di Sergio Pastena
Un equilibrio perfetto, preciso, snervante.
Il doppio tra Argentina e Italia, incontro della massima importanza dopo una prima giornata chiusasi in parità, si chiude a favore dei nostri Simone Bolelli e Fabio Fognini, ma quanta sofferenza per avere ragione degli albiceleste!
Al Patinodromo Municipal “Adalberto Lugea” il pubblico è tanto e rumoroso e il doppio argentino, formato da Schwank e Zeballos, conduce a lunghi tratti una partita al limite della perfezione specialmente nei punti “pericolosi”. Ad esempio il primo set vede gli azzurri avere due palle break prontamente annullate, come l’unica ottenuta dai padroni di casa. Il perfetto bilanciamento delle forze in campo si vede facilmente dalle statistiche: 47 punti a testa, 73% e 72% di punti vinti sulla prima, circa la metà per entrambi sulla seconda, 22 vincenti a 20 per gli italiani, che commettono però 12 errori non forzati contro i 10 degli avversari.
Insomma, tie-break inevitabile e argentini che scappano via subito sul 6-1: a quel punto striscia vincente degli azzurri che si portano sul sei pari ma, a quel punto, cedono un minibreak decisivo. Si riparte col secondo set che vede gli azzurri più propositivi e molto efficaci al servizio, con gli avversari che non cedono di un millimetro. Palle break non ne arrivano e così si giunge al tie-break, che stavolta vede gli azzurri condurre tallonati sempre dagli avversari. Gli argentini annullano due set point e ne conquistano uno: un punto delicatissimo che manderebbe Schwank e Zeballos avanti di due parziali, ma il polso non trema e l’Italia arriva al terzo set point, quello decisivo. Parità.
Il terzo set vede gli argentini mettere più prime e ribaltare varie volte situazioni in cui gli azzurri arrivano a 30 in vantaggio: molto efficace Zeballos, un po’ meno Schwank che però rimedia sparando spesso “seconde a mo’ di prima” ai limiti dell’incoscienza. Sul finale del set si rivedono le palle break: prima tre per gli azzurri, poi due per gli argentini, anche stavolta senza esito. Il tie-break, però è il momento in cui il match piega dalla parte dei nostri: sette punti a tre, senza patemi d’animo.
Come prevedibile i padroni di casa accusano il colpo e, al terzo game del quarto set, van sotto per la prima volta 0-40 e cedono la battuta. Gli azzurri continuano ad essere efficaci e si trovano a servire per il match sul 5-4. Sul 30-0 Fognini commette il primo doppio fallo del match, ma rimedia con un ace: doppio match point ma gli argentini annullano facendo miracoli e procurandosi persino una palla break. Ancora una volta non c’è traccia di braccino: punto all’Italia e successivo match point, chiuso su una palla mandata lunga dagli argentini.
Braccia al cielo, col pubblico di casa in silenzio per la prima volta dopo quasi quattro ore. Braccia al cielo, ma solo per oggi: manca ancora un gradino per l’impresa e a Mar del Plata non sarà per niente facile. In Argentina, d’altronde, non è mai facile.
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