di Lorenzo Cialdani
Settimana quantomeno particolare quella appena trascorsa, naturalmente per quanto riguarda i juniors impegnati nel circuito Under 18: l’attenzione è tutta rivolta al prestigioso “Abierto Juvenil Mexicano”, penultimo torneo Grade A della stagione 2015, eppure sono molte le sorprese provenienti dagli altri tornei disputati, tra cui il G5 “Nike Junior International Liverpool”, il “Phinma International Juniors”, G4 nelle Filippine, e il G5 “Arctic ITF Open” in Norvegia, tutti su cemento, a Liverpool e Stavanger indoor mentre a Manila outdoor.
Sulla difficile terra rossa di Città del Messico, al via si presentano i super favoriti Mate Valkusz, ungherese in grande crescita giunto ormai a ridosso della Top10 di categoria, oltre all’argentino Manuel Pena Lopez e l’uzbeko Djurabeck Karimov, tutti classe ’98 alla ricerca di punti importanti in vista della fine dell’anno tennistico.
Se proprio Pena Lopez viene sorpreso dall’outsider israeliano Yshai Oliel all’esordio con il punteggio di 7-6(4) 6-3, ad eliminare Karimov per 7-5 nel set decisivo al secondo turno è un altro tennista albiceleste, il 17enne di Buenos Aires Genaro Alberto Olivieri (nella foto in alto), che approfitta di un tabellone non impossibile nella parte alta, vista anche l’assenza dei più quotati suoi connazionali Franco Capalbo e Geronimo Espin Busleiman; la battaglia dei tie-break con il brasiliano Gabriel Decamps vinta per 7-6(7) 7-6(5) e la rimonta dal 2-6 iniziale con il promettente statunitense Ulises Blanch lo lanciano in semifinale, dove ad attenderlo c’è il canadese Benjamin Sigouin giustiziere di Valkusz nei quarti per 3-6 6-1 6-2.
Nella parte bassa del draw messicano, ai quarti di finale “resiste” una sola testa di serie, ovvero l‘egiziano 17enne N.13 Youssef Hussein, che supera non senza difficoltà incontri decisamente alla sua portata giungendo in semifinale – dopo aver sconfitto l’argentino suo coetaneo Valentino Raul Caratini per 4-6 7-6(5) 6-1 – per affrontare l’ungherese classe ’99 Zsombor Piros, che nonostante il buon livello raggiunto durante la settimana deve arrendersi in due set per 6-4 6-3, permettendo ad Hussein di accedere all’ultimo atto del torneo da favorito.
Se ci si attende una prova di forza da parte di Sigouin nella semifinale alta, alla fine è proprio Olivieri a continuare il proprio fantastico percorso nel torneo, emulando Hussein nel punteggio di 6-4 6-3 e andando a giocarsi la terza finale consecutiva dopo le vittorie nei Grade 3 di Londrina in Brasile e Santa Cruz in Bolivia – in entrambe le occasioni aveva vinto anche nel tabellone di doppio –, con l’ostacolo Hussein dietro l’angolo.
Non si interrompe, tuttavia, la sua serie vincente di 15-0, e la vittoria per 6-3 6-4 lo spinge in alto in classifica con grandi speranze per l’immediato futuro e per un prossimo approdo tra i “grandi” del circuito ITF.
Tabellone importante anche quello del singolare femminile, con un finale che davvero in pochissimi si sarebbero potuti aspettare: l’ottima prestazione della statunitense Alexandra Sanford, N.11 del seeding, comprende l’eliminazione della forte algerina N.8 del tabellone Ines Ibbou al terzo turno, e della ispiratissima connazionale Hanna Chang – che aveva in precedenza estromesso la russa N.2 Anna Blinkova con lo score di 7-6(7) 3-6 7-5 in un match delicatissimo ed incerto fino all’ultimo – prima della sconfitta in due sfortunati tie-break sulla forte britannica N.3 Katie Swan per 7-6(6) 7-6(3) per un posto in finale.
Bene la Sanford, dunque, ma benissimo la connazionale classe 2001 Amanda Anisimova (nella foto copertina), che dopo il doppio 6-4 rifilato alla N.6 Kayla Day al secondo turno, riesce a liquidare anche la qualificata Ellie Douglas e la coetanea Abigail Desiatnikov ai quarti prima di affrontare la russa N.7 Evgeniya Levashova in un match alla “Davide contro Golia”: la russa, che aveva eliminato di misura la N.1 del seeding Sofia Kenin nei quarti, deve comunque piegarsi all’impeto della statunitense che ha la meglio per 7-6(3) 6-4 e si candida fortemente per il primo titolo della sua giovanissima carriera.
Il rematch del primo turno dell’Easter Bowl di Indian Wells dello scorso aprile, quando la Swan vinse facilmente in due set, stavolta vede una Anisimova travolgente, che va a prendersi la vittoria finale per 7-5 3-6 6-3 candidandosi nonostante la giovane età al ruolo di crack del tennis a stelle e strisce per il prossimo futuro, vista anche la grande attenzione che le riservano tuttora gli ambienti di college statunitensi.
Non è una novità assoluta che a primeggiare nei vari tornei siano tennisti e tenniste ben al di sotto dell’età media delle entry list, eppure in questo finale di novembre sono stati riscontrati risultati che portano alcuni over 2000 sul gradino più alto del podio.
I protagonisti assoluti della “linea verde” britannica sono Aidan McHugh ed Emma Raducanu, entrambi di scena a Liverpool: McHugh si impone nel proprio draw di singolare battendo in serie il N.5 Louis Newman, il polacco N.2 Piotr Smietana ed il N.4 James Davis, perdendo un solo set in questi 3 complicati incontri, prima di avere la meglio in finale sul connazionale classe ’99 Damian Rodriguez, anch’egli capace di eliminare la prima testa di serie, il belga Arnaud Destrebecq in due set, prima del 7-6(5) 6-2 rifilato al N.3 del seeding Matthew Story.
Se il percorso di McHugh è davvero notevole, la settimana della 13enne Emma Raducanu è qualcosa di indimenticabile: all’esordio assoluto in un torneo ITF, la giovanissima britannica – che ha compiuto 13 anni solo da 10 giorni – mette a segno una serie di 5 vittorie consecutive perdendo solamente un set al secondo turno nel successo sulla qualificata Amarni Banks per 6-2 5-7 6-4, compresa la finale durante la quale ha avuto la meglio sulla connazionale N.1 del seeding Lauryn John-Baptiste di 4 anni più grande con lo score di 6-1 6-4. Trionfo e occhi puntati per il futuro, con tanta strada da fare ma una partenza che meglio di così non sarebbe stata neanche immaginabile.
Finale da “30 anni in due”, anche se tra prime due teste di serie, anche al G4 di Manila, con il giapponese Naoki Tajima che supera l’ennesimo prodotto dell’ottima fucina di talenti quale è la Corea del Sud Yeongseok Jeong in una finale tra classe 2000, con il punteggio di 6-4 6-2, che lo vede ancora vincente su Jeong dopo quella vista nel tabellone di doppio, dove la coppia Tajima/Shiraishi riesce ad avere la meglio del binomio Jeong/Alam per 3-6 6-2 10-1.
Nel draw femminile arriva solo ad un passo dall’impresa la cinese classe 2001 Xin Yu Wang, che evidenzia un percorso davvero impressionante: 6-4 7-5 all’esordio sulla N.2 del seeding Naho Sato, 6-1 6-0 alla tennista di casa Rafaella Jean Villanueva, altro 6-4 7-5 sull’altra nipponica Sakura Yonehara e 6-0 6-1 alla N.4 Satoko Sueno prima del big match con la N.3 padrona di casa Khim Iglupas; nonostante il 6-2 iniziale, che la porta ad un set da una vittoria memorabile, la sua avversaria fa valere tutta la sua esperienza, i 3 anni e le 278 posizioni in classifica di differenza, rientrando con il 6-1 del secondo parziale e chiudendo il torneo con il 6-2 nel set decisivo, che non ridimensiona affatto la prestazione di Wang ma che sicuramente le lascerà un po’ di amaro in bocca unito alla volontà di fare sempre meglio nei prossimi impegni.
Per concludere, uno sguardo al G5 di Stavanger in Norvegia: se non fa notizia la vittoria dello svedese N.4 del tabellone Gilbert Jaeger sul coetaneo classe ’98 norvegese Johannes Fos-Abrahamsen per 4-6 6-2 6-3, a prendersi la scena è sicuramente la 13enne francese Carole Monnet che, partita come testa di serie N.4 nelle qualificazioni, dopo la sconfitta subita dalla austriaca Victoria Walter nel turno finale per 6-2 6-2 riesce comunque accedere al main draw come lucky loser: 6-1 6-2 all’esordio su Brit Storhaug, 6-4 6-2 alla turca N.7 Zeynep Erman al secondo turno, 6-2 6-3 alla norvegese N.2 del seeding Lillian Gabrielsen e 6-4 6-1 alla svedese Caijsa Wilda Hennemann in semifinale, tutti risultati ottenuti con un gioco molto convincente e tanta grinta, con la finale alle porte.
Ad attenderla è la danese classe 2000 N.1 del draw Olga Helmi, che come lei non ha ancora perso un set in tutto il torneo, e se alla fine sarà proprio lei la vincitrice del torneo dopo il 6-2 6-3 finale, la Monnet si prenderà comunque 20 ottimi punti che valgono tantissimo, anche in virtù del fatto che quello norvegese è stato il suo secondo torneo ufficiale tra le Under 18.