di Guido Pietrosanti
In contemporanea con la prima settimana del Roland Garros si sono disputati 2 tornei challenger, uno ad Alessandria sulla terra battuta e uno negli Stati Uniti a Carson sul cemento.
Ad Alessandria il vincitore è stato il tedesco Bjorn Phau (113 atp) già vincitore a Biella due settimane fa, che ha sconfitto in finale l’argentino Berloq (206 atp) per 76 26 62. L’unico in grado di fermare Phau in queste ultime 3 settimane è stato quindi il bravo Stefano Galvani nelle qualificazioni dello slam parigino, a conferma dell’ottimo tennis espresso dal giocatore di Padova.
Tra gli italiani presenti ad Alessandria, buon risultato per Simone Vagnozzi (215 atp) che ha raggiunto i quarti di finale dopo due buone vittorie ai danni di Crivoi (158 atp) e dello spagnolo Alcaide (230 atp) prima di essere fermato dall’argentino Brzezicki (168 atp) per 57 64 63. Vagnozzi, autore di un brillante mese di maggio nel quale ha raggiunto la finale nel challenger del Cairo, la finale del future Italy F8 e ora i quarti di finale ad Alessandria sembra aver alzato il suo livello di gioco. Dopo aver concluso gli ultimi tre anni intorno alla posizione numero 270 del ranking atp, i top 200 sembrano ormai un obiettivo raggiungibile per la fine dell’anno.
Ad Alessandria ha passato il primo turno anche Matteo Trevisan dopo una serie di 3 sconfitte al primo turno e la mancata qualificazione a Biella, anche se per la verità la sua vittoria è arrivata grazie al ritiro di Marco Crugnola. È inoltre da segnalare la buona qualificazione ottenuta da Matteo Viola (369 atp) che prima di venire superato al primo turno del tabellone principale dal ceco Rosol (174 atp) è stato autore di tre buone vittorie nelle qualificazioni contro Aldi (263 atp), Alund (254 atp) e Poch-Gradin (322 atp), tutti con una classifica migliore di Matteo.
Nel torneo di Carson negli Stati Uniti il vincitore è stato Donald Young (147 atp), ex grande promessa del tennis americano, capace di arrivare nei top 100 già nel 2008 a soli 19 anni, ma incapace poi di mantenersi a quei livelli. Young, testa di serie numero 4 del torneo, ha sconfitto in una finale all american l’esperto Robert Kendrick (156 atp) per 64 64.
A Cesena nel Future Italy F10, Alessio di Mauro non è riuscito a ripetere i buoni successi ottenuti ai future Italy F3 e Italy F8 e si è arreso in semifinale per 64 63al futuro vincitore del torneo, il danese Nielsen (296 atp). Quarti di finale per Thomas Fabbiano che pur esprimendo a tratti un buon tennis, non riesce a fare quel salto di qualità che lo potrebbe portare a giocare stabilmente nei tornei challenger.
Si chiude quindi un’altra settimana mediocre a livello challenger e future. Ci consoliamo con il buon risultato di Fabio Fognini a Parigi, ma dietro di lui, classe 87, non sembrano esserci giovani in grado di assicurare un ricambio generazionale. I nostri giovani più promettenti continuano ad essere Fabbiano e Trevisan, classe 89 che non sono ancora nemmeno nei primi 300 atp. Tra gli altri, i 90 Giannessi e Fioravante raccolgono sconfitte ai primi turni nei tornei future, i 91 Bellotti, Stucchi e Travaglia stentano a passare le qualificazioni e tra i 92, dopo aver sperato molto in Miccini, dobbiamo ora assistere all’involuzione di Gaio che a Parigi junior ha appena perso da un giocatore del 93. Il solo Colella, tra i 92, sembra aver fatto qualche passo in avanti anche se per ora solo tra gli juniores. Spingendosi fino alla classe 93 non si intravede un giocatore in grado di cambiare questa situazione. Si sta creando un pericoloso gap di 5-6 anni, a partire dalla classe 88, senza giocatori in grado di puntare ai top 50 atp. Forse qualcuno di questi (Trevisan? Gaio?) riuscirà a rilanciarsi e ripetere almeno la carriera dei vari Volandri, Starace e Seppi ma il confronto con nazioni quali la Spagna o la Francia, solo per rimanere in Europa, che continuano a produrre qualità ma anche quantità, resta impietoso.
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