Di Daniele Sforza
“Guam è una piccola isola nel Nord del Pacifico e ci troviamo vicino alla Fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo. Guam, il territorio americano più vicino all’Asia, è una splendida isola, abbiamo un mare fantastico in cui è possibile fare snorkeling ed osservare il meraviglioso fondale. Aggiungi a questo una bellissima cultura, ambiente, cibo e persone cordiali e difficilmente troverai di meglio. Ho ancora parte della famiglia a Guam (mio padre è di Guam) e davvero l’ospitalità delle persone sull’isola è qualcosa di incredibile. Se ami vivere la vita in modo semplice, l’isola di Guam è il posto in cui vorresti stare tutta la vita. La cosa che rende Guam diversa da qualsiasi altra isola del Pacifico credo sia il cibo, pieno di colori e così saporito e originale. Infatti l’isola è stata in passato dominata dagli spagnoli, poi dai giapponesi e infine è diventata americana e l’insieme di tutte queste culture rende il cibo incredibilmente particolare e buono”.
Queste sono le parole usate da Daniel Llarenas, classe 1988, per descrivere la sua isola. Siamo quindi a Guam, piccola isola dell’Oceano Pacifico di poco più di 160 mila abitanti, con quest’intervista all’attuale miglior giocatore del paese, Daniel Llarenas, più volte impegnato nel rappresentare la propria nazione in Coppa Davis e primo giocatore della storia del paese a vincere un match professionistico, conquistando punti Atp, seppure in doppio.
Come hai iniziato a giocare a tennis?
Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 7 anni, mia madre ha mandato me e mio fratello a giocare in un “tennis camp” gratuito, gratuito perché in quel periodo promuovevano il tennis nell’isola di Guam, visto che non era uno sport conosciuto. Io e mio fratello potevamo sfidarci in un uno contro uno, vedere chi era il migliore e questa era proprio la parte divertente dello sport che ci appassionava.
Quanto è stato difficile iniziare a giocare a tennis in un’ isola così piccola e senza nessun tipo di tradizione tennistica?
Credo tu possa dire che sia stato piuttosto stimolante iniziare a giocare a tennis, quando l’ho fatto io, a Guam. Avevamo un solo campo da tennis, in un parco pubblico e il tennis, come detto, non era uno sport popolare. Ho giocato il mio primo torneo quando avevo 8 anni e in tutta Guam c’erano 4 o 5 partecipanti (tra cui mio fratello) in tutto il gruppo under 18, questo voleva dire che quando avevo 8 anni giocavo con persone che potevano avere anche 10 anni più di me … A tutto questo aggiungo che avevamo più o meno 4-5 tornei all’anno a Guam.
Nella tua carriera non hai mai giocato molti tornei Pro, come mai?
Non ho giocato molti tornei Pro non tanto perché non avessi il potenziale o non mi sentissi pronto a rappresentare Guam, quanto per il fatto che non mi interessava veramente. La vita di ogni tennista (i viaggi e tutto il resto) non era qualcosa che io desideravo realmente. Dopo il college ho scoperto che la mia passione era quella di allenare ed ero entusiasta dell’idea di allenare e sviluppare i giocatori secondo un mio metodo. Mi sono spostato quindi all’università delle Hawaii e la Division I (John Nelson in particolare) mi ha aperto le idee sul tennis, di come oltre ai colpi ci sia tantissimo altro. Bisogna capire come il comportamento in campo sia collegato a quello fuori dal campo e qualsiasi cosa successa ti può spingere a stare meglio o peggio.
Dal 2010 Guam ha deciso di organizzare un torneo Pro. Puoi dirmi qualcosa su questo torneo? In passato ci sono stati tanti buoni giocatori che hanno vinto questo torneo, Ito e Myneni su tutti …
Dal 2010 Guam ha deciso di organizzare questo torneo da 10.000$ a fine Maggio e devo dire che hanno fatto un lavoro fantastico con il torneo, con l’ospitalità e con tutto il loro amore nel trasmettere ai tennisti venuti qui a giocare la cultura della nostra isola in modo da farli sentire al meglio. Uno dei tennisti che ho conosciuto meglio è Saketh Myneni, nell’anno in cui poi ha vinto il torneo. Un bravissimo ragazzo, un altro giocatore che si è iscritto al college (Alabama) e in quei giorni lo abbiamo anche invitato a stare con noi per un barbecue prima che partisse di nuovo. Scherzavamo anche sul fatto che forse avevamo anche giocato contro in qualche match al college. Come già detto la nostra federazione ha fatto davvero un ottimo lavoro e la ringrazio per l’opportunità che mi ha dato facendomi giocare eventi di questo tipo per guadagnare punti Atp osservando tennisti di alto livello, non credo che si potesse fare di meglio.
Sfortunatamente non sei riuscito a guadagnare un punto Atp ma invece, in doppio, sei riuscito a vincere un match pro. Ricordi quel giorno?
Ho giocato quando avevo 18 anni e ho vinto la mia prima partita in doppio (con un mio amico del college), guadagnando punti Atp. È stato qualcosa di grandioso anche perché ho raggiunto un traguardo mai ottenuto prima nella mia nazione. In singolo non è andata allo stesso modo ma ho guadagnato tanta esperienza giocando un torneo di questo livello davanti al mio pubblico. Conquistare un punto Atp sarebbe stato importante si ma non è quello che avrei voluto, il mio sogno sarebbe ad esempio quello di portare, da allenatore, un ragazzo/a di Guam a conquistare un primo punto Atp/Wta.
Ti sei spostato in America, come è successo?
Mi sono spostato da Guam all’età di 12-13 anni e sono arrivato alle Hawaii, dove ho continuato a migliorare il mio tennis e poi sono andato all’università, dopo il college sono tornato a Guam per allenare. Tornare qui dove ho iniziato a giocare a tennis è stato incredibile, mi sono spostato con la mia ragazza (ora moglie) e con lei sono stato in grado di aprire la mia accademia qui a Guam. È stato semplice spostarsi e tornare qui perché ho ritrovato tutte le persone che avevo lasciato quando ero bambino e così ho potuto riprendere, da adulto, queste amicizie.
Quali sono i pro e i contro di un’esperienza al college?
Ci sono davvero tanti pro nel decidere di andare al college. Se sei uno junior che è nella top 500 Atp, Division I College non credo sia la scelta migliore, è meglio continuare per questa strada e vedere che risultati si possono ottenere nel tour. Tuttavia il livello qui è davvero alto, se sei nella top 75 significa che hai davvero delle ottime qualità sul campo da tennis. Come allenatore al college ora e vedendo i tennisti giocare e allenarsi, credo che ci sia un livello future – challenger, possiamo dire che abbiamo un livello da primi due turni challenger e non credo sia poco.
La caratteristica più importante del college è quella di riuscire a portare i ragazzi a diventare dei veri uomini, portandoli ad essere responsabili e disciplinati in campo e fuori. Altro pro credo sia quello della maturità, lo sport nel college ti aiuta veramente con un programma di sviluppo a maturare come persona, imparando a muoverti in situazioni difficili e imparando a lottare, sempre con una personalità positiva. Come accade ad esempio in una situazione di Fed Cup o Davis Cup quando rappresenti la tua nazione, con emozioni non semplici da gestire.
Hai giocato per diversi anni la Coppa Davis con il team Pacific Oceania, che sensazioni hai provato?
Essere chiamato a giocare per la squadra Pacific Oceania è stato qualcosa di incredibile e non ci sono parole per descrivere quanto è stata speciale questa esperienza. Devo ringraziare la Guam Tennis Federation per avermi dato questa opportunità di rappresentare Guam e Pacific Oceania, un gruppo di 81 isole nazioni tra cui vengono scelti solo 4 giocatori come rappresentanti. Sono onorato di essere stato l’unico e solo giocatore di Guam scelto a rappresentare Pacific Oceania in coppa Davis, qualcosa di veramente speciale. Sono certo che non sarò l’ultimo considerato tutto il lavoro che sta facendo la nostra federazione nello sviluppo dello sport nell’isola.
L’esperienza più bella in Coppa Davis è stata proprio la prima, appena finito il college. Ero a Guam, mi allenavo con il team e mi avevano detto che, facendo bene nei match di allenamento potevo avere una chance di rappresentare la mia squadra. Mi hanno dato questa chance e sono riuscito a giocare in modo pazzesco, senza paura mostrando a tutti quello di cui ero capace e, i match giocati quell’anno furono giocati a Guam, contro l’Iran nel match di salvezza per rimanere nel gruppo 2 Asia/Oceania. Con Cyril Jacobe (Vanautu) siamo riusciti a vincere in doppio in 4 set e abbiamo conquistato la sfida; inoltre aggiungo che il giorno del mio esordio era il mio compleanno quindi puoi capire che giorni siano stati quelli … Esordio e vittoria con la propria nazione, cosa chiedere di più? E devo ringraziare tutta la squadra (anche le persone con cui ho giocato gli anni seguenti), bellissime persone, perché mi hanno fatto sentire in modo favoloso e credo che resteranno sempre nel mio cuore per quest’esperienza vissuta.
Come si è sviluppato il tennis nel corso degli anni a Guam?
Il tennis si è sviluppato molto velocemente a Guam negli ultimi 6-7 anni, con tanti programmi e diversi allenatori certificati. La federazione sta facendo davvero tanto per promuovere lo sport e aiutare gli junior nel loro percorso. Credo che ci siano più di 200 persone ora nei tornei e quando ho iniziato io erano 5-6 come ti ho detto … ci sono più tornei e c’è un vero sogno di muoversi in America per andare al college e continuare a giocare.
Credo che abbiamo davvero tanti buoni ragazzi che possono arrivare un giorno a entrare nel ranking Atp/Wta. Un paio di ragazzi sono già negli Stati Uniti a giocare in Division I e quindi hanno ottime possibilità di ottenere punti Atp o Wta in futuro.
Di cosa ti stai occupando in questo momento?
Due anni fa, mia moglie e io ci siamo spostati da Guam perché ho avuto la possibilità di diventare Assistant Men’s tennis coach nell’università del Pacifico nella Division I. Sono stato fortunato a entrare in questo programma e devo ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato, soprattutto Ryan Redondo che è stato fondamentale nella mia crescita come allenatore.
Cosa ami fare nel tempo libero?
Con tutti gli impegni non è facile trovare del tempo libero, quando lo ho provo a imparare qualcosa per migliorare come coach, su come massimizzare il potenziale di una persona, o sul tennis. Amo passare il tempo con mia moglie, guardare semplicemente il tennis o uno sport (soprattutto il basket) in cui ci sia una performance da osservare, una battaglia in cui c’è qualcuno che vuole spuntarla.
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