Race to London: tutto scritto o quasi

djokovic dritto masters

di Federico Mariani

Come ogni autunno, la caccia per un posto tra i migliori otto del mondo che si contenderanno il titolo di Maestro a Londra mette un po’ di pepe al rush finale di stagione nei tornei europei disputati rigorosamente a livello indoor.

A differenza del recente passato, la corsa alle Finals londinesi risulta essere più spenta, con molte certezze già consolidate e pochissimi spiragli di speranza per chi insegue. Analizziamo nel dettaglio chi ha un posto certo, chi necessita solo della matematica per volare nella capitale inglese e chi, invece, può nutrire qualche piccola ma importante ambizione.

Con un Masters 1000 ancora da disputare (Parigi Bercy), sono già sei i campioni con in mano già il pass per le Atp World Tour Finals. Si tratta, in rigoroso ordine di Race, di Djokovic, Murray, Federer, Wawrinka, Nadal e Berdych con gli ultimi due della lista che a Shanghai hanno certificato la loro presenza. Per Roger Federer si tratta della presenza numero quattordici (manco a dirlo, record tra gli attivi) dove inseguirà il settimo sigillo (con altre tre finali disputate) di una storia d’amore, quella tra lo svizzero ed il Master di fine stagione, sempre palpitante, anche se il marchio rossocrociato latita dal 2011 con due finali raggiunte (e perse) negli ultimi tre anni. Non poteva mancare, ovviamente, il dominatore assoluto del 2015, Novak Djokovic, che si presenterà ai nastri di partenza da indiscusso favorito anche in virtù dei quattro successi già incassati, tre dei quali nelle ultime tre edizioni. Torna tra i migliori otto Rafa Nadal, assente ingiustificato lo scorso anno. Le Finals sono uno dei pochissimi baluardi del tennis che conta ancora mancanti al palmares del mancino di Manacor che qui è riuscito a centrare massimo due finali, perdendo nel 2010 contro Federer e due anni dopo contro Djokovic. L’eroe di casa, Andy Murray, firma l’ottava partecipazione con la quale raggiunge Andy Roddick portandosi in coabitazione con l’americano al quarto posto tra i più presenti al Master finale nel secolo in corso, mentre torna per il terzo anno consecutivo Stan Wawrinka, protagonista lo scorso anno di una semifinale al cardiopalma col connazionale Federer. Infine, sesta partecipazione consecutiva per Tomas Berdych, figura ormai più che stabile al tavolo dei grandi del tennis.

Solo la mera matematica si frappone per il momento tra Kei Nishikori e la seconda qualificazione assoluta dopo l’esordio targato 2014. Il giapponese, fermo questa settimana a differenza dei diretti concorrenti, occupa la settima piazza ed i 1500 punti di vantaggio su Tsonga (nono) dovrebbero garantirgli con relativa tranquillità un posto tra i migliori otto. L’unico dubbio da sciogliere, l’unica testa a testa da risolvere dovrebbe essere quella riguardante David Ferrer e Jo Tsonga. L’iberico parte nettamente favorito in questa corsa, forte di un vantaggio di circa 900 punti difficile da soverchiare per il francese. Entrambi sono impegnati questa settimana nel Masters 500 di Vienna, in ipotetica rotta di collisione a livello della semifinale peraltro, ma Jo per poter ambire al sorpasso dovrebbe vincere il torneo austriaco e mettere a segno un exploit a Parigi Bercy sulla falsariga di quanto fatto a Shanghai, sperando al contempo che non faccia altrettanto bene Ferrer. Restano formalmente in corsa anche Richard Gasquet e Kevin Anderson con, rispettivamente, 2490 e 2430 punti per un sostanzioso distacco che supera le mille unità dall’ottava piazza occupata, come detto, da Ferru. Sono, invece, ormai fuori dalla corsa sia John Isner (dodicesimo) che Marin Cilic (tredicesimo) che non potrà dunque confermare la presenza dello scorso anno.

Impresa estremamente difficile ma non impossibile per Tsonga che ha già dimostrato in passato di trovarsi a meraviglia in questa porzione di stagione con le veloci superfici indoor che ne esaltano le caratteristiche. Nel più verosimile caso in cui tutto dovesse essere confermato, si avrebbero due new entry rispetto alla scorsa edizione delle Finals, coi graditi ritorni di Ferrer appunto e soprattutto Nadal, che sostituirebbero nella griglia di partenza Marin Cilic e Milos Raonic, per un torneo, se possibile, ancor più affascinante e competitivo. 

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