di Salvatore Greco
Per essere un torneo juniores, riservato perlopiù agli under-16 fattore che taglia fuori giocoforza alcuni migliori under-18 del mondo, la fase finale combined della Fed Cup e della Coppa Davis junior è un evento tennistico con un suo particolare fascino e che permette di guardare in un contesto competitivo alcuni prospetti molto interessanti, alcuni già affermati e altri tutti da scoprire.
Il format, uguale per le due competizioni, è abbastanza semplice e prevede che le sedici nazioni arrivate alla fase finale, ognuna rappresentata da un team di tre giocatori, si sfidino all’interno di quattro gironi all’italiana con le vincitrici di ogni girone destinate a formare il tabellone principale di semifinale e finali e le restanti squadre, per ordine di arrivo, iscritte in tabelloni “di consolazione” per sancire una classifica precisa alla fine della competizione ma soprattutto per permettere a tutti i partecipanti di giocare il massimo numero di partite possibili e rendere fruttuosa la trasferta. Ogni sfida, per amor di completezza, si svolge sulla lunghezza di tre match, due di singolare e uno di doppio.
L’edizione 2016, conclusasi domenica 2 ottobre, si è tenuta su campi in terra battuta all’aperto del Folyondars Vasas Sport di Budapest, purtroppo senza la rappresentanza dei colori azzurri a differenza delle edizioni 2014 quando si qualificarono i ragazzi e del 2015 quando a ottenere la fase finale furono le ragazze. I campioni uscenti, trionfatori lo scorso anno nella cornice della Caja Magica di Madrid, erano il Canada per la Davis Cup jr e la Repubblica Ceca per la Fed Cup jr.
Davis Cup jr.
Il Canada era arrivato a Budapest forte di avere in squadra il classe 2000 più forte in circolazione, quel Felix Auger Aliassime fresco campione degli US Open jr e vicino lo scorso maggio a conquistare il suo primo titolo da professionista nel torneo Futures spagnolo di Lleida dove a togliergli la gioia del trofeo è stato l’indiano Ramanathan più bravo a gestire energie e punti all’atto finale. Sta di fatto che, con un giocatore del genere, la nazione della foglia d’acero si è presentata ai nastri di partenza con un giocatore quasi fuoriquota.
Sorteggiato nel girone assieme ai padroni di casa dell’Ungheria, all’India testa di serie n.8 e alla carneade Cile, il Canada non ha avuto particolari problemi ad aggiudicarsi tutte e tre le sfide cedendo due soli punti in singolare contro Ungheria e India. In semifinale contro gli Stati Uniti, dopo la sconfitta di Nicaise Muamba subita nettamente dallo yankee di origini indiane Sangeet Sridhar, è toccato a Auger-Aliassime prima liquidare in due rapidi set Sebastian Korda, figlio del celebre vincitore slem Petr, e poi guidare il doppio assieme a Huang vinto 10-5 al super-tiebreak contro i due statunitensi.
L’altra finalista è stata la Russia, da testa di serie n.2 del seeding e vincitrice inesorabile di ogni singolo incontro nel girone D contro i rappresentanti di Germania, Giappone ed Egitto. In semifinale i ragazzi russi hanno avuto la meglio per 2-1 sui pari età argentini, teste di serie n.7 e usciti vittoriosi dal girone C a discapito dei cinesi n.3 del seeding. Uomo copertina della Russia è sicuramente Timofej Skatov, ragazzino classe 2001 già in ottimo slancio in alcuni tornei di livello G4 con due vittorie e una finale ottenute quest’anno su varie superfici.
Proprio Skatov ha propiziato il titolo per la sua squadra superando nel primo singolare della finale di domenica il secondo singolare canadese Nicaise Muamba (2000) ancora molto acerbo rispetto ai partecipanti più forti di questa edizione della coppa. Nel secondo singolare è toccato a Auger-Aliassime riportare il Canada in parità, ma non senza faticare, dopo tre set Alen Avidzba (2000) con i parziali di 2-6 6-3 6-4. Il doppio decisivo con Avidzba e il terzo uomo russo Aleksej Zacharov (2000) contro Auger-Aliassime e Huang è andato ai due ragazzi del Paese est-europeo che quindi hanno sancito la conquista russa della coppa così impedendo il bis al –comunque fenomenale- movimento canadese. Boccone amaro per Felix da Montreal e prime luci sul giovane Skatov. Nella settimana del primo titolo ATP per Khachanov, la Russia del tennis può sorridere due volte.
La finale per il terzo posto ha visto il “bronzo” andare agli argentini Thiago Tirante (2001), Sebastian Baez (2000) e Tomas Descarrega (2000) bravi a prevalere sugli Stati Uniti superati al super-tiebreak del doppio decisivo.
Da segnalare, fuori dal novero delle prime quattro, l’ottima presenza del Giappone che con Tajima (2000), Kawakami (2000) e Ito (2000) ha giocato bene nel girone della formidabile Russia senza troppo sfigurare e ha vinto il tabellone per le posizioni 5-8 con le convincenti vittorie contro Bulgaria e soprattutto Repubblica Ceca.
Fed Cup jr.
Il torneo delle ragazze ha rispettato meno le gerarchie del seeding ma presentando un parterre di giocatrici di livello decisamente alto per un torneo under-16.
Gli Stati Uniti hanno giocato un gran torneo grazie ai colpi di Claire Liu (2000), cino-californiana in grado di aggiudicarsi nel 2015 un titolo pro’ nel torneo da 10.000$ di Orlando, Amanda Anisimova (2001), finalista allo scorso Roland Garros jr e capace di aggiudicarsi un match nel tabellone di qualificazione agli US Open dei grandi, e Caty McNally (2001), la meno quotata dei tre che può comunque vantare il raggiungimento dei quarti di finale all’ultima edizione del prestigioso Easter Bowl. Il cammino delle ragazze a stelle e strisce è stato implacabile con 9 vittorie su 9 incontri giocati nel girone contro Nuova Zelanda, Perù e le campionesse in carica della Repubblica Ceca e altrettanto netto è stato il 3-0 rifilato alle giapponesi in semifinale con un solo set ceduto nel secondo singolare dalla Anisimova alla nipponica Ayumi Miyamoto. Impeccabile furia USTA, perlomeno fino alla finale.
L’altra finalista è stata, a sorpresa, la Polonia guidata dal talentino Iga Światek alla conquista del girone B in cui era presente anche il solido team del Canada guidato da Bianca Vanessa Andreescu, giocatrice solidissima messasi in mostra con la vittoria all’Orange Bowl 2015 e recentemente rientrata da un infortunio che dall’Australia ne aveva compromesso quasi tutta la stagione. Le vittorie su Canada, Ungheria e India hanno permesso alle ragazze polacche di accedere al tabellone principale e giocare la semifinale contro la favoritissima Russia.
La Russia, testa di serie n.1 del tabellone, è arrivata a Budapest con una squadra decisamente invidiabile capitanata da Olesja Pervushina (2000) che ha a palmares tre tornei da 10.000$ conquistati a Santa Margherita di Pula e uno da 25.000$ sulla terra di Lipsia. La concentrazione sul circuito maggiore quest’anno non le ha impedito di dare buona mostra di se anche tra gli junior conquistando a Milano il Trofeo Bonfiglio dominando in finale la sorpresa slovena Kaja Juvan. Sue compagne di squadra sono state Anastasia Potapova (2001), campionessa di Wimbledon jr in questo 2016, e Varvara Gracheva (2000), giocatrice più “modesta” molto competitiva ancora solo nei tornei di livello G2. Con la Grocheva chiamata in causa solo due volte, nel doppio a punteggio acquisito contro Tailandia e Argentina, Pervushina e Potapova hanno portato la Russia a vincere il girone A –in cui era compresa anche la Bielorussia- senza perdere un incontro e nemmeno un set con un ruolino di marcia da dominatrici. Nella sfida contro la Polonia alla vittoria della Potapova su Maja Chwalinska in tre set ha risposto l’incredibile vittoria di Iga Światek sulla Pervushina chiusa 6-3 6-3 nello stupore generale con le due ragazze polacche infine capaci di trionfare pure nel doppio decisivo contro Pervushina-Potapova regolate con un 6-3 6-1 quasi senza storia.
La finale ha garantito l’ennesima sorpresa del torneo con la Polonia in grado di vincere in rimonta lo scontro, apparentemente senza storia, contro gli USA. Nel primo singolare la vittoria di Claire Liu su Maja Chwalińska per 6-3 6-4 sembrava aver messo le americane sui giusti binari per la vittoria, ma poi il secondo singolare ha visto prevalere un’impeccabile Iga Światek –imbattuta durante tutto il torneo- sull’americana Anisimova dominata con un netto 6-4 6-2. Forti dell’entusiasmo le due ragazze polacche sono tornate in campo assieme per il doppio decisivo contro Claire Liu accompagnata da Caty McNally e lo scontro è stato pressoché senza storia con la Polonia vittoriosa 6-4 6-0 sulle stanche e un po’ scoraggiate ragazze americane. Per la Polonia è la seconda imposizione nella Fed Cup jr, dopo quella del 2005 propiziata da due promettenti sorelle che di cognome facevano Radwanska. Se son rose, insomma…
La finale per il terzo posto è andata alla Russia con Potapova e Pervushina “spietate” nel non lasciare nemmeno le briciole di un set nei tre match contro il Giappone.
Quinto posto per il Canada di Bianca Andreescu che torna a casa con otto vittorie su nove singolari giocati, ottimi segnali per l’autunno che l’attende a difendere il titolo di campionessa dell’Orange Bowl. Appuntamento in Florida, dunque.
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