di Alberto Cambieri
Italia-Francia, ancora una volta, ancora ai quarti di finale. Non è stata certo una novità questo accoppiamento, dopo le sfide vinte dalle azzurre nei quarti nel 2006 a Nancy (vittoria segnata dal clamoroso successo della Schiavone contro un’allora quasi imbattibile Amélie Mauresmo, all’epoca numero 1 del mondo WTA), nel 2007 a Castellaneta Marina in semifinale (clamorosa la rimonta della Schiavone nel quarto singolare da 2-5 sotto nel terzo contro la ormai ex giocatrice Golovin, con le azzurre sotto per 2-1 nel computo totale, prima di imporsi anche nel doppio decisivo con la Vinci su Brémond e Dechy), nel 2009 a Orléans (vittoria nettissima per 5-0, ricordata per la prima storica partnership tra Vinci e Errani in doppio e per il dito medio della Pennetta mostrato al giudice di sedia poco prima di trovarsi a dover annullare un match-point contro la Mauresmo nel primo singolare) e del 2015 a Genova (rimonta da 0-2 sotto delle transalpine, con dolorosissima sconfitta in doppio di Vinci e Errani, che da lì in poi non avrebbero più giocato insieme nei tornei di coppia). Oltre alla frequenza delle sfide, occorre quindi sottolineare il particolare significato di questi match per le carriere delle nostre singolariste: fu proprio quella vittoria contro la Mauresmo a far capire alla Schiavone di poter nutrire ambizioni ben più importanti di portare a casa finalmente il primo titolo WTA, che all’epoca risultava essere la sua ossessione più grande, ed è stato contro la Francia che l’epopea di Errani e Vinci è nata e si è conclusa. Questo weekend tuttavia non ci sarà spazio per i dolci ricordi: occorre provare a cancellare al più presto la cocente delusione dello scorso anno, quando le vittorie nella prima giornata di Errani e Giorgi su, rispettivamente, Garcia e Cornet si rivelarono ininfluenti.
Rispetto allo scorso anno, l’Italia appare decisamente meno competitiva: ritiratasi la Pennetta, la Vinci non sarà della partita (è stata la sconfitta di Genova il teatro dell’ultima apparizione della tarantina con la maglia della nazionale?); inoltre la Schiavone non è palesemente più quella di un tempo e l’uscita dalle prima 100 del mondo, unita al mancato raggiungimento del traguardo del maggior numero di Slam giocati consecutivamente nel tabellone principale nella storia del tennis femminile, sono l’emblema della sua difficile lotta contro l’età che avanza e con la fatica per anni passati sul tour. Errani e Giorgi sono quindi gli unici punti fermi rispetto allo scorso anno; tuttavia, si giocherà sul veloce indoor, elemento che avvantaggia notevolmente la Giorgi ma che pare essere un freno per le ambizioni della Errani di dimenticare in Fed Cup le non buone sensazioni con cui ha concluso la trasferta australiana. A fianco di Sara, Francesca e Camila a Marsiglia è stata convocata Martina Caregaro, classe 1992 e mai davvero arrivata ai livelli a cui sembrava poter ambire qualche anno fa; sicuramente si tratta per lei di un’occasione irripetibile per fare esperienza a fianco di tenniste di livello mondiale dalle quali non può far altro che imparare in ogni singolo istante della sua settimana di Fed Cup. La scelta di schierare Errani e Giorgi in singolare pare scontata: sono le due atlete di più alta classifica e quelle che possono mettere più in difficoltà le nostre rivali. In caso di doppio decisivo, la coppia Errani-Schiavone non pare così collaudata ma è senza ombra di dubbio quella che pare offrire le maggiori garanzie tra le 4 tenniste convocate da capitan Barazzutti.
Capitolo Francia. Convocate come lo scorso anno Mladenovic, Garcia e Parmentier; tuttavia non sarà della partita quella Cornet che ha sempre faticato all’inverosimile nelle competizioni a squadre, venendo il più delle volte travolta dal peso della responsabilità. Convocata la giovane Dodin, che difficilmente verrà schierata nonostante rappresenti uno dei prospetti più interessanti tra le giovani: il suo tennis fatto di colpi patti e anticipati, condito da un’imprudenza nel giocare seconde che sembrano prime e da una evidente assenza di un piano B, ricorda tantissimo le prerogative del gioco della Giorgi, con però evidenti limiti per quanto riguarda la mobilità. È molto probabile che le singolariste saranno quindi Mldenovic e Garcia: la prima non ha mai giocato contro la nostra Giorgi, che per vincere deve provare a sfruttare la superiore mobilità e rapidità del colpi rispetto alla francese di origini slave, che dal canto suo proverà a far leva sul servizio e sulla possibilità di prendere in mano il pallino del gioco prima che lo faccia l’azzurra. Garcia-Errani non sarà invece un match inedito e sulla carta la transalpina pare favorita dalla superficie rapida del campo allestito a Marsiglia che non permette alla Errani di sfruttare tutti i suoi punti di forza. I singolari invertiti rappresenterebbero le rivincite delle due dolorose sconfitte in singolare della passate edizione, quando la Mladenovic sorprese la Errani e la Garcia rimontò una Giorgi che, dal secondo set in poi, sparì praticamente dal campo. Il doppio transalpino composto da Garcia e Mladenovic pare dare maggiori garanzie rispetto al nostro, specialmente contando che giocheranno l’intera stagione insieme anche e soprattutto in vista dell’appuntamento olimpico di Rio.
Nelle altre sfide del gruppo mondiale, la Russia di Sharapova, Kuznetsova, Makarova e della debuttante e promettente Kasatkina è favoritissima nella sfida di casa contro la cenerentola del gruppo mondiale Olanda, bravissima a sfruttare sorteggi non impossibili, ma soprattutto la capacità di Bertens e Rus di trovare un livello che difficilmente (per non dire mai, per la seconda) riescono a trovare nel corso della regular season. Non è ancora noto se, dopo le polemiche dei giorni scorsi tra Sharapova e comitato olimpico russo sull’obbligo o meno di scendere effettivamente in campo per meritare la convocazione olimpica, la cinque volte campionessa Slam scenderà in campo, ma non si vede come le padrone di casa (si giocherà a Mosca) possano perdere. Sfida invece caratterizzata dall’equilibrio e da tantissimi spunti interessanti quella tra Germania e Svizzera: le tedesche potranno contare sulla neo campionessa Slam Kerber, che però arriverà alla sfida stanca per i tanti match e i tanti impegni post primo trionfo Slam. Se avrà già smaltito la sbornia del trionfo, potrà e dovrà aspirare a portare a casa due punti in singolare, altrimenti la Svizzera non si lascerà sfuggire la possibilità di ottenere una vittoria in terra tedesca (si giocherà a Lipsia). La Bencic ha vinto entrambi precedenti contro la Kerber senza perdere un set e pare favorita contro la numero 2 teutonica (presumibilmente la Petkovic, a meno che la Rittner non decida di schierare in singolare la Beck, protagonista di un ottimo Open d’Asutralia). La Bacsinzsky non è la stessa del 2015 per ora, ma non è detto che lo stato di forma non sia migliorato nel corso delle ultime settimane; in quel caso la nazionale elvetica potrà guardare con ottimismo alla sfida del weekend, considerando anche il fondamentale apporto della Hingis in caso di eventuale doppio decisivo, match nel quale le svizzere partirebbero decisamente favorite contro Groenefeld e una delle altre tre convocate. Infine, a Cluj le rumene ospitano le ceche: la Halep ha fatto di tutto per esserci, rinviando l’operazione al naso annunciata da giorni per affiancare Niculescu, Mitu e Olaru in una difficile sfida casalinga contro le campionesse uscenti della Repubblica Ceca. Le ceche arriveranno anche loro con molte incognite, che però vengono di solito puntualmente cancellate quando si tratta di giocare per la loro nazionale. Kvitova, Pliskova, Strycova e Allertova fanno sul serio anche nel 2016 e, nonostante l’assenza della Safarova, partono con i favori del pronostico contro una Romania che non potrà contrare su una Halep al 100% e che rischia di pagare l’assenza di una numero 2 di grande spessore.