di Sergio Pastena
Oltre alla sfida tra Italia e Cile che ha finalmente riportato gli azzurri nel World Group, in questi giorni sono state disputate le semifinali di Coppa Davis e gli altri spareggi per la permanenza nel tabellone principale.Tra risultati scontati e grandi sorprese guardiamo cosa è successo.
SEMIFINALI WORLD GROUP
Serbia-Argentina 2-3 – Il risultato è sorprendente, nonostante si sapesse fin dalla vigilia che Djokovic non era al meglio. I favori del pronostico, infatti, erano ugualmente per la Serbia, che vantava i singolaristi con la classifica migliore, un signor doppista come Zimonjic e il fattore campo (Belgrado non è Oxford, chi ci ha giocato lo sa bene). Dal lato argentino Tito Vazquez compiva la scelta, poi rivelatasi azzeccatissima, di affiancare Nalbandian a Del Potro a dispetto delle classifiche. Vero è, infatti, che sia Chela che Monaco gli sono davanti nel ranking, ma “El Gordo” in giornata è in grado di abbattere praticamente chiunque. E infatti ha abbattuto Victor Troicki, davanti a un pubblico che cominciava ad avere qualche timore. Timori giustificati, visto che la sfida successiva vedeva in campo Del Potro contro Tipsarevic, giocatore nel miglior momento della carriera ma che non è propriamente un “Davis man” (poche le vittorie contro avversari di livello). Come preventivabile Del Potro ha avuto la meglio in tre set mandando l’Argentina avanti 2-0 al primo riposo. A quel punto spettava al duo Troicki-Zimonjic mantenere vive le speranze contro Chela-Monaco: una coppia non troppo collaudata, all’esordio in Davis e con poche apparizioni anche nei tornei Atp (mai oltre il secondo turno). Una scelta forzata, però, dettata dalla necessità di preservare i due cavalli di razza per ottenere il punto decisivo in singolare. Infatti in doppio non c’è stata storia: 1-2. A quel punto è toccato ad Obradovic, ancora più “costretto” nelle sue scelte, di provare a rischiare grosso, mandando in campo un Djokovic che voleva giocare. Scelta lodevole ma non si sa quanto opportuna, visto che Nole l’ha pagata con un infortunio dopo che aveva perso il primo set contro Del Potro. Un infortunio che ha mandato dritta dritta l’Argentina in finale. L’ultimo singolare, vinto da Tipsarevic contro Monaco, è stato buono solo per le statistiche.
Spagna-Francia 4-1: ok… alla vigilia il confronto era affascinante ma si sapeva da che parte stessero i favori del pronostico (quando si gioca contro gli spagnoli a pieno organico partire favoriti è pura utopia). Va bene, il fattore campo avrà sicuramente pesato. Nadal era scatenato, siamo d’accordo. Però i francesi nei tre singolari giocati al meglio dei cinque hanno raccolto 16 games: pochini… non ci vinci una partita. Andiamo con ordine, però: se da un lato Costa aveva poco da scegliere (Nadal, Ferrer e doppio Lopez-Verdasco scontatissimi) dall’altra Forget ha provato a giocare a scacchi mettendo Gasquet in primo singolare e lasciando fuori Tsonga. Escludendo l’uso di psicofarmaci la mossa pare leggibile solo in un modo: faccio riposare Cassius-Jo, spero nell’impresa di Simon contro Ferrer e, se il doppio vince, mando Tsonga a giocarsi il singolare decisivo. Un piano pieno di periodi ipotetici, ammesso che quello fosse il pensiero del buon Guy, ma d’altro canto per battere la Spagna a casa sua un po’ di coincidenze devono verificarsi. Ad ogni modo a fare capire che non c’era trippa per gatti ci han pensato subito Nadal e Ferrer, lasciando rispettivamente quattro e sei games a Gasquet e Simon prima di tornare negli spogliatoi. A quel punto tutto era già scritto, salvo che un fulmine colpisse Nadal. Era tutto talmente scritto che Lopez e Verdasco han mandato in campo i cugini che han fatto solo tre games contro Llodra e Tsonga. Poi Jo-Wilfried, mandato in campo da Forget con lo stesso spirito della squadra che è sotto 2-0 al 92’ e prova a rimontare, ha provato a impensierire Nadal, rimediando solo sei games. Game over, con Verdasco a mettere il sigillo contro Gasquet nel classico singolare di fine sfida.
WORLD GROUP PLAY-OFF
Cile-Italia 1-4: abbiamo fatto quello che dovevamo fare contro una squadra senza un Top-100 la cui presenza nel World Group era una fin troppo duratura eredità dei tempi d’oro nei quali Gonzalez e Massu facevano sfaceli. Impeccabile Staraca, specie a non far rientrare in gioco Capdeville nel delicatissimo tie-break del quarto. Buona la prestazione di Fognini, che ha beneficiato però del ritiro di Gonzalez nel terzo set. A quel punto Fabio, in coppia con Bolelli, non ha faticato troppo per mettere il sigillo con un 6-4 periodico alla coppia formata da Aguilar e dal ricordo di Massu. Capdeville ha portato il punto della bandiera ai cileni, Bracciali ha fissato il 4-1 finale contro Massu, ritiratosi dopo pochi games. Finalmente è World Group e (personalissima opinione) il ritorno è arrivato fin troppo tardi, complice una sorte non propizia ma anche qualche occasione favorevole sprecata. Vediamo di restarci, aggiungerei.
Romania-Repubblica Ceca 0-5: risultato ampiamente scontato. Ai rumeni mancava la punta di diamante Hanescu, dall’altra parte c’era il gran completo. Un solo set conquistato in doppio dai padroni di casa contro i tredici degli avversari. Troppa la differenza di valori, impossibile provare qualche variazione per Andrei Pavel, a meno di non voler calzare le scarpette e scendere in campo.
Russia-Brasile 3-2: i russi hanno rischiato e pure di brutto, complice la scelta estemporanea di Tarpishev di mandare in campo Andreev nel secondo singolare. Va bene dosare le forze dei giocatori, ma a quel punto era meglio Kunitsyn. Ad ogni modo dopo il doppio i russi erano sotto 2-1 e con un singolare tra Youzhny e Bellucci tutt’altro che scontato. Non a caso Misha ha vinto sì, ma 14-12 al quinto. A quel punto Tursunov è stato bravo a chiudere in quattro set contro Mello.
Israele-Canada 2-3: pensiero fisso della vigilia: il primo giorno finirà 1-1, con Sela che batte Pospisil e Raonic che batte Weintraub. In effetti il punteggio è stato quello, ma a vincere sono stati i più deboli del lotto. Il doppio ha poi portato il secondo punto ai canadesi e, dopo il pareggio di Sela, Weintraub e Pospisil si sono giocati il ruolo di eroe a sorpresa nell’ultimo singolare. Ha vinto il secondo, portando il Canada nel World Group, mentre in Israele ancora si mangiano le mani per il primo singolare perso da Sela al quinto.
Sudafrica-Croazia 1-4: gli africani erano anche partiti bene, con Anderson vittorioso su Dodig. Poi Cilic non aveva lasciato neanche un game a un azzoppato Van der Merwe e il doppio De Voest-Klaasen ben poco aveva potuto contro Dodig-Cilic. Sfida praticamente decisa, con Cilic a chiudere facile su De Voest e Mektic vittorioso su Klaasen per il sigillo conclusivo.
Giappone-India 4-1: ci si aspettava un po’ più di resistenza dagli indiani, specie per il fatto che si giocava pur sempre sul veloce. Invece tra Devvarman e Bopanna non è arrivato un set nella prima giornata e la vittoria nel doppio non ha cambiato l’esito finale della sfida. Misra ha mandato in campo Vardhan, ma visto che parliamo di Vardhan e non di McEnroe poco è cambiato. Nipponici nel World Group.
Belgio-Austria 1-4: probabilmente la sorpresa più grande, specie considerando che Melzer ha perso contro Darcis. Non è bastato ai belgi, con un Malisse decisamente sottotono e un doppio sopraffatto dall’esperienza di Marach e Peya, due che in Davis non avevano mai giocato assieme ma che quest’anno in coppia avevano vinto un attimino l’Atp 500 di Amburgo.
Australia-Svizzera 2-3: last, ma assolutamente non least, lo spareggio più affascinante. Hewitt ce l’ha messa tutta, ha tolto un set a Federer e due a Wawrinka ma alla fine l’anello debole è stato lui. E pensare che dopo le prime due giornate gli australiani erano avanti grazie al doppio e alla gran partita di Tomic contro Wawrinka. Il giovane aussie ha anche strappato un set a un Federer non perfetto ma comunque vittorioso. Non è bastato.
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