d’eccezione: ad attenderlo, presumibilmente sul centrale, c’è tale Rafael Nadal.
Bjorn Phau (GER): qualificato senza patemi d’animo, eliminando tra gli altri Crugnola, il tedesco è stato nei 60 grazie ad un rovescio di pregio. A 32 anni si toglie lo sfizio di partecipare nuovamente ad uno Slam. Affronterà Rochus e di sicuro sarà una partita bella da vedere.
Iliya Marchenko (UKR): il “Niculesco” del circuito Atp, tra una piattata e l’altra, trova il modo di farsi vedere ogni tanto e completa la pattuglia dei qualificati per il tabellone di Melbourne. Non si offendano i suoi estimatori, ma non è quella che si dice una chiusura in bellezza.
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