di Sergio Pastena
Capitare nell’ottavo di Nadal, per un Top 16, è sicuramente un colpo di sfiga: questo è il pensiero passato per la testa di tutti quando l’urna ha messo proprio Fabio Fognini in rotta di collisione con il maiorchino.
Il confronto tra i due, tuttavia, non c’è stato, e non per l’eliminazione del ligure ma per quella sorprendente dello spagnolo. Ma andiamo con ordine.
Come sempre, la partita di Fognini contro Monfils è stata ostica. Nessuna novità, siamo abituati a match combattuti tra i due ma, a questo giro, era sul cemento. Questo, però, è un altro Fabio e si è visto da subito: partenza a razzo, primo parziale chiuso 6-2 dopo avere avuto palle set sul 5-1. Nel secondo parziale c’è stato il ritorno del francese e, in quello decisivo, tutto lasciava prevedere un tie-break finale come l’anno scorso ad Umago, quando a spuntarla fu Monfils. E invece niente da fare: turno pessimo del francese, bravissimo Fognini a mettergli pressione con la risposta a 7-5 che vale il passo per gli ottavi.
Negli ottavi, come detto, Fabio non ha trovato Nadal ma Dolgopolov, capace di battere Rafa al tie-break del terzo dopo essere stato in vantaggio 5-2 e aver rischiato di sprecare tutto. Contro l’ucraino, che già aveva battuto nettamente a Rio un Fognini stanco ed era avanti 3-0 nei precedenti diretti, era comunque difficilissima: nelle tre partite disputate a livello Atp Fognini non gli aveva mai strappato un set e vantava solo una vittoria a livello di Challenger, a Sanremo, ma nel lontano 2007. Si può dire che sia andata meglio che a Rio, ma relativamente visto che il Guru ha comunque prevalso 6-2 6-4, con un po’ di rimpianti per l’occasione del 5-5 nel secondo sulla quale Dolgopolov ha spazzolato un paio di righe. Vittoria comunque meritatissima, che conferma l’eccellente stato di forma dell’ucraino.
Per il resto ci sono state tante sorprese sfiorate e un paio di colpi messi a segno. Raonic avanza agevolmente contro Falla e trova Andy Murray, messo a durissima prova da un sorprendente Vesely che, dopo aver vinto al tie-break il primo set, si è trovato avanti sia nel secondo che nel terzo prima di cedere. Nessun problema per Wawrinka che lascia due games al nostro Andreas Seppi mentre Anderson, in una zona di tabellone priva di teste di serie, avanza al terzo e trova Donskoy.
Bene Haas, che tiene a bada Nishikori (cosa tutt’altro che scontata) e passa il turno regalandosi la sfida con Roger Federer, vincitore con un doppio tie-break su Tursunov. Confronto spettacolare, sicuramente tra i più promettenti dal punto di vista estetico assieme a Fognini-Dolgopolov. Gasquet, invece, stecca contro un Verdasco in ripresa che cercherà di rendere dura la vita a John Isner, sin qui andato sul velluto.
Capitolo Dimitrov: stavolta la sfida con Gulbis finisce male, con un set a testa vinto in scioltezza e il lettone bravo a prevalere al terzo per 7-5. Troverà Berdych? Sbagliato: il ceco è andato fuori subito contro Bautista Agut che non ha fallito la prova del nove eliminando Nieminen, sia pur soffrendo fino al 7-6 del terzo. Una sorpresa anche nell’ultimo quarto di tabellone, con Benneteau che fa fuori Tsonga e ora trova Feliciano Lopez, reduce da due match vinti in rimonta contro Ward e Kukushkin.
Infine, last but not least, Djokovic soffre per un set contro Alejandro Gonzalez ma nell’ultimo dilaga e ora si prepara a sfidare Cilic, la cui vittoria contro Robredo può ritenersi sorprendenti solo guardando il ranking, vista la superficie. Cadranno altre teste eccellenti?
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