Il tennis a Berlino – Parte II

di Giorgia Giambenedetti

Con l’arrivo del mese di maggio é cominciata anche la stagione della Coppa a Squadre estiva. Questa manifestazione in Germania viene vista con un’ottica molto diversa rispetto a come ero abituata io. Il circolo investe molto nelle squadre che lo rappresentano e per i giocatori si tratta di uno degli impegni piú importanti della stagione, mi é sembrato di capire.

Come nella prima parte del mio articolo, anche qui una premessa é d’obbligo: ció che vi riporto é quello che ho vissuto io in prima persona e la mia esperienza é limitata. Non so quindi se quanto vissuto da me si possa generalizzare o se sia valido solo per il circolo berlinese in cui sono capitata io.

In ogni caso, molte cose sono oggettivamente molto diverse che in Italia e, a causa di queste differenze, non é stato facile riuscire ad adattarsi e soprattutto a capire come funzionano le cose lí su. Tant’é vero che molte cose anche dopo mesi, non mi sono ancora chiare.

Ma proviamo ad andare con ordine…

Il “tesseramento”…con un click!

La prima cosa che un agonista italiano fa prima di cominciare la sua attivitá annuale (sia essa individuale o a squadre) é, come sapete tutti, il tesseramento FIT. Questo comporta una visita medica da un medico sportivo e il pagamento di una quota che varia a seconda dell’etá. In Germania non é richiesto niente di tutto ció. Per poter partecipare alle competizioni agonistiche é sufficiente fare una registrazione online sul sito della federazione (che, a dire il vero, non so se é davvero una federazione come la nostra, ma permettetemi di chiamarla cosí!) e richiedere il proprio codice personale. Niente visita medica, niente pagamento, niente tessera. Basta un semplice click!

La classifica fai-da-te

Se c’é una cosa che capovolge il pregiudizio secondo il quale gli italiano sono “casinisti” e i tedeschi sempre inflessibili e precisi é il sistema di classifica nel tennis. Fino all’anno scorso in Germania esisteva solo un ranking nazionale e regionale, senza categorie e gruppi come invece è da noi. Solo a partire da quest’anno hanno deciso di introdurre  le “Leistungsklassen”, un sistema di classifica paragonabile al nostro, quindi con raggruppamenti di giocatori all’interno di categorie. Bene, ne saranno contenti, pensavo. Invece no! Molti, almeno nel mio circolo, non l’hanno presa affatto bene, anche perché sono in pochi ad aver capito secondo quali criteri siano state assegnate le classifiche ai giocatori. Alcune classifiche infatti, sembrano essere state molto ingiuste. Risultato finale? Entro marzo ogni circolo aveva la possibilitá di far cambiare a proprio piacimento la classifica ai giocatori. Praticamente ogni circolo ha potuto dettare le classifiche dei propri giocatori alla federazione, creando quindi un sistema di classifica che di unitario e affidabile ha ben poco. Speriamo si tratti solo di una confusione iniziale e che tra qualche anno le classifiche si possano assestare…

Le formazioni

Potendo ogni circolo far cambiare le classifiche dei propri giocatori, ha anche potuto decidere l’ordine della formazione della propria squadra. Per noi italiani, che siamo abituati a dover osservare l’ordine delle classifiche (che non dettiamo noi alla federazione) nello schieramento della squadra, si tratta di una furbata o di un’ingiustizia, a seconda dei punti di vista. Per i tedeschi invece é ingiusto dover osservare la classifica nello schieramento, poiché, fino all’anno scorso, da quel che mi hanno detto, era loro permesso di decidere a proprio piacimento chi giocasse come “uno”, chi come “due” e cosí via. Tuttavia un’importante restrizione la devono osservare anche loro: una volta consegnati, al momento dell’iscrizione della squadra, i nomi dei giocatori scritti nell’ordine in cui li si vuole schierare, la squadra é obbligata a rispettare quell’ordine. Dopo l’iscrizione quindi, nessuna squadra puó invertire l’ordine di schieramento adattandolo agli avversari, nemmeno nel caso in cui tutti i giocatori hanno la stessa classifica.

Chi piú ne ha, piú ne metta

Sempre rimanendo in tema di formazioni, attenzione a non spaventarvi nel vederne una tedesca. Abituata ad avere difficoltá a trovare anche solo una seconda giocatrice con cui formare una squadra a Roma, ai miei occhi la “normale” rosa di una squadra era solita contenere al massimo uno o due nomi in piú dello stretto indispensabile per competere. Quindi aprendo per la prima volta la lista di nomi che componevano la mia squadra di Berlino mi sono presa in colpo. Ci saranno stati segnati una trentina di nomi!

Piú tardi poi ho capito il sistema che c’era dietro: ogni circolo segna praticamente tutte le sue giocatrici in tutte le squadre in cui possono competere, indipendentemente dal loro livello. In questo modo si riserva la possibilitá di poterle schierare praticamente tutte in caso di necessitá.

Su e giù finché é possibile

Leggendo il paragrafo precedente vi sarete chiesti come sia possibile che le stesse giocatrici giochino in diverse squadre e quindi in diverse categorie contemporaneamente. In Italia questo, se non sbaglio, puó succedere solo se in una squadra di categoria superiore viene schierato un giocatore di classifica inferiore al giocatore con la peggiore classifica che é iscritto nella squadra. E dopo aver giocato una partita in un campionato superiore, il giocatore non puó tornare a giocare nel campionato di livello inferiore. In Germania invece il sistema é piú complicato e, a mio avviso, piú caotico e ingiusto. Tutte le giocatrici iscritte nella rosa hanno il diritto di giocare e ogni giocatrice puó essere iscritta anche in piú squadre. Fin qui nulla di nuovo rispetto al paragrafo precedente. La cosa strana é che ogni giocatrice puó anche giocare contemporaneamente in piú squadre, finché non partecipa attivamente a due incontri in una squadra piú forte. A quel punto le è permesso di giocare esclusivamente nella squadra piú forte. Essendo una regola abbastanza complicata, provo a spiegarla con un esempio: Se un circolo ha segnato una squadra di serie B e una di serie D1 (che in Germania hanno nomi ben piú complicati, come “Verbandoberliga” o “Ostliga” o ancora “Bezirksliga”, ecc.) con la stessa rosa di giocatrici, a ogni giocatrice é permesso di giocare in entrambe le squadre finché non ha giocato due incontri con la squadra di serie B. Solo a partire dalla seconda partita giocata in serie B alla giocatrice non é piú permesso di giocare in serie D1. Nelle prime giornate di campionato é quindi probabile che si incontrino giocatrici nettamente piú forti del normale livello di gioco del campionato che si sta giocando. Ancora piú ingiusta diventa questa regola nel caso in cui, come é successo a me a Berlino, il campionato della squadra piú forte inizia piú tardi e quindi tutte le giocatrici della squadra forte sono in teoria libere di giocare nel campionato inferiore! Il risultato é che a volte giocando nella seconda squadra di un circolo si incontra gente piú forte delle avversarie della prima squadra! Anche qui verrebbe da dire: E menomale che i tedeschi erano quelli precisi…

Un vero e proprio investimento

A testimonianza del fatto che la coppa a squadre tedesca venga vista con un’ottica completamente diversa che in Italia, la mia squadra, paragonabile ad una squadra di serie C in Italia e quindi di livello non professionistico come la Bundesliga, disponeva di giocatrici straniere di buon livello internazionale. Si trattava in particolare di giovani giocatrici che, a rotazione e secondo le loro disponibilitá, venivano chiamate a portare a casa qualche punto. Il circolo quindi pagava apposta delle giocatrici per permettere alla squadra di raccogliere dei risultati migliori. Non so voi, ma io l’ho trovato esagerato. In fondo, non é che mancassero le giocatrici al circolo. Si trattava solo di una mossa per cercare dei rinforzi per non retrocedere. Ma ne sará valsa la pena? Io posso solo augurare al circolo che si sia trattato di un investimento a buon rendere e che quindi il prossimo anno la squadra verrá rinforzata da nuove socie e non abbia bisogno di cercare di nuovo le energie altrove. Altrimenti tanto vale che retrocede…

Le regole

In tutto ció non sono ancora arrivata a parlare delle regole vigenti nella coppa a squadre. Ovviamente il tennis é sempre il tennis, il campo é lungo uguale e la pallina puó sempre fare un solo rimbalzo! Ma queto lo immaginavate giá… Ci sono invece delle regole che riguardano lo svolgimento dell’incontro a squadre che ho dovuto imparare sul posto. Prima di tutto l’incontro si gioca alla meglio dei 9 punti. Ogni squadra schiera infatti sei singoli e tre doppi (un numero altissimo se si pensa che nei campionati femminili in Italia spesso si giocano solo due singoli e un doppio). Il circolo quindi deve mettere a disposizione tre campi per ogni incontro. Considerando che ogni circolo iscrive un buon numero di squadre, il fine settimana la maggior parte dei campi spesso non sono disponibili per i soci. Nonostante ció, devo ammettere di non aver mai visto un socio protestare.

Se si gioca su tre campi, le prime ad entrare in campo sono “la due”, “la quattro” e “la sei”. Sul campo in cui gioca “la due” a seguire entra “la uno”, su quello del “la quattro” entra “la tre”, ecc. Quando tutti gli incontri di singolo si sono conclusi, le squadre si riuniscono e decidono la formazione dei doppi. Una volta decise le coppie si sommano i “numeri” delle giocatrici (per esempio, se “la uno” e “la due” fanno coppia la loro somma é tre) e in base al risultato viene deciso qual’é il doppio piú forte che incontrerá il doppio piú forte avversario, ecc.

Un’ultima regola é degna di nota: nei campionati di livello piú alto, forse per fare risparmiare energie ai giocatori, al posto del terzo set si gioca un tie-break a 10, sia nel singolo sia nel doppio. Nei campionati di livello inferiore invece vengono applicate le normali regole dei due set su tre.

…e poi finisce tutto a tarallucci e vino!

L’usanza tedesca per me piú inaspettata é quella che riguarda il post-incontro. Ogni circolo é obbligato dal regolamento a invitare la squadra avversaria a mangiare insieme dopo essersi sfidati in campo. I circoli che dispongono di un ristorante fanno preparare un pasto per tutti quanti coloro che hanno attivamente preso parte alla competizione, mentre le giocatrici/i giocatori dei circoli piú piccoli e piú poveri portano da casa un’insalata, dei Würstel, un Kartoffelsalat, dei dolci, ecc da mangiare insieme. Non essendoci in Germania degli orari fissi per i pasti (il “pranzo” e la “cena”, al contrario che in Italia, sono dei concetti abbastanza vaghi) questo rito viene fatto indipendentemente dall’orario in cui si finisce di giocare, siano le ore 21 o siano le ore 16.

É proprio un peccato che si tratti di un’usanza tedesca e non di un’usanza italiana: davanti ad un buon piatto di pasta al dente l’avrei potuta apprezzare di piú!

Un’ultima curiosità…

Voi cosa bevete durante il cambio campo? Spesso si sente il grande dibattito riguardo a quale sia la migliore bevanda da bere al cambio di campo. C’é chi si accontenta di una semplice bottiglietta d’acqua, chi ha bisogno degli integratori e chi si prepara strane pozioni dalla composizione alquanto sospetta. Alcuni tedeschi invece si accontentano del “solito”: Un boccale di birra e passa la paura!

(foto scattata durante un incontro di coppa a squadre maschile)

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