di Alessandro Nizegorodcew (Foto di Gabriele Villa)
Veni, vidi, vici. Probabilmente non se lo sarebbe aspettato nemmeno Fabio.. Un ritorno al tennis professionistico (seppur per un torneo), la possibilità di giocare con un ottimo tennista e amico come Dustin Brown, vincere in due set il primo turno.. Fino ad un mese fa tutto questo poteva sembrare più di un sogno.. una chimera irraggiungibile…
Qualcuno di voi starà già pensando: ma che sarà mai, ha vinto un turno di doppio in un challenger! Addirittura farne un articolo? Lo si scrive solo perché è un amico e collaboratore del sito..!!!
Beh, ammetto che scrivere di Fabio per me (ma per tutti qui su Spazio Tennis) non è come scrivere di un Ramos-Vinolas qualsiasi (con tutto il rispetto…). L’incontro di oggi, questa vittoria, le sensazioni al rientro sul campo, l’adrenalina. Tutto questo è tennis, così come è tennis la finale di Wimbledon, così come è tennis la finale di quarta dell’Empire.
“Abbiamo iniziato e in pochi secondi ci siamo ritrovati subito sotto 3-0 con due break in favore di Marrai e Grassi” – così è cominciata la telefonata con Congy, subito dopo il matchpoint – “Dustin non prendeva il campo, tanto che ho quasi pensato volesse sciogliere. Con il passare dei minuti lui ha trovato sempre di più i colpi e anche io sono salito di livello. Abbiamo recuperato lo svantaggio, vincendo il parziale al tie-break. Nel secondo set le cose sono filate via tranquillamente ed in nostro favore. L’incontro è terminato 76(5) 62.” Non è tanto la breve cronaca del match che voglio farvi notare, quanto il tono di voce (difficile da spiegare con un semplice scritto) di Fabio. Quasi identico al solito, ma non esattamente uguale. C’era quel qualcosa in più, quell’adrenalina che ancora girava nel suo corpo, quella sensazione che solo un match vinto, a qualunque livello, riesce a farsi largo nella tua mente. E allora non si tratta semplicemente di un match vinto nel primo turno del torneo di doppio a Monza (a proposito, a me piacerebbe vincerlo!), ma della vittoria, del tennis, dell’emozione che può dare un passante di rovescio lungolinea sul punto decisivo.. o di un ritorno in campo (dopo poco meno di un anno) in un match ufficiale..
“Non ho giocato per niente male, considerando soprattutto che è stato il primo vero doppio da 8 mesi a questa parte” – ha proseguito Congy – “L’unico incontro di allenamento che avevo fatto era quello con te, Corrente e Sellan di qualche tempo fa…..”
E allora ci prendiamo un po’ di merito anche noi per questa vittoria, ma non tanto per il doppio di allenamento; quanto, più che altro, per aver dato una piccola a Fabio per rimanere nel suo mondo, attraverso interviste fatte per Spazio Tennis, lo Scofield’s Corner (in radio come nel sito) e tante tante altre cose. In maniera un po’ presuntuosa crediamo che una piccolissima percentuale della sua voglia di tornare a calcare i “veri” campi anche solo per una volta, ebbene quel misero 0,1% sia dovuto anche a Spazio Tennis.
Nel fare ancora i complimenti a Fabio per il match di oggi e nel fargli un grande in bocca al lupo per l’incontro di domani (contro Bracciali-Marrero), mi chiedo e vi chiedo ancora: perché abbiamo scelto il tennis? Che cos’è davvero per noi, per voi, per Fabio, questo benedetto/maledetto tennis? Qualche anno fa (era il 2006) ho curato una rubrica per Tennisteen che aveva come titolo proprio “Perché il tennis?”… E allora vi lascio con le parole, che mi colpirono molto, di Riccardo Ghedin…
“Le emozioni che ti da questo sport sono uniche… E’ uno sport singolo: giochi bene e vinci, giochi male e perdi. E’ uno stress diverso da tutti gli altri sport. Il pre-partita, la tattica con il coach, il riscaldamento.. Io in questo sport ho trovato emozioni indescrivibili, ma che non ho bisogno di spiegare, perché le sento mie. Se senti che queste emozioni possono continuare a darti qualcosa di importante, devi proseguire su quella strada, senza esitazioni. Io sento vivissime tutte le emozioni del campo: la paura, lo stress, quel buco allo stomaco… Finché hai tutto questo vuol dire che il percorso è quello giusto. La sensazione di paura che hai in campo, consapevole che il tuo avversario sta provando il medesimo sentimento, è una cosa unica. Per questo gioco a tennis, per tutto questo..”
Ed è per questo, aggiungo io, che Roger Federer, Fabio Colangelo e Alessandro Nizegorodcew si allenano tutti i giorni…
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