di Americo Zaccardi
Raggiunto telefonicamente Enrico Iannuzzi prima della sua partenza per Lione vinto nella scorsa edizione da Sebastien Grosjean in finale sul connazionale Marc Giquel dove tenterà la via delle qualificazioni per la prima volta in un torneo Atp, ci racconta questo 2008 che sta per andare in archivio. Un anno in cui il tennista romano si attendeva un ingresso stabile nei primi 500 giocatori del mondo, obiettivo purtroppo fallito per svariati motivi. Ha cercato molto di lavorare sul suo colpo di relativa debolezza, il diritto,che però nonostante i miglioramenti nei momenti importanti dei match continua a perdere di consistenza, ma come ci spiega giustamente lui: “nei momenti caldi di un incontro è chiaro che il colpo più costruito risenta della pressione del momento”. Nella stagione 2009 ancora non conosce la programmazione precisa ma intende giocare più tornei possibili e per dare il meglio in ciò si affiderà all’ex top 50 Stefano Pescosolido che ha raggiunto il suo best ranking nel marzo 1992. Iannuzzi si allena con normali racchette Prince delle quali sono principali testimonial i forti gemelli americani Bob e Mike Bryan. Giocatore dotato di un buon servizio come dimostra la sua buona attitudine alle superfici rapide, ha nei vecchi interpreti del serve e volley i suoi idoli di gioventù, come Stefan Edberg e in seguito Pat Rafter. Non fatica nel viaggiare, anzi apprezza la possibilità di poter visitare più luoghi possibile, e impiega il poco tempo libero tra un match e un altro per leggere un buon libro e ascoltare musica.
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