L’aveva detto Andrea Petkovic ad inizio settimana: “Angie è in grandissima forma e vincerà il torneo.” Ci hanno scherzato tutti, compresa Angelique Kerber, ma alla fine è stata proprio lei a sedersi sulla bianca cabriolet e guidarla fino al centro del campo.
Eppure la sconfitta è stata lì ad un passo, perché la sua avversaria aveva sì tre ore di match nelle gambe da ieri, ma anche la consapevolezza di un tennis ritrovato e in grado di piegare la resistenza di chiunque. Caroline Wozniacki era infatti partita a tutta, tanto da mettere a segno subito due ace e trovare per prima un break di vantaggio nel quarto gioco. Più che rallentata da un’evidente fasciatura alla coscia destra, la Kerber sembrava incapace nel trovare una soluzione per limitare lo strapotere della danese da fondo, che sia di rovescio che di dritto manovrava lo scambio e spesso chiudeva a rete, come sul punto per andare 4-1, dove ha incantato lo stadio con un’inaspettata stop volley di dritto in allungo.
Chiamata a servire per chiudere il primo set in poco più di mezz’ora, la Wozniacki ha subito il tentativo di riaprire il parziale da parte della tedesca solo nel primo lunghissimo punto del game, salvo poi tornare a spingere come prima e chiudere il set in suo favore.
Capendo di dover fare qualcosa di nuovo per ribaltare le sorti dell’incontro, la tedesca ha iniziato il secondo set cercando di spingere di più da fondo, sfruttando spesso il contropiede e traendo vantaggio dai colpi più teneri della ex numero uno del mondo. In un batter d’occhio si è issata sul 3-0, quando al cambio campo Piotr Wozniacki ha iniziato un’animata discussione prima con Marija Cicak e poi Laura Ceccarelli a riguardo di un warning ricevuto per coaching tra i due set e che lui ha definito errato perché stava discutendo della tensione delle corde con la figlia.
A poco è servito comunque, se non a destabilizzare Caroline, che dei successivi quattro game ne ha raccolto uno soltanto, tradita da idee confuse e colpi da fondo improvvisamente fuori timing.
Game and second set Kerber, 6-1.
Le due quindi hanno lasciato il campo per una pausa fisiologica e quando l’orologio segnava appena un’ora e nove minuti di gioco sono rientrate in campo e iniziato quello che sarebbe diventato un estenuante set di dura lotta fisica e mentale.
Kerber è stata la prima a dover salvare due palle break nel secondo gioco, ma se aiutata da un cattivo rimbalzo su una seconda di servizio molto timida sulla prima delle due, sulla seconda ha pescato un jolly con uno stupendo smash di rimbalzo da fondo campo. Ciononostante, è stata la danese la prima a trovare un game in risposta, a sua volta aiutata da un nastro che dopo diverse delusioni le ha dato un punto importante. Ma con il traguardo davanti agli occhi, è cominciato un calo perentorio del gioco della Wozniacki, sempre più lontana dalla riga di fondo e più esitante con il dritto, vera croce del suo gioco, ma che in questa settimana aveva avuto nuovo spolvero.
Con tutte e due le ragazze piene di tensione, gli scambi si sono allungati e questo era sembrato portare alla numero 5 del mondo un grande vantaggio, poiché Kerber continuava a sbagliare sulla distanza e a toccarsi la coscia fasciata. Issatasi sul 5-3 30-15, si è dissolta completamente la tenuta mentale sullo scambio della finalista degli US Open che non è neppure riuscita ad arrivare a giocarsi una palla per poter guidare la Porsche alla cerimonia, subendo il ritorno della tedesca, sostenuta da un intero palazzetto che non sognava altro che un suo trionfo. Subito il riaggancio, la danese ha perso nuovamente il servizio con un errore di dritto e ha infine provato a riaprire l’incontro sul servizio della Kerber, che però ha chiuso al quarto match point.
Ad un finale così ricco di pathos e drammaticità, non poteva che seguire una cerimonia altrettanto vissuta, con la Wozniacki visibilmente delusa e quasi in lacrime, nonostante i genuini complimenti all’amica e rivale. È stato poi il momento delle lacrime per la Kerber, che dopo un inizio di stagione complicato e avaro di emozioni, ha vinto due torneo consecutivi, essendo ad oggi ancora imbattuta sulla terra, ma soprattutto, riportando grande onore al tennis tedesco, vincendo il più importante torneo organizzato in patria.
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