di Michele Galoppini
È ancora una giornata torrida quella che aspetta pubblico e giocatrici al ITF di Brescia presso il circolo Tennis Forza e Costanza. Fa sempre più caldo e c’è sempre più umidità e siamo tutti in una sorta di bagno turco all’aperto. Anche oggi ho bisogno di acrobazie per trovare un parcheggio e prima di arrivare sul piccolo colle Cidneo ho bisogno di più tempo del solito, visto che riesco a trovarmi davanti ogni sorta di mezzo di trasporto che perderebbe una gara contro Sid il Bradipo dell’Era Glaciale.
Ad ogni modo, arrivo al circolo, faccio la solita breve fermata nel villaggio hospitality per procurarmi il panino per pranzo (queste “Schiacce” devo dire che sono davvero buone… e questa col gorgonzola mi ha soddisfatto particolarmente) ed arrivo sugli spalti in pietra del campo centrale, che sono già alle temperature di Mercurio, in un giorno afoso. Giovine e Sorribes Tormo stanno già giocando da un game, quindi dopotutto posso ritenermi soddisfatto nonostante tutti i disguidi del tragitto.
Il match si rivela immediatamente interessantissimo. La favorita e giovanissima Sorribes Tormo sembra in difficoltà contro le potenti accelerazioni di Claudia, molto vicine alla riga e molto piatte, che non danno tempo alla veloce spagnola di essere recuperate. Ed all’inizio è sempre la Giovine ad avere più occasioni di avvicinarsi al break, che comunque non arriverà per un bel po’ di tempo. Ciò che stupisce molto positivamente dell’azzurra sono anche le tante variazioni molto intelligenti: pregevoli sono dritti o rovesci non potenti ma angolatissimi dopo aver fintato un piattone in lungo linea, ed allo stesso modo lo sono le palle corte, anche più efficaci e numerose di quelle della Sorribes.
Sul 3-3 è però l’azzurra a trovarsi in difficoltà per la prima volta: un paio di errori in più e anche un doppio fallo portano la 25enne a dover annullare, peraltro in grande stile, le palle break che le si sono piazzate davanti. Ancora un servizio tenuto porta al 4-3 e la quarta battuta tenuta anche dalla spagnola, in debito ora con il Dio Nastro, porta al 4-4. È il momento della svolta: un brutto game al servizio della Giovine ed un impeccabile turno di battuta della spagnola portano all’unico e decisivo break del set, finito 6-4. Qualità elevata da entrambe le parti, peccato per qualche errore di troppo dell’azzurra sul finire del parziale, fino a quel punto perfettamente giocato.
Un break immediato della spagnola sembra mettere fine alle speranze dell’azzurra, già molto più fallosa dai primi scambi. Eppure, sono diverse le occasioni di contro break che la Giovine ha a disposizione, purtroppo auto annullate da degli errori non forzati. Sembra aver perso fiducia nei propri colpi l’azzurra, che spinge molto meno e non lascia andare il braccio, creando più volte colpi lenti fa che planano oltre la linea di fondo. Dopo le occasioni perse arriva anche un secondo break di vantaggio per la Sorribes, che avanti per 4-1 si porta anche 40-0 al servizio.
Non faccio in tempo a finire di scrivere la frase, che la Giovine torna a spingere, forse libera da qualsiasi pressione, e la Sorribes si rifugia metri dietro alla linea di fondo semplicemente a difendere. Ogni punto è ora nelle mani della Giovine, nel bene e nel male, e piano piano, game dopo game, tutto lo svantaggio viene rintuzzato. La pugliese obbliga addirittura la Sorribes a servire due volte per restare nel set, e nella seconda occasione arrivano anche due set point, purtroppo sprecati con errori. Nel dodicesimo game la sfortuna tenta addirittura di accanirsi sulla povera spagnola, che subisce in due minuti due nastri vincenti ed un rimbalzo anomalo che uccide la pallina prima che la potesse anche solo colpire. In qualche modo rocambolesco Sara si salva, e si ri-salva soprattutto nel tiebreak! È ancora la Giovine a dominare ogni scambio, la Sorribes sono ormai vari game che non riesce vincere un punto per mano sua con scambi comandati; l’azzurra si procura anche due set point consecutivi, ma da quel momento sono 4 brutti errori a concludere il match. 6-4 7-6(6) al primo match point e semifinali conquistate. La spagnola salterà ora il torneo di ‘s-Hertogenbosch, ma avrà certamente piacere a giocarsi domani l’accesso alla finale qui a Brescia. Il capitolo azzurre si chiude definitivamente qui in questo torneo. La Giovine oggi ha giocato un buon match, in cui ha voluto sempre tenere in mano il pallino del gioco, ma i troppi errori, soprattutto nei momenti decisivi, le sono costati la partita e la semifinale. Peccato, ci è andata davvero vicino!
Mi accingo, con mia immensa gioia (ed immenso sarcasmo) a seguire ora il match tra Vitalia Diatchenko, prima testa di serie, e Stephanie Vogt. La Vogt mi piace davvero molto ed è davvero una ragazza molto simpatica e gentile, ma la Diatchenko è nuovamente scesa in campo con uno stile tutto suo, tutt’altro che apprezzato da parte mia. La Diatchenko parte forte e fino al 3-1 lascia sul posto la sua avversaria, ma da quel momento praticamente scompare dal campo (basti notare la tipica reazione, in foto, dell’allenatore dopo ogni errore madornale). La Vogt quasi si limita ad osservare il match e gli errori della russa, che a forza di regalare finisce per regalare il set, per 6-4.
Fortunatamente, ho trovato un po’ di buona compagnia in una combriccola di ragazzi del pubblico, che tra commenti onestamente di caratura tecnica apprezzabile e commenti, come dire, più di natura primordiale mi permettono di divertirmi anche durante questo match e scambiare qualche parola. Ho detto che sono di SpazioTennis, speriamo di conquistare nuovi adepti!
Comincia anche il secondo set, la Diatchenko non cambia di una virgola e la giocatrice del piccolo Liechtenstein alza anche il livello del suo gioco. Da fondo difende quanto può, quando ha spazio attacca e soprattutto con i rovescio fa male, e poi varia bene il gioco e le altezze dei suoi colpi, mandando fuori giri la Diatchenko. Finisce 6-4 6-2. Tempo di un gelato! In ogni caso, ho testimoni nella combriccola, avevo detto che la Vogt la vedevo vincente, prima che il match cominciasse…
Stavolta ho cambiato il gusto limone con il gusto ananas; era meglio l’altra versione. Mentre mi rilasso un po’ nel prato che sta dietro il campo centrale, all’ombra delle mura del castello, sono già in campo per il riscaldamento Romina Oprandi ed Olivia Rogowska. Non so chi onestamente dare per favorita: la Oprandi l’ho vista bene, concentrata, e sicura nei suoi colpi, ma dopotutto facendole male la spalla è difficile poterla pensare vincente per tutto il torneo; la Rogowska invece ha dimostrato una grande combattività contro le due azzurre Ferrando e Brescia, mostrando anche colpi pregevoli e potenti a ridosso delle linee ed una solidità particolarmente buona. È invece stata proprio la solidità a rovinare la festa all’australiana, troppo fallosa contro il gioco “tricky” della Oprandi, che ha alternato soluzioni di potenza a soluzioni di fino, a lungo andare smantellando le trame di gioco della Rogowska. Finisce 6-4 6-3 e provo a raggiungere la Rogowska per un’intervista. La vedo scappare via con faccia funerea e ad una velocità particolarmente elevata… vediamo se la recupero più tardi a questo punto, che in players’ lounge non mi azzardo ad entrare pena l’omicidio, probabilmente, visto l’umore.
Mentre sono al bar a scrivere un altro po’ di diario ed a seguire parte di Bacsinszky contro Serena, faccio anche quattro chiacchiere off-record con Claudia Giovine, che sebbene un poco delusa della prestazione odierna a causa di qualche pausa mentale, è molto soddisfatta del resto del torneo, del suo gioco e della sua forma. Sentirla dire “sto tornando…” fa molto piacere. Il resto della conversazione è, appunto, off-record. Ci siamo commentati, tra le altre cose, un po’ del match di semifinale al Roland Garros. Quantomeno eravam d’accordo. Anche la Oprandi entra nella conversazione, ed il suo pronostico per la finale è Lucie Safarova a prescindere, anche se tutti, sotto sotto, stiamo sperando nel miracolo Bacsinszky, oggi come forse anche sabato. Romina va a riposarsi, Claudia a prendere un treno, ed io quindi mi sposto verso l’ultimo match di giornata, tra Kucova e Gamiz.
Mi sono perso un paio di game a causa della semifinale del Roland Garros, ma il match merita la mia attenzione. Grande lotta, grandi corse, grandi sforzi. In ogni scambio entrambe danno il 100%, non mollano una pallina. Il tutto tiene il punteggio in equilibrio, mentre la quadrumane Kucova mostra le migliori variazioni ed Andrea Gamiz le più lunghe corse e bei recuperi. Si arriva al 4-4 ed arriva anche il break decisivo per la testa di serie numero 2, che chiude 6-4 il parziale. La sfortuna però si accanisce sulla slovacca: dopo i primi game del secondo parziale la slovacca chiama il fisio e quindi il medico, poiché sente forte stanchezza (poi scoperto causata da febbre) che non le permette di giocare come vorrebbe. È stato, facilmente, il grandissimo caldo della giornata a darle il colpo di grazia e poi farle perdere la partita. Infatti, c’è stata molta meno lotta da quel momento e la Gamiz riesce a chiudere 4-6 6-1 6-3.
A contorno del match, divertentissimo un cagnolino sugli spalti del centrale, che con sguardo attentissimo ed orecchie sull’attenti ha dato l’impressione più di una volta di voler scattare sul campo a dare una mano ai raccattapalle. Purtroppo no, non è accaduto, la macchina fotografica era pronta quantomeno.
Tempo di andare, sono letteralmente disciolto e/o appiccicaticcio. Qual grande invenzione è stata la doccia!
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